giovedì 1 marzo 2018

"Lady Bird": un delizioso coming of age al femminile

di Silvia Sottile



Christine McPherson (Saoirse Ronan) rinnega il suo nome di battesimo e – per affermare la propria identità – ne usa uno scelto da lei, "Lady Bird", pretendendo di essere chiamata così da tutti. Lady Bird vive a Sacramento, “dalla parte sbagliata della ferrovia”, in una città che odia perché non succede mai nulla, e sogna di frequentare il college a New York. Intanto l’attende l’ultimo anno di liceo in una scuola cattolica. Il padre (Tracy Letts), sempre amorevole con la figlia, ha da poco perso il lavoro; la madre (una strepitosa Laurie Metcalf), infermiera, fa i doppi turni in ospedale per mantenere la famiglia e non può permettersi di assecondare i sogni di Lady Bird.

Ma Christine è una ragazza caparbia, in piena adolescenza, quel momento della vita in cui si ha voglia di cambiamento e si dispone della grinta e del coraggio di credere di poter davvero realizzare i propri desideri, anche se non si sa ancora bene quali siano. Affronta, dunque, l’anno scolastico tra affettuosi, umoristici e turbolenti scontri con la madre, a cui è legata da un rapporto di odio/amore (essendo le due donne caratterialmente molto simili) e vivendo al massimo le esperienze tipiche della sua età: un corso di teatro, nuove amicizie e primi amori, alla scoperta del suo posto nel mondo.

Nel cast troviamo anche due giovani e promettenti attori: Lucas Hedges (Manchester by the Sea) e Timothée Chalamet (Chiamami col tuo nome, per cui è candidato all’Oscar).


Esordio alla regia per l’attrice e sceneggiatrice Greta Gerwig, Lady Bird è un delizioso coming of age al femminile che parte da uno spunto autobiografico della stessa regista, nata a Sacramento. Il film si apre proprio con una citazione della scrittrice Joan Didion “Chiunque parla dell’edonismo Californiano non ha mai trascorso un Natale a Sacramento”. Fin dalla prima scena, una delle migliori della pellicola, in cui emerge in maniera buffa e ironica il rapporto conflittuale madre/figlia, si nota che Lady Bird, pur essendo una classica storia di formazione, ha una sua spiccata originalità, alla stregua della sua protagonista. La brillante scrittura della Gerwig si concentra proprio sulla figura di Christine, dipingendola a tutto tondo, ricca di sfumature, in un’esplosione di emozioni diverse e contrastanti, tutte magistralmente rese da Saoirse Ronan che riesce a dare piena credibilità al suo personaggio.

Vincitore di due Golden Globe (miglior film comedy e migliore attrice in un film comedy) e candidato a 5 premi Oscar (film, regia, attrice protagonista Saoirse Ronan, attrice non protagonista Laurie Metcalf, sceneggiatura originale) Lady Bird è un attento e preciso ritratto del passaggio all’età adulta, raccontato con garbo, delicatezza ed ironia, riuscendo anche a commuovere, come nel momento in cui la madre dice alla figlia: "Vorrei che tu fossi la versione migliore di te stessa". 


Nella storia di questa ragazza c’è il ritratto di una generazione, perché il film riesce a cogliere perfettamente quel momento centrale dell’adolescenza in cui ci si sente esattamente come lei. E forse è proprio il ricordo di quel periodo della propria vita a rendere lo sguardo verso Lady Bird ancora più dolce e affettuoso. 

La regia, indubbiamente solida e pulita, non è dotata di particolari guizzi e può darsi che la nomination agli Oscar (la Gerwig è solamente la quinta donna ad aver ottenuto questo riconoscimento dopo Lina Wertmüller, Jane Campion, Sofia Coppola e Kathryn Bigelow, unica a vincere) sia arrivata principalmente per rispondere alle polemiche degli ultimi tempi (pensiamo al movimento #MeToo) ma sicuramente Lady Bird è una deliziosa, divertente e gradevolissima commedia indipendente che ha il merito di far sorridere con tenerezza.

Dal 1° marzo al cinema, distribuito da Universal Pictures.

Nessun commento:

Posta un commento