di Valerio Brandi
Siamo nel 1976. Al St. George’s College in Argentina arriva il professor Tom Michell (Steve Coogan) ad insegnare inglese a un gruppo di studenti che, anche per via della loro condizione sociale privilegiata, sono tutt’altro che dediti allo studio.
Michell non è certo
contento della situazione, ma almeno ha un lavoro, e inoltre l’importanza
dell’istituto è in grado di tenere un minimo al sicuro i suoi occupanti, perché
l’Argentina, come la maggior parte dei Paesi Sudamericani di quel periodo,
è una polveriera in procinto di esplodere.
Infatti il 24 marzo 1976 viene messo in atto da
Jorge Rafael Videla un vero e proprio colpo di stato, e per questo motivo
il collegio viene intanto chiuso per una settimana.
Questo giovane esemplare di Pinguino di Magellano
viene ritrovato da Tom e Carina su una spiaggia uruguayana ricoperto di
petrolio. I due decidono di provare a salvarlo, e ci riescono perfettamente.
Tanto bene che il piccolo pinguino non vuole più tornare a nuotare nell’oceano,
ma intende stare sempre appiccicato al buon vecchio professore. Tom è
dunque costretto a portarlo con sé in Argentina una volta finito il periodo di
chiusura forzata, con la speranza di poterlo affidare, una volta tornato lì, ad
un giardino zoologico. Ma ancora non sa che questo buffo pennuto sarà in grado
di cambiare la sua vita e quella di tutti coloro che lo conosceranno.
Diretto da Peter Cattaneo (regista candidato al premio
Oscar nel 1998 per Full Monty -
Squattrinati organizzati), Il
professore e il pinguino è una storia... meravigliosamente vera. Avrebbe
funzionato anche in caso contrario, a partire dal fatto che una tale vicenda
dal punto di vista prettamente scientifico è decisamente possibile.
Gli uccelli sono soggetti ad imprinting nei
confronti degli esseri umani. In caso siano già cresciuti, possono comunque
provare una sorta di riconoscenza nei confronti di chi li ha salvati. Ciò avviene
più facilmente nel caso dei pinguini. Sono uccelli
monogami; quindi, quando scelgono qualcuno, è per la vita. Essendo
inoltre tra i pochi uccelli completamente bipedi, non vedono gli
esseri umani come degli esemplari così diversi da loro.
Queste sono comunque solo piccole curiosità
zoologiche perché, come già accennato, la storia di Tom Michell e il
suo pinguino Juan Salvador è realmente accaduta. Quando calerà il sipario
sull’ultima scena ripresa da Cattaneo, avremo dei titoli di coda che
racconteranno ciò che è avvenuto in seguito a questo insegnante e qualche video
di repertorio mostrerà il vero pinguino all’interno del St. George
College.
Il titolo originale del film (che è una parte del
libro da cui è tratto) è The Penguin
Lessons, a ricordare che il pinguino di Tom è stato davvero fondamentale
per quest’ultimo. Non solo come amico, ma soprattutto come suo assistente. Questo simpatico
animaletto è stato capace di cambiare l’atteggiamento degli studenti sia nei
confronti del professore che verso lo studio.
Grazie a Juan Salvador, Tom Michell si è un po’
trasformato in John Keating, con la differenza che lui, al contrario del
personaggio interpretato da Robin Williams ne L’attimo fuggente, è esistito davvero, e ha adottato in classe
un’ulteriore punto di vista: non sopra la cattedra ma sdraiati sul
pavimento, per venire incontro alla bassa statura del loro amico pinguino.
Il
professore e il pinguino è un film in grado di far ridere lo
spettatore in più di un’occasione. Il protagonista pennuto, oltre ad
essere carino e coccoloso, può anche essere molto dispettoso e pasticcione,
così le risate semplici e genuine sono assicurate. Senza contare che
sarà capace di trasmettere ilarità anche quando si ritroverà a fare
involontariamente da terapeuta ai suoi amici umani. Altra cosa già
successa più nella vita vera: ad esempio, qualche tempo fa
è diventato virale il video di un uomo che parlava a un gabbiano, che sembrava
davvero ascoltarlo come se fosse un vero psicologo.
Più si andrà avanti con la storia, più le risate
diminuiranno in favore della tensione e della commozione, perché questa vicenda
è avvenuta durante il Processo di riorganizzazione
nazionale dell’Argentina, una dittatura rimasta purtroppo nota anche per
l’elevato numero di Desaparecidos. Ad essere a un certo punto rapita sarà
anche la giovane Sofía Alvarez (Alfonsina Carrocio), la nipote
dell’esuberante e simpatica Maria (Vivian El Jaber).
Sofia, oltre ad essere una donna coraggiosa e
combattiva, è anche molto intelligente e coerente con i suoi ideali: infatti
non si fa scrupoli a condannare anche l’operato dei suoi, ossia i rivoluzionari
dei Montoneros, quando questi ultimi commettono gli stessi crimini degli uomini
di Videla, come ad esempio il rapimento degli avversari politici.
Il
professore e il pinguino vede anche la partecipazione di
Jonathan Pryce (Pirati dei Caraibi, Il
Trono di Spade, I due Papi e Guglielmo Tell) nel ruolo del cinico ma onesto preside Timothy Buckle.
Un film imperdibile che, dopo essere stato presentato
per la prima volta in occasione del Toronto International Film Festival
2024, sarà disponibile nei cinema italiani dal 9 settembre 2025 (distribuito da
Eagle Pictures), quasi sette mesi dopo il debutto negli Stati Uniti.
Il pregevole doppiaggio è stato diretto da Roberto
Chevalier (curatore anche dei dialoghi) presso la Laser Film. Steve
Coogan è stato questa volta affidato a Francesco Prando, mentre le altre voci
protagoniste di questa versione sono di Emiliano Coltorti (Tapio),
Oliviero Dinelli (Preside Buckle), Ilaria Latini (Sofia), Doriana Chierici
(Maria) e Francesca Manicone (Carina).
I nostri doppiatori si sono cimentati anche nelle
parti recitate nella versione originale in spagnolo, e per questo motivo è
stato scelto un consulente esperto di questa lingua come Diego Suarez
(l’attuale voce del gatto con gli stivali della Dreamworks). Mario Frezza è il
fonico di doppiaggio, Federico Costantini il fonico di mix, e Roberta Schiavon è
l’assistente al doppiaggio.

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