domenica 6 maggio 2018

"1945": ci sono segreti che non possono rimanere sepolti

di Silvia Sottile



1945, diretto da Ferenc Török,  è tratto da un racconto (Homecoming) dello scrittore ungherese Gábor T. Szántó, i cui saggi e racconti brevi sono stati tradotti in diverse lingue e inseriti nell’antologia americana Contemporary Jewish Writing in Hungary (Paperback, 2003). 

È un afoso giorno di agosto del 1945, la seconda guerra mondiale volge al termine e trascina dietro di sé i rovinosi strascichi di un orrore ancora tutto da risolvere. Mentre gli abitanti di un villaggio ungherese si preparano per il matrimonio del figlio del vicario, un treno lascia alla stazione due ebrei ortodossi, uno giovane e l’altro più anziano, probabilmente padre e figlio. Sotto lo sguardo vigile delle truppe occupazioniste sovietiche i due scaricano dal convoglio due casse misteriose e si avviano lentamente verso il paese.


Nel giro di poche ore tutto cambia. Il precario equilibrio che la guerra appena terminata ha lasciato sembra ora minacciato dall’arrivo dei due ebrei. In tutta la comunità si diffondono rapidamente la paura e il sospetto che i tradimenti, le omissioni e i furti commessi e sepolti durante gli anni di conflitto, possano tornare a galla. L’influente vicario del villaggio, István Szentes, comincia a sospettare che i due uomini possano essere gli eredi dei concittadini ebrei deportati dai nazisti e teme che questi possano essere tornati per reclamare i beni che gli abitanti della cittadina hanno acquisito illegalmente durante la guerra. 

La lenta e silenziosa marcia dei due sconosciuti genera in tutti gli abitanti un panico che rivela quanto la vita di ognuno di loro sia ancora drammaticamente legata alla tragedia della deportazione di cui si sono resi, più o meno direttamente, complici. Il dolente incedere dei due ebrei scandisce il tempo della storia, mentre segreti, colpe, rimorsi e violazioni del passato cominciano a riemergere nell’intreccio delle relazioni tra i personaggi.


Girato in bianco e nero – scelta cinematograficamente raffinata e potente che sembra rendere ancora più solenne il delicato e drammatico argomento trattato – 1945 è un film intenso e necessario che ci mostra da un lato la cattiveria umana, la meschinità insita nell’animo umano, e dall’altro riporta a galla ancora una volta il dolore e la commozione per la tragica sorte degli ebrei deportati nei campi di concentramento. Perché i colpevoli non furono solo i Nazisti ma anche la gente comune che restava a guardare senza far nulla per impedire il genocidio, o peggio, denunciava gli amici e i vicini per appropriarsi avidamente dei loro beni.  Non sconteremo mai il male che è stato fatto e tutti i morti che abbiamo sulla coscienza!


Tutto questo Török lo trasmette con forza ma in maniera pacata, toccante e malinconica, attraverso tanti piccoli dettagli silenziosi (a partire dal treno in arrivo e in partenza o dalla radio che annuncia la notizia della seconda atomica sganciata sul Giappone) e grazie soprattutto ad una sapiente costruzione narrativa che vede la tensione e il senso di colpa crescere lentamente e serpeggiare per tutta la durata della pellicola fino all’inevitabile esplosione. Sono narrate solo poche ore ma la suspense è tale da far compiere davvero un intenso e commovente viaggio emotivo, scandito dall’incedere lento ma inesorabile dei due ebrei. 

1945, nelle nostre sale dal 3 maggio, è distribuito da Mariposa Cinematografica e barz and hippo.

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