martedì 5 settembre 2017

Venezia 74: "Una Famiglia" di Sebastiano Riso

di Elena Tenga




Tre anni dopo il suo debutto con Più buio di mezzanotte (presentato alla Semaine de la Critique al Festival di Cannes nel 2014), il regista siciliano Sebastiano Riso torna sul grande schermo con il suo secondo lungometraggio, Una Famiglia, in concorso alla 74^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. La pellicola sarà nelle nostre sale dal 28 settembre.

La storia racconta una realtà molto dura: Maria è una donna vittima di raggiro e demolita psicologicamente dal proprio compagno/aguzzino, costretta a rimanere incinta, per poi vendere i figli a caro prezzo a coppie che non ne possono avere e che finiscono, per colpa della lunga burocrazia, a comprare i bambini in nero. Questo scenario dai toni molto cupi si consuma all'interno di un piccolo appartamento nel quartiere di San Lorenzo a Roma, in contrasto con la vitalità della zona, piena di studenti e vita notturna.


Il regista racconta questa storia, apparentemente d'amore, andando in profondità, senza fare sconti o buonismi. Emergono, infatti, tutta la crudeltà ed il cinismo di Vincent (italianizzato in Vincenzo), interpretato dall'attore e musicista francese Patrick Bruel, che riesce a dare la giusta rappresentazione al suo complesso personaggio dalla doppia personalità, che in apparenza sembra avere gli occhi buoni.
La protagonista è Maria, interpretata da Micaela Ramazzotti che, dopo averci regalato un personaggio meraviglioso ne La Pazza Gioia (2016) di Paolo Virzì, ha avuto il coraggio di mettersi nei panni di una donna dalla psicologia molto complessa. Brava anche la giovane attrice Matilda De Angelis, nel piccolo ruolo di una ragazza sbandata che spaccia droga.
Il regista lavora in sottrazione, con molti silenzi che incutono quel senso di tensione e di disagio nello spettatore che non riuscirà a rimanere estraneo a questa vicenda, anzi, avrà il desiderio di vedere una reazione o una ribellione all'ingiustizia da parte di una donna che vorrebbe solo una famiglia insieme all'uomo che ama. 



Molte scene si svolgono in penombra, tutto viene consumato all'interno delle quattro mura, dove spesso accadono questi fatti di cronaca, in molti casi accompagnati da violenze domestiche sia fisiche che psicologiche. Come sempre, questo accade alle donne che perdono la loro identità e non sanno trovare il coraggio di denunciare o di ribellarsi a queste situazioni.

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