di Silvia Sottile
Peeping Tom – L’occhio che uccide (1960) di Michael Powell sarà in sala dal 6 ottobre, grazie a Cineteca di Bologna, restaurato in 4K per il 65° anniversario.
Peeping
Tom faceva parte di una serie di
film horror a basso costo finanziati dalla Anglo-Amalgamated sulla scia del
successo ottenuto dalla Hammer con i suoi Quatermass, Frankenstein e Dracula usciti
tra il 1957 e il 1960.
Questi avevano già scatenato
le proteste dei custodi della moralità pubblica che tendevano a collegarli alla
minaccia dei fumetti horror americani e del rock and roll, lamentando la
scomparsa della cultura popolare inglese tradizionale.
Pare che Powell fosse
sinceramente spiazzato dall’accoglienza riservata a Peeping Tom.
Probabilmente pensava che l’umorismo del film e la scelta di evitare eccessi
pruriginosi potessero distrarre il pubblico dalla premessa profondamente scioccante
o addirittura giustificarla. I molti riferimenti e la vena umoristica del film
passarono però inosservati nella tempesta di indignazione che esso scatenò, con
accuse di atteggiamenti “malsani”, “morbosi” e “perversi” che accomunarono
tutte le recensioni (nelle sezioni “Arte e spettacolo”, ovviamente; i commenti
della stampa specializzata furono quasi uniformemente favorevoli).
Gran parte delle reazioni
scandalizzate va indubbiamente attribuita alla disturbante verosimiglianza del
film. A differenza dei suoi immediati predecessori nel ciclo della
Anglo-Amalgamated, Horrors of the Black Museum e Circus
of Horrors, Peeping Tom è ambientato in luoghi
riconoscibili della Londra contemporanea.
Il giornalaio che paga Mark
perché realizzi “foto artistiche” destinate a clienti rispettabili come Miles
Malleson è il volto accettabile di una vasta e inconfessabile industria che
soddisfa la ‘scopofilia’, perversione della nostra società. In modo analogo
Powell infranse le regole non scritte quando scelse l’affascinante e mite Carl
Boehm (figlio del celebre direttore d’orchestra Karl Boehm) per il ruolo di
Mark, il timido psicopatico che alterna il lavoro di assistente operatore in
uno studio cinematografico alla perversa passione extracurriculare che consiste
nel filmare la mortale paura delle sue vittime.
Il legame tra ‘cinema
normale’, spietatamente beffeggiato nelle scene in cui Mark lavora a un
thriller di routine, The Walls Are Closing In, e il suo
‘cinema segreto’ diventa sin troppo evidente: davanti allo schermo siamo tutti
voyeur.
Qui il trailer ufficiale:


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