di Valerio Brandi
Siamo nel XV secolo. Dopo la caduta di Costantinopoli la minaccia islamica preoccupa sempre di più l’Europa. L’esercito dell’Impero Ottomano guidato da Mehmed II (Jassem Mougari) è arrivato in Transilvania, così tocca a Vladimir (Caleb Landry Jones), principe della Romania, difendere i confini dagli invasori.
Abile e valoroso, Vlad III di Valacchia ha la meglio
sui turchi, ma proprio alla fine della battaglia scopre che la sua
amata Elisabeta (Zoë Bleu) è in pericolo. Nonostante la sua
rapidità negli spostamenti non riesce a salvarla per una questione di
pochi istanti. Disperato e soprattutto infuriato, quando il Cardinale locale (Haymon Maria Buttinger) gli
riferisce che non può fare nulla per riportare in vita il suo grande amore,
cambia davvero tutto.
Vladimir rinnega la sua fede Cristiana. I simboli
religiosi sanguineranno, tanto da essere condannato alla dannazione eterna. Ora
è il Conte Dracula, un essere immortale, in grado di mantenere il suo
aspetto giovane bevendo sangue umano, meglio se di giovani fanciulle. Da
quel momento Vlad non si limiterà ad impalare coloro che avranno il
coraggio di avventurarsi nel suo castello in Transilvania: sfrutterà questa maledetta
immortalità anche per viaggiare nel mondo, alla ricerca dell’amore
perduto. Quando sembra essersi ormai rassegnato, una visita improvvisa al
suo castello lo spingerà a tornare a Parigi, per incontrare una bella
donna di nome Mina...
Una delle migliori trasposizioni audiovisive
sia del personaggio storico che di quello letterario di Dracula è senza dubbio
il lungometraggio di Francis Ford Coppola, Dracula di Bram Stoker
(1992). Questa versione iniziava con le origini medievali di
Vlad III di Valacchia, per poi spostarsi verso la fine del 1800, raccontando
gran parte delle vicende narrate nel romanzo di Bram Stoker.
Chi ha visto il film del 1992 potrà subito notare,
leggendo la sinossi, che il canovaccio di Dracula –
L'amore perduto è praticamente lo
stesso. Inoltre la versione anziana del Dracula di Caleb Landry Jones è molto
simile a quella di Gary Oldman, sia dal punto di vista estetico che da quello relativo
alla sua teatralità.
Siamo dunque di fronte a un personaggio non fascinoso
come quello di Bela Lugosi, ma neanche orripilante come il
Conte Orlok di Nosferatu (qui la nostra recensione del remake di Robert Eggers). Però non è certo di
bell’aspetto, ed è comunque molto inquietante quando si presenta a uno
sconosciuto, nonostante i suoi abiti eleganti e le sue parole
forbite.
Caleb Landry Jones, grazie a un sontuoso lavoro di
trucco e parrucco e alle musiche di Danny Elfman, è stato
in grado di ricreare la stessa atmosfera che Coppola ci aveva regalato oltre 30
anni fa. Si tratta allora di un remake senza una propria anima?
Fortunatamente no. Luc Besson, anche per via
delle sue origini, ha spostato alcuni momenti clou della storia da Londra
a Parigi. Possiamo ammirare la Torre Eiffel fresca di
inaugurazione e la maestosità della reggia di Versailles. Le giostre
itineranti e i mercatini dove si divertono Zoë Bleu e Matilda De
Angelis ricordano molto quelli (ancora esistenti) del giardino
delle Tuileries. Il tutto condito da costumi d’epoca sontuosi e da un
casting adeguato sia per i personaggi principali che per le semplici comparse,
capace di far apparire Dracula –
L'amore perduto coerente con il
periodo storico in cui è ambientato, a differenza di alcune produzioni odierne
in cui sono presenti numerose forzature.
La novità principale, se vogliamo chiamarla così, e
che abbiamo un Dracula versione Jean-Baptiste Grenouille. Per
chi non lo conoscesse, quest’ultimo è un altro personaggio letterario ma anche
cinematografico, grazie a Profumo –
Storia di un assassino (2006). Vlad, per cercare il suo amore perduto,
ha dunque creato il profumo afrodisiaco per eccellenza, in grado anche di
allargare la sua numerosa famiglia. Grazie al ritorno delle fantomatiche
spose di Dracula, anche in questo film di Luc Besson c’è molta
sensualità ed erotismo, ma va detto che rispetto alle precedenti opere (come il
già citato Nosferatu di Eggers)
c’è stato molto meno coraggio nella sua rappresentazione.
L’unico altro piccolo difetto di Dracula – L'amore perduto riguarda la CGI non del tutto
convincente utilizzata per mostrare i Gargoyles.
Nonostante le riproposizioni e questi piccoli nei,
siamo comunque di fronte a una pellicola imperdibile per tutti gli amanti del
personaggio, perché Dracula è una storia – per restare in tema – immortale, ed
è sempre bella da vedere, soprattutto se la sua essenza non viene stravolta o
tradita.
Inoltre, gli attori che abbiamo già citato hanno
tutti eseguito delle superbe interpretazioni, a cui dobbiamo aggiungere quella
di Christoph Waltz che, anche se impersonifica un prete, è a
tutti gli effetti il Van Helsing della situazione. Ewens Abid ha
interpretato un altro personaggio “Stokeriano”,
ossia Jonathan Harker, mentre Guillaume de Tonquédec è
Dumont, l’equivalente del dottor Jack Seward.
Dracula – L’amore perduto è già uscito in Francia lo scorso 30 luglio. In Italia è stato presentato in anteprima alla XX Festa del Cinema di Roma e arriverà ufficialmente nelle nostre sale dal 29 ottobre, distribuito da Lucky Red.


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