martedì 1 maggio 2018

"A Beautiful Day": un intenso Joaquin Phoenix dà vita a un eroe tormentato

di Silvia Sottile



Joe (Joaquin Phoenix) è un ex marine e agente FBI che vive nella sua casa d’infanzia e si prende cura della madre, anziana e malata. La sua vita, però, non è facile perché è tormentata da continui flashback del suo passato violento. Disposto a sacrificarsi pur di salvare delle vite innocenti, Joe si guadagna da vivere liberando delle giovani ragazze dalla schiavitù sessuale. Un giorno viene contattato da un famoso politico newyorkese che crede che sua figlia Nina (Ekaterina Samsonov) sia stata rapita da una di queste organizzazioni e che sia stata costretta a prostituirsi. Il coraggioso ex militare accetta il lavoro e grazie al suo sangue freddo riesce a liberare la ragazzina, ma scopre che dietro al suo rapimento ci sono delle persone corrotte e molto potenti. Così Joe si rende conto che questa volta si tratta di una faccenda molto più grande di lui e che per risolverla avrà bisogno di aiuto.

A Beautiful Day (You Were Never Really Here), presentato in concorso al Festival di Cannes, dove la regista Lynne Ramsay ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura ed il protagonista, un intenso Joaquin Phoenix, è stato premiato per la miglior interpretazione maschile, è un film potente e toccante. 


Crudo e brutale, A Beautiful Day non risparmia sequenze particolarmente violente, ma regala anche improvvisi e poetici momenti di tenerezza. Il film racconta la storia di un uomo tormentato a causa dei numerosi episodi di violenza che ha sofferto fin dall’infanzia, rivissuti attraverso continui flashback. Si tratta di un personaggio che risolve tutto in maniera cruenta, armato di un martello, eppure c’è in lui in lato “umano” che si rivela nel tenero rapporto con l’anziana madre.

Lo straordinario Joaquin Phoenix, autore di un’interpretazione superlativa, fatta di poche parole ma intensa e fortemente espressiva, è sicuramente il cuore del film. In un solo istante, il brillante attore tre volte candidato all’Oscar (Il Gladiatore, Quando l’amore brucia l’anima, The Master), ha la capacità di esprimere una vasta gamma di emozioni, tale da trafiggere l’animo dello spettatore. Bravissima anche la giovane Ekaterina Samsonov, il cui personaggio riesce a interagire profondamente con il protagonista. In tutto ciò non va tralasciata l’importanza dell’argomento trattato che stimola una commovente riflessione sullo squallido mondo della schiavitù sessuale, strettamente intrecciato a quello della politica.


L’originalità di A Beautiful Day non dipende essenzialmente dalla trama, già declinata in diversa maniera in precedenti pellicole, ma dal modo in cui la regista è riuscita a portare questo racconto sullo schermo, in particolare attraverso inquadrature inaspettate e non convenzionali. Il complesso e articolato lavoro di regia, montaggio e colonna sonora è così ben orchestrato e amalgamato da dar vita a un film visivamente potente, a tratti surreale e quasi psichedelico, grazie alla splendida fotografia di Thomas Townend e alle musiche martellanti del musicista britannico (nonché chitarrista dei Radiohead) Jonny Greenwood (Vizio di Forma, Il Filo Nascosto) che si sovrappongono ai persistenti suoni e rumori della città di New York.  

A Beautiful Day, al cinema dal 1° maggio, distribuito da Europictures, è un film da non perdere.

Qui il resoconto della conferenza stampa con Lynne Ramsay e Joaquin Phoenix. 

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