venerdì 26 gennaio 2018

"Chiamami col tuo nome": una meravigliosa e struggente storia d'amore

di Silvia Sottile




Estate 1983, nord Italia. Elio Perlman (Timothée Chalamet), un precoce diciassettenne americano, vive nella villa di famiglia passando il tempo a trascrivere e suonare musica classica, leggere, e flirtare con la sua amica Marzia (Esther Garrel). Elio ha un rapporto molto stretto col padre (Michael Stuhlbarg), un eminente professore universitario specializzato nella cultura greco-romana, e con la madre Annella (Amira Casar), una traduttrice, che gli danno modo di approfondire la sua cultura in un ambiente che trabocca di delizie naturali. Mentre la sofisticazione e i doni intellettuali di Elio sono paragonabili a quelli di un adulto, permane in lui ancora un senso di innocenza e immaturità, in particolare riguardo alle questioni di cuore. Un giorno arriva Oliver (Armie Hammer), un affascinante studente americano di 24 anni, che il padre di Elio ospita per aiutarlo a completare la sua tesi di dottorato. In un ambiente splendido e soleggiato, Elio e Oliver scoprono la bellezza della nascita del desiderio, nel corso di un'estate che cambierà per sempre le loro vite.

Dal 25 gennaio, dopo il plauso della critica mondiale, numerosi premi vinti e ben 4 meritatissime nomination agli Oscar (miglior film, miglior attore protagonista Timothée Chalamet, miglior sceneggiatura non originale e miglior canzone originale) è finalmente nelle nostre sale il meraviglioso Chiamami col tuo nome (Call Me By Your Name) di Luca Guadagnino, un sensuale racconto di formazione che mette in scena con rara sensibilità e delicatezza la scoperta della sessualità in piena adolescenza, attraverso l’esplorazione del desiderio che diviene passione irrefrenabile. 


Tratto dall’acclamato romanzo di André Aciman, Chiamami col tuo nome ricorda molto il Bertolucci di Io Ballo da sola. Naturalmente si sente anche la mano esperta di James Ivory (autore dell’ottima sceneggiatura che ci auguriamo vinca l’Oscar) ma l’abilità di Guadagnino si vede soprattutto nel modo in cui riesce ad amalgamare magistralmente tutti questi elementi,  grazie al lavoro fatto con la macchina da presa che lascia fluire in maniera estremamente spontanea i movimenti dei corpi. In questo il regista è sicuramente aiutato dalle straordinarie interpretazioni dei suoi protagonisti: il giovane e talentuoso Chalamet riesce ad esprimere tutti i turbamenti e i sentimenti del suo Elio; Hammer regala inaspettate sfumature al suo Oliver; un intenso Michael Stuhlbarg dà vita a un commovente monologo finale, da brividi, che entra di diritto nella storia del cinema. 

Centrali nel film sono anche gli splendidi e assolati paesaggi della campagna lombarda in cui Elio e Oliver si muovono, tra passeggiate in bicicletta, elettrizzanti nuotate, sguardi e tocchi seducenti, corpi nudi che richiamano la bellezza delle statue dell’antica Grecia in un’estate pigra e indolente fatta di musica classica, letture colte e conversazioni sofisticate. Del resto l’ambiente culturale e sociale di riferimento è proprio quello dell’alta borghesia intellettuale e poliglotta, come si evince già dagli affascinanti titoli di testa e dall’alternanza di italiano, inglese, francese e addirittura tedesco. Con pochi dettagli Guadagnino riesce anche a inquadrare perfettamente il periodo storico, quel 1983 che vede al governo Craxi e il Pentapartito.


In questo quadro che sembra dipinto da uno dei migliori pittori paesaggisti francesi, nasce una meravigliosa e struggente storia d’amore che viene raccontata con deliziosa grazia ed estrema delicatezza, a partire dai primi accenni di desiderio fino alla sua sensuale esplosione. Un amore passionale e totale (come lo sono tutti gli amori vissuti a quell'età) a cui si accompagna la scoperta della propria sessualità. E colpisce positivamente proprio il fatto che per una volta il racconto di un amore omosessuale non abbia al centro la tematica dell’accettazione ma sia visto con una tale naturalezza che non può fare a meno di toccare profondamente il cuore dello spettatore.

Anche la colonna sonora contribuisce enormemente alla percezione delle emozioni, con l’alternanza di musica classica, repertorio anni ’80 e canzoni originali del cantautore americano Sufjan Stevenstra cui la vibrante Mystery of Love che ha appena ottenuto la nomination all’Oscar. 

Chiamami col tuo nome è un capolavoro imperdibile, tocca l’anima, trafigge il cuore, entra nella mente e rimane lì, continuando ad emozionare.

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