sabato 17 marzo 2018

"Tomb Raider": Alicia Vikander è Lara Croft

di Silvia Sottile



Non si può chiedere a Tomb Raider di essere più di un prodotto di intrattenimento. Partendo da questo punto di vista e  tenendolo bene in mente, la pellicola diretta da Roar Uthaug (The Wave) può dirsi discretamente riuscita. 

Reboot cinematografico della famosissima saga videoludica iniziata nel 1996, già portata al cinema con i due discutibili film Lara Croft: Tomb Raider (2001) e Tomb Raider – La culla della vita (2003), interpretati da Angelina Jolie, Tomb Raider si basa questa volta sul reboot del 2013 del noto videogioco. Anche la nuova Lara Croft (il premio Oscar Alicia Vikander), protagonista nello specifico di una origin story, assume connotati fisici differenti da quelli dell’immaginario collettivo ma più umani e realistici, in ogni caso più simili a quelli della nuova versione del videogame.


La ventunenne Lara Croft (Alicia Vikander) è la figlia fiera e indipendente di un eccentrico avventuriero, scomparso quando lei era ancora una bambina. Priva di qualsiasi obiettivo, Lara si allena in palestra e lavora come corriere in bicicletta per le caotiche strade di Londra. Determinata a trovare il suo posto nel mondo con le sue forze, si rifiuta fermamente di accettare l’idea che il padre (Dominic West) sia realmente morto, rifiutandosi, al tempo stesso,  di appropriarsi della cospicua eredità che le spetta. Quando si imbatte in un indizio che le rivela l’ultima destinazione conosciuta di suo padre, Lara si lascia tutto alle spalle partendo alla volta della leggendaria Tomba di Himiko, nascosta su un’isola mitologica che potrebbe trovarsi al largo delle coste del Giappone. Ma la sua sarà una missione estremamente pericolosa. In compagnia del Capitano Lu Ren (Daniel Wu) e armata solo della sua raffinata intelligenza, della sua fede cieca e della sua innata testardaggine, Lara dovrà imparare a spingersi oltre i propri limiti nel suo viaggio verso l’ignoto. Se sopravvivesse a questa pericolosa avventura, potrebbe realmente capire chi sia e conquistare il nome di Tomb Raider.

Nel cast anche la raffinata Kristin Scott Thomas (Ana Miller), Walton Goggins (nel ruolo del villain) e un divertente cameo di Nick Frost.

Segnaliamo che i costumi, accurati e impeccabili, sono opera della straordinaria Colleen Atwood, vincitrice di 4 Premi Oscar (Chicago, Memorie di una Geisha, Alice in Wonderland, Animali fantastici e dove trovarli).


Tomb Raider ci racconta, dunque, una storia di formazione, ovvero come Lara Croft, non ancora una profanatrice di tombe, diventerà Tomb Raider a tutti gli effetti.  La parte migliore del film, a nostro avviso, è proprio quella iniziale, in cui conosciamo questa giovane, risoluta e caparbia ragazza, legatissima al padre scomparso, che per scoprire il mistero legato alla sua sparizione, intraprende un pericolosissimo viaggio verso lidi misteriosi. In questo, la scelta della talentuosa attrice svedese, vincitrice dell’Oscar per  la sua intensa interpretazione in The Danish Girl, si rivela ottimale. È proprio la Vikander, col suo impegno e la sua bravura, a rendere credibile (e profondamente umano, dotato di sentimenti e di una caratterizzazione tridimensionale) il personaggio di Lara Croft e a rappresentare il cuore del film, il suo aspetto vincente. 

Tomb Raider ha una classica impostazione da film d’avventura, ricco di scene d’azione e di alcune sequenze entusiasmanti (come ad esempio quella che si svolge nel relitto sul fiume), molte delle quali realizzate con un montaggio frenetico, ritmo serrato e movimenti veloci, tipici del videogioco da cui deriva, cosa particolarmente evidente soprattutto nell’inseguimento al porto di Hong Kong e in alcune scene action all’interno della Tomba di Himiko. 


La seconda parte della pellicola, quella marcatamente tratta dal videogame, risulta eccessivamente debitrice nei confronti dell’immaginario di Indiana Jones, a cui si ispira in maniera fin troppo evidente anche la sceneggiatura che non regala spunti particolarmente originali, risultando a tratti prevedibile negli snodi e nei colpi di scena. 

Nell’insieme, comunque, nonostante qualche piccolo e fisiologico difetto, Tomb Raider è un film godibile che offre un piacevole intrattenimento, uno dei migliori adattamenti videoludici portati sul grande schermo, nettamente superiore ai due precedenti film con la Jolie, adatto sia agli appassionati giocatori ma anche a chi non ha mai avuto un joystick in mano. Dal finale aperto si presume che ci sarà almeno un sequel. Che stia per avere inizio un nuovo franchise

Dal  15 marzo al cinema, distribuito da Warner Bros.

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