di Silvia Sottile
Gigi a Nespello di Alberto Valtellina, dopo l'Anteprima al Trento Film Festival 2025, sezione "Terre alte", arriva in sala dal 16 ottobre.
Il protagonista del film è Gigi Brozzoni, noto enogastronomo, tra i
redattori della Guida Oro Veronelli ai migliori vini d'Italia. Seguiamo
Gigi mentre cerca di risolvere un enigma che lo assilla da quando era bambino
(spoiler: non risolverà).
SINOSSI
Gigi
Brozzoni, grande conoscitore dei vini,
è uno dei quattro autori della celebre Guida Oro Veronelli ai vini d'Italia.
Gigi ricorda un fatto avvenuto quando era bambino, vuole indagare e chiede di
testimoniare la ricerca attraverso le lenti della macchina da presa.
La storia è tragica e
strana. A Nespello, piccolo nucleo
di case nelle montagne bergamasche, alla fine di dicembre del 1957
Giancarlo, dodicenne, da alcuni giorni era sparito, viene trovato impiccato a
un albero, non lontano da casa. È subito accettata l’ipotesi del suicidio. Gigi
Brozzoni nel 1957 aveva otto anni, la morte di Giancarlo ossessiona Gigi da
sempre, è inoltre convinto che il
piccolo nucleo di Nespello si sia svuotato in breve tempo a causa
della morte del ragazzo.
Il
vero tema del film è, in definitiva, l'abbandono delle terre alte: gli abitanti della comunità lasciarono le case
perché sentirono il peso di una innominabile colpa collettiva o semplicemente, come molti, furono attratti
dalla vita in città? Il film segue Gigi nella sua indagine, la
produzione è stata forse per lui una specie di terapia.
NOTE DI REGIA
La produzione del film Gigi
a Nespello ha preso le mosse da una proposta di Gigi Brozzoni, già direttore del Seminario
Permanente Luigi Veronelli, oggi responsabile per la valutazione
dei vini di Lombardia, Piemonte, Veneto e Toscana per l'annuale Guida Oro
Veronelli.
Gigi Brozzoni è originario
(come tutti i Brozzoni) di Costa Serina, in provincia di Bergamo. Da
bambino è stato segnato da un
tragico episodio che oggi desidera indagare. Gigi sceglie di iniziare la
ricerca documentandone gli sviluppi attraverso la mia macchina da presa. Ci
eravamo conosciuti qualche anno prima, quando organizzavo rassegne cinematografiche, Gigi sosteneva i
progetti legando la proposta cinematografica alla proposta di degustazione
enologica.
Alla
fine del 1957 il giovane Giancarlo scomparve per alcuni giorni, il dodicenne era stato adottato da una misera
famiglia di Nespello, piccolo nucleo a poche centinaia di metri dal paese di
Ciosta Serina. Il ragazzo fu ritrovato impiccato a un albero, non lontano dal
paese. Il caso fu subito liquidato
come suicidio, anche se dubbi rimasero nella comunità.
Gigi ha un'idea precisa
circa quanto accadde in seguito: il
paese di Nespello si svuotò, gli abitanti lasciarono le proprie case nel giro
di un paio d'anni, Gigi è certo che la morte del giovane Giancarlo
fu determinante per la scelta dell'abbandono. Naturalmente la convinzione di
Gigi è tutt'altro che suffragabile, visto che anche altre frazioni di Costa
Serina (Tagliata, Passoni, Trafficanti) persero numerosi abitanti tra la fine
degli anni Cinquanta e i Sessanta.
Inutile quindi cercare una
risposta. Il film si concentra
piuttosto sulla ricerca, con riprese presso gli archivi della
Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo, incontri
con abitanti e con un "testimone chiave", che però non
fornirà la risposta che Gigi avrebbe desiderato. Il fatto rimane misterioso:
non ci sarà nessuna certezza, nessuno "scoop".
Il film Gigi a Nespello
è costruito come un'indagine su un tragico fatto, ma risulta principalmente un
ritratto del protagonista e soprattutto una riflessione sociale, culturale e
economica sul tema dell'abbandono
delle terre alte. Naturalmente non è certo un film che può dare una
risposta, al contrario nel film si insiste sulla questione aperta della valorizzazione delle aree montane.
È messa in evidenza la
figura di Gigi Brozzoni: l'incontro
con Luigi Veronelli fu determinante per la carriera lavorativa di
Gigi, Veronelli scoprì le doti innate, la particolare sensibilità delle sue
papille gustative e lo coinvolse nel suo progetto di divulgatore enologico.
Dopo la scomparsa di Veronelli, Gigi
prese la direzione del Seminario Permanente Luigi Veronelli, che
gestì per diversi anni. Oggi è una delle quattro "voci" della
notissima Guida Oro ai Vini d'Italia;
Se è vero che nel film
l'argomento si mantiene come "basso continuo", mai apertamente
affrontato, è altrettanto vero che ogni parola, ogni riferimento, anche non esplicito volge nella
direzione di un abbandono, legato a fattori chiaramente economici e sociali, di
luoghi ancora meravigliosi, nonostante interventi edilizi non sempre di
livello: nel film, con grande affetto, Gigi racconta lo sviluppo edilizio del
paese definendolo "anarchico"...
Qui il trailer ufficiale:


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