venerdì 31 ottobre 2025

"The Mastermind" - Riflessione sulla follia dell'uomo

 di Silvia Sottile


The Mastermind, il nuovo film della celebrata regista Kelly Reichardt (First Cow, Showing Up), presentato in Concorso al 78. Festival di Cannes con un indimenticabile Josh O’Connor, è nelle sale italiane dal 30 ottobre, distribuito da MUBI.

In una tranquilla periferia del Massachusetts intorno al 1970, J.B. Mooney, padre di famiglia disoccupato e ladro d'arte dilettante, decide di intraprendere la sua prima rapina. Dopo aver studiato il museo e reclutato i complici, ha un piano infallibile. O almeno così crede. 

Brillante riflessione sulla follia dell'uomo, The Mastermind vede anche la partecipazione di Alana Haim, Gaby Hoffmann, John Magaro, Hope Davis e Bill Camp. Ricco di dettagli e sfumature, questo sottile ritratto di un’epoca sovverte illusioni radicate e affronta il disincanto.

The Mastermind è un film pacato e riflessivo, che inizia – in maniera un po’ ingannevole – come un tipico heist movie (sottolineato anche dalla colonna sonora), salvo poi trasformarsi in qualcosa di totalmente diverso. Da notare che il titolo è particolarmente ironico, dato che il protagonista che organizza il piano criminale è tutt’altro che una “mente” geniale. Più che altro è l'artefice della propria rovina.

Tanto che ad un certo punto è costretto a darsi alla fuga e il film diventa quasi un’avventura on the road, in una continua commistione di generi. In realtà neanche questo è il punto centrale della delicata pellicola di Kelly Reichardt che, nel seguire le peregrinazioni senza scopo del protagonista, riflette sul disincanto e sulla sconfitta di una generazione. Un film ambientato in uno specifico periodo storico (gli anni ’70), quando crolla a vista d’occhio l’ideale del sogno americano. Ma che ha comunque una valenza fortemente attuale e contemporanea.




The Mastermind risulta un film piuttosto bizzarro, fatto principalmente di immagini e silenzi, dai tempi molto dilatati, dal ritmo lento e sconclusionato, che non punta affatto a trovare una direzione, al pari del suo personaggio principale, in cerca di non si sa bene cosa. Fino a un finale alquanto ironico che sa di contrappasso dantesco.

L’unico aspetto degno di nota di The Mastermind è l’impeccabile interpretazione di Josh O'Connor nei panni di questa sorta di anti eroe imbranato, sfuggente ed egoista. Lo incarna con quella sua bravura misurata (a tratti ricorda La Chimera), donandogli molta tenerezza e malinconia. Infatti alla fine non si può fare a meno di volergli bene e provare un moto di simpatia nei suoi confronti, nonostante l’evoluzione della storia.





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