di Silvia Sottile
Die My Love, il nuovo sensazionale film diretto da Lynne Ramsay (A Beautiful Day -You Were Never Really Here - qui la nostra recensione, Morvern Callar, ...e ora parliamo di Kevin) e scritto da Enda Walsh, Lynne Ramsay e Alice Birch, presentato in anteprima italiana alla 20ª Festa del Cinema di Roma, uscirà nelle nostre sale il 27 novembre, distribuito da MUBI.
Dalla rinomata regista Lynne Ramsay, Die My
Love è il ritratto viscerale e senza compromessi di una donna travolta
dall’amore e dalla follia. Il film è sostenuto dalla straordinaria e potente
interpretazione di Jennifer Lawrence, affiancata da Robert Pattinson.
La storia segue Grace (Lawrence) e il suo compagno
Jackson (Pattinson), che si sono da poco trasferiti in una vecchia casa immersa
nella campagna. Decisa a scrivere il Grande Romanzo Americano, Grace si
ambienta nella nuova vita e dopo poco tempo la coppia accoglie la nascita di un
bambino. Tuttavia, Jackson è spesso – e sospettosamente – assente, e con le
pressioni della vita domestica che iniziano a pesarle, Grace comincia
lentamente a perdere il controllo.
Tratto dal celebre romanzo di Ariana Harwicz e con un
cast che comprende anche Sissy Spacek, LaKeith Stanfield e Nick Nolte, Die
My Love segna il tanto atteso ritorno di Ramsay con una nuova e
coraggiosa visione cinematografica che esplora la complessità dell’amore e il
modo in cui esso può mutare e trasformarsi nel tempo.
“Ho voluto raccontarlo in modo autentico,
vicino alle persone, con spontaneità e anche con leggerezza, soffermandomi su
quei momenti che possono sembrare minimi ma che in realtà custodiscono un
significato profondo. Questo film parla a chiunque abbia vissuto una relazione:
nella vulnerabilità si intrecciano inevitabilmente la sofferenza e la bellezza”
– dichiara Lynne Ramsay.
Die
My Love è un film potente e doloroso, a tratti folle e disturbante,
quasi una pugnalata, specie per chi ha vissuto una situazione simile a quella
della protagonista. Senza girarci troppo intorno, il film affronta in maniera
viscerale la depressione post-partum. Quella devastante sofferenza psicofisica –
impossibile da comprendere per chi non ci è passato, a meno di non possedere
una profonda sensibilità – che, semplificando al massimo, scatta proprio dopo il parto, acuita dal fatto
che la madre si trovi a occuparsi totalmente da sola, priva di ‘libretto delle
istruzioni’ e senza alcun aiuto, anzi (perché spesso chi le sta intorno non solo
non comprende ma – con apparentemente piccole cose o parole – ne peggiora il
disagio), di un neonato, per di più dubitando di esserne in
grado.
Tornando nello specifico a Die My Love, la protagonista si ritrova in una nuova casa, in un luogo isolato, subito
dopo aver partorito, con gravi sbalzi di umore, ormoni in subbuglio, emozioni
difficilmente contenibili o etichettabili, traumi che riaffiorano, con l’aggiunta di un marito quasi
assente che le complica ulteriormente la situazione, a causa di atteggiamenti che
contribuiscono ad alterare il suo già precario equilibrio mentale. Il tutto viene portato alle estreme conseguenze, fino a uno stato surreale di follia. Senza però mai mettere in discussione l’amore
che è proprio il nodo centrale, seppure in continua e dolorosa trasformazione.
Invece di trattare un argomento così delicato in maniera
lineare, la Ramsay sfrutta al meglio la sua regia visionaria e la sua
sensibilità autoriale in modo da restituire un’opera profondamente viscerale
che colpisce con forza lo spettatore sia a livello visivo che, soprattutto,
psicologico. E per farlo si affida alla magnetica performance di rara intensità di Jennifer
Lawrence, ormai giunta nel pieno della sua maturità artistica. L’attrice si
lascia completamente andare, in tutti i sensi, mettendosi a nudo e dando vita a un ritratto a tutto
tondo. Un’interpretazione davvero superlativa, affiancata da Robert Pattinson,
con cui si è creata un’ottima chimica.
La fotografia evocativa, il montaggio, i suoni ossessionanti e la colonna sonora marcata, persino stridente e asfissiante, contribuiscono a questa strana e angosciante sensazione di disagio che continua ad attanagliare l'anima anche dopo la visione. Non è assolutamente un film per tutti.



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