di Silvia
Sottile
Bridget
Jones è tornata! Ed è più in forma che mai. La single inglese più famosa di
sempre, goffa, romantica, simpatica e imbranata (nata dalla penna della
scrittrice britannica Helen Fielding), in cui tutte noi donne imperfette ci
siamo immedesimate almeno una volta nella vita, torna sul grande schermo – a
distanza di 12 anni da Che pasticcio,
Bridget Jones! e ben 15 dal suo esordio con Il Diario di Bridget Jones – con un divertentissimo sequel, tanto
esilarante quanto romantico, e di sicuro ben riuscito, oltre ogni più rosea
aspettativa.
Non è un
caso che alla regia troviamo nuovamente Sharon Maguire, già regista del primo episodio,
che ci fa subito dimenticare la sfortunata parentesi del sequel diretto da
Beeban Kidron, mai veramente convincente.
La
sceneggiatura di Bridget Jones’s Baby
è oltretutto firmata dalla stessa autrice, Helen Fielding, insieme a Dan Mazer e alla straordinaria Emma Thompson
(premio Oscar per la sceneggiatura non originale di Ragione e Sentimento e come attrice protagonista per Casa Howard), sempre una garanzia.
Bridget
Jones (Renée Zellweger) ha 43 anni ed è di nuovo sola: una Zilf (versione
zitella di Milf). La storia con Mark Darcy (Colin Firth) è finita da alcuni
anni ma almeno Bridget ha ritrovato la tanto desiderata forma fisica ed è
realizzata nel lavoro, infatti è una brillante produttrice in un notiziario di
punta. Dopo una notte di passione con l’affascinante americano Jack Qwant
(Patrick Dempsey), incontrato a un festival musicale in preda ai fumi
dell’alcol, e una tra le braccia di Mark per un fugace ritorno di fiamma, la
nostra Bridget scopre di essere in dolce attesa ma il piccolo problema tecnico
è: chi sarà il padre del bambino? Dalla gestione di questo improbabile
triangolo amoroso e relativi divertentissimi equivoci, conditi da battute
brillanti, simpatici siparietti e tanta ironia, nasce questa esilarante
commedia sentimentale che scorre piacevolmente tra scene comiche e frizzanti,
ma anche nostalgiche e romantiche (assolutamente mai banali), tenendo un ritmo
scoppiettante dall’inizio alla fine.
Merito
naturalmente della scrittura ma anche dell’ottimo cast: la Zellweger (Oscar per
Ritorno a Cold Mountain), nonostante
i presunti ritocchini, si cala ancora
una volta alla perfezione nei panni della dolce e pasticciona Bridget, questa
volta forse un po’ più consapevole e matura; Colin Firth (Oscar per Il discorso del Re), sebbene un po’
invecchiato, è sempre l’impeccabile Mark Darcy, palesemente ispirato al Mr.
Darcy di Orgoglio e Pregiudizio (da
lui stesso interpretato nella miniserie BBC del 1995) a cui c’è persino qualche
richiamo in certe atmosfere. Azzeccata la scelta dell’affascinante Patick
Dempsey per il ruolo di Jack Qwant , che non fa rimpiangere l’assenza del
Daniel Cleaver di Hugh Grant. Jim Broadbent e Gemma Jones riprendono il ruolo
dei genitori di Bridget. Tra le new entry segnaliamo il personaggio di Miranda
(Sarah Solemani), una spumeggiante collega di Bridget, e soprattutto la
spassosa ginecologa interpretata da Emma Thompson, la vera chicca del film: un
piccolo ma fondamentale ruolo per la strepitosa attrice e sceneggiatrice
britannica.
Tante risate,
dunque, e un pizzico di commozione per un film che scorre piacevolmente tra
divertimento e nostalgia. Gli eventi tragicomici degni delle migliori commedie
brillanti sono accompagnati dalla bella colonna sonora di Craig Armstrong (Moulin Rouge!). E a proposito di musica:
non poteva certo mancare All by Myself
e, ciliegina sulla torta, c’è un piccolo cameo del cantante Ed Sheeran con un
pezzo live da un suo concerto.
Bridget Jones’s Baby rappresenta dunque un gradito,
atteso e delizioso ritorno di un personaggio iconico che abbiamo amato e
continueremo ad amare. Un film ben scritto e ben recitato, sempre godibile, che
non delude le aspettative.
Nelle nostre
sale dal 22 settembre distribuito da Universal Pictures Italy.