giovedì 11 gennaio 2018

"Tre Manifesti a Ebbing, Missouri" di Martin McDonagh

di Silvia Sottile




Mildred Hayes (il premio Oscar Frances McDormand) è una madre dal discutibile temperamento alla ricerca dell’assassino che ha messo fine in modo tragico e brutale all’esistenza della figlia. Devastata da questa perdita e dall’ignavia delle forze dell’ordine, impegnate ad aggredire ingiustamente le persone di colore, la donna si prefigge l’obiettivo di riportare a galla il caso di omicidio. Commissiona, quindi, la realizzazione di tre enormi manifesti pubblicitari all’ingresso della città, contenenti un messaggio diretto esplicitamente a William Willoughby (Woody Harrelson), il venerato capo della polizia locale che a sua volta coinvolgerà nelle indagini il vice Dixon (Sam Rockwell), uomo violento e razzista. Questi eventi porteranno ad uno scontro senza esclusione di colpi in una spirale crescente di odio, violenza e rabbia, fino a un inaspettato punto di svolta…



Presentato in anteprima alla 74esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove è stato premiato per la migliore sceneggiatura, Tre manifesti a Ebbing, Missouri, scritto e diretto dal premio Oscar Martin McDonagh, è un film potente, crudo, drammatico, un pugno nello stomaco. Una commedia nera politicamente scorretta, amara, cattiva, violenta, dove tutti i personaggi hanno le loro ragioni e le loro colpe. Una black comedy pervasa di pungente ironia e dosi massicce di umorismo sferzante. Una sorta di western contemporaneo da cui esce fuori un interessante ritratto dell’America rurale odierna.

La pellicola è valorizzata da una sceneggiatura perfetta, scritta in maniera impeccabile e trainata da dialoghi taglienti ed esplosivi. Il film è ulteriormente impreziosito dalle sublimi interpretazioni di Frances McDormand (straordinaria nel rendere il dolore di una madre tutta d’un pezzo, una donna dura e ferita che non si ferma di fronte a nulla, dal comportamento comprensibile ma non giustificabile), Woody Harrelson (nel ruolo di un uomo di buon cuore che regala una delle scene più commoventi) e Sam Rockwell (da applausi la sua trasformazione in poliziotto immaturo e aggressivo).


La storia che ho voluto raccontare è quella di una guerra tra due persone che sono entrambe, in una certa misura, nella parte giusta – ha spiegato McDonagh - ed è per questo che si attiva tensione e drammaticità. Quale direzione segui quando sei bloccato tra perdita e rabbia? Cosa fai, di costruttivo o distruttivo, per scuotere le cose? Mi è sembrato interessante indagare su ciò che accade quando la vita ci mette di fronte a situazioni senza speranza, ma che ci invitano ancora a sperare. Questo è anche il motivo che differenzia il mio film dagli altri polizieschi, mi sono domandato: ‘cosa succede se non c’è soluzione a questo crimine?’”. Il regista e sceneggiatore britannico ha svelato di aver scritto il personaggio di Mildred proprio per la McDormand: “era lei l’attrice che possedeva tutte le caratteristiche della mia protagonista. Doveva essere in contatto con la classe lavoratrice, avere una sensibilità rurale. Ero sicuro che avrebbe potuto interpretare la sua oscurità con destrezza e umorismo”.

Tre Manifesti a Ebbing, Missouri ha trionfato ai Golden Globe 2018 aggiudicandosi ben quattro riconoscimenti: Miglior Film Drammatico, Miglior Sceneggiatura, Miglior Attrice Drammatica (Frances McDormand) e Miglior Attore non Protagonista (Sam Rockwell).


Tre manifesti a Ebbing, Missouri è stato inoltre designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) grazie alla capacità di Martin McDonagh di mescolare e stratificare “influenze che partono dagli archetipi della tragedia greca e arrivano al noir postmoderno, passando per gli stilemi del western e quelli della commedia nera, senza mai farsi derivativo” e per la capacità di essere “un film di grande intrattenimento, che non perde efficacia nella descrizione di un mondo - gli Stati Uniti rurali - nel quale rancore, violenza, razzismo, ignavia e ignoranza, senza più argine, rischiano di radere al suolo ogni forma di vivere sociale e comunitario”.

Al cinema dall’11 gennaio, distribuito da 20th Century Fox. Assolutamente da non perdere! Consigliamo, se possibile, la visione in lingua originale per cogliere al meglio le sottili sfumature dei brillanti dialoghi.

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