mercoledì 27 settembre 2017

"Noi siamo tutto": dramma romantico per adolescenti e young adult

di Silvia Sottile




Noi siamo tutto (titolo originale: Everything, Everything) è sicuramente la pellicola rivelazione di questa settimana con un inaspettato successo al box office. Si tratta di un film tratto dall’omonimo bestseller di Nicola Yoon, fenomeno editoriale del 2015, rivolto soprattutto al pubblico teen e young adult. 

A causa di una grave malattia che non le permette di uscire fuori di casa, Maddy (Amandla Stenberg), ha raggiunto la maggiore età senza vivere nemmeno una delle piccole esperienze sperimentate dai suoi coetanei. Cresciuta in una gabbia dorata con la sola compagnia della madre e dell'infermiera Carla (Ana de la Reguera), non ha mai ricevuto il primo bacio, né visto da vicino l'oceano e la spiaggia, se non in fotografia. Si è rassegnata a condurre un'esistenza di emozioni surrogato attraverso le pagine dei libri, relegata tra le pareti domestiche. Il cambiamento arriva con il rombo di un camion dei traslochi che imbocca il vialetto. Olly (Nick Robinson), il figlio dei nuovi vicini, nota Maddy nonostante lei cerchi di nascondersi, e da allora prova a comunicare con la ragazza in tutti i modi possibili, attraverso vetri, finestre, sms e bigliettini di carta. Tra i due nasce una tenera amicizia, destinata a sfociare in un legame profondo e indissolubile che non potrà essere arginato da una semplice porta chiusa a chiave. 



Come si può facilmente evincere dalla trama, Noi siamo tutto, diretto da Stella Meghie, rientra pienamente nel classico filone romantico – adolescenziale in cui uno dei due protagonisti ha una gravissima malattia. L’anno scorso era stato il turno di Io Prima di Te con Emilia Clarke e Sam Claflin, ma andando indietro negli anni si può notare che ogni generazione ha il suo dramma intriso di romanticismo. Chi scrive, ad esempio, ricorda benissimo Qualcuno da Amare (1993) con gli allora giovani Marisa Tomei e Christian Slater, mentre nel 2000 le star di Hollywood Richard Gere e Winona Ryder interpretarono Autunno a New York, per non parlare del vero e proprio capostipite del genere: Love Story (1970).

Se, dunque, c’è da aspettarsi l’immancabile copione con l’innamoramento e il repentino (e prevedibile) ammalarsi, Noi siamo tutto vanta comunque una buona scrittura (con qualche pecca che analizzeremo tra poco), uno stile dinamico e originale  da “favola moderna”, la fotografia dai luminosi colori pastello, un inaspettato colpo di scena sul finale e una deliziosa protagonista (Amandla Stenberg, la piccola Rue di Hunger Games), decisamente troppo in forma per risultare credibile come “malata” ma narrativamente ed emotivamente ben caratterizzata, a scapito del coprotagonista maschile (Nick Robinson, visto in Jurassic World), figura appena delineata, quasi esclusivamente in qualità di elemento scatenante degli eventi.


Dicevamo, dunque, che quello che a nostro avviso non funziona nella pellicola (ma sembra che per il pubblico teen e youg adult non sia stato un problema) è l’eccessiva mancanza di realismo. Pur trattandosi indubbiamente di un’opera di finzione, ci sono alcune incongruenze nella trama, o addirittura intere scene non plausibili, che, con tutta la sospensione di incredulità possibile, si fanno proprio fatica ad accettare. A partire proprio dalla prorompente fisicità di Maddy, assolutamente inverosimile per una ragazza che in 18 anni non è mai uscita da casa!

Per il resto confermiamo che si tratta di un prodotto particolarmente adatto alla fascia giovanile di pubblico. Dal 21 settembre al cinema.

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