Quell’istinto innato da cacciatore si era già
palesato durante la gioventù, quando, armato di fucile, amava addentrarsi nei
boschi a caccia di prede. Saverio Barone adesso è adulto e quel suo raffinato
fiuto tra tecnica e istinto ora lo utilizza proficuamente nella sua
professione: quella di PM. E’ l’ultimo elemento ad essere entrato a far parte
del pool antimafia, un gruppo di uomini dello Stato votati alla legge che, a
rischio della propria incolumità, hanno fatto della lotta alla mafia e alla
criminalità organizzata una ragione di vita e che per molti, troppi, ha
significato trovare la morte.
Il
Cacciatore è una coproduzione Cross Production, Beta Film in
collaborazione con Rai Fiction, diretta da Stefano Lodovichi e Davide Marengo,
in onda in prima serata e in prima visione su Rai2 da mercoledì 14 marzo. I
primi due episodi sono visibili in anteprima online su RaiPlay da domenica
11 marzo.
Liberamente ispirato alla vera storia del magistrato
Alfonso Sabella, narrata nel libro Cacciatore
di Mafiosi , la serie in sei serate è la storia di due mondi, due inferni
paralleli: quello degli uomini della giustizia, destinati a vivere sotto scorta
in una quotidianità perennemente violata dalla paura di agguati e attentati
mafiosi e dall’altra quella dei boss, sempre in fuga, artefici di un presente
in cui le uniche regole sono violenza, sangue e morte. Un potere che ha i
connotati del male assoluto e che non ha più pietà di nessuno, neppure dei bambini.
Il
Cacciatore racconta le vicende di Saverio Barone
(Francesco Montanari), un PM che nei primi anni ’90, appena trentenne, diventa
il protagonista della caccia ai mafiosi nella stagione immediatamente
successiva alle stragi di Capaci e via D’Amelio, dove perdono la vita i giudici
Falcone e Borsellino. Un PM che mette in ginocchio l’intera mafia corleonese,
mandando dietro le sbarre centinaia di mafiosi. Una scalata fatta d’intuito,
istinto e ambizione, che inizia il giorno in cui Saverio, PM emergente della
procura di Termini Imerese, decide di denunciare il proprio capo, Salvatore
Donà (Vincenzo Pirrotta), sospettato di collusioni con la mafia.
Una scelta che
rischia di stroncare per sempre la carriera del giovane PM, ma che finisce per
attirare l’attenzione di Andrea Elia (Roberto Citran), nuovo procuratore capo
di Palermo, che propone a Saverio di entrare nel suo pool antimafia. Barone, da
un giorno all’altro, si trova proiettato in un universo nuovo, attraente e pericoloso:
alla procura di Palermo è il più giovane, il meno esperto, e i colleghi più
grandi lo trattano con sufficienza; lo chiamano “cacanidu”, l’ultimo uccellino della covata e il primo, di solito, a
lasciarci le penne.
Ma Saverio sa presto dimostrare il proprio talento e si
guadagna il diritto di fronteggiare il male assoluto, il giorno in cui gli
vengono assegnate le indagini su Leoluca Bagarella (David Coco) e Giovanni Brusca
(Edoardo Pesce), boss mafiosi accusati di centinaia di omicidi, mente e braccio
dietro l’omicidio di Giovanni Falcone e responsabili del rapimento e della
detenzione di Giuseppe Di Matteo (Antonio Avella), dodicenne con la sola colpa
di essere figlio di un pentito di mafia. Un confronto quotidiano con l’orrore
che inevitabilmente porta Saverio a isolarsi nella sua ossessione e a
distruggere tutto quanto di buono, nel tempo, ha saputo costruire attorno a sé:
a partire dalla relazione con Giada (Miriam Dalmazio), che solo pochi mesi
prima gli ha dato una figlia, Carlotta.
Il
Cacciatore è la storia della discesa agli inferi di un giovane
PM, ma in parallelo racconta anche il privato di quei boss sanguinari a cui Saverio
dà la caccia. Di Leoluca Bagarella, Don Luchino, capo supremo della mafia
palermitana, per esempio, si racconta che nonostante l’enorme potere, vive il
dolore di non riuscire a concepire un figlio con sua moglie Vincenzina (Roberta
Caronìa). Si scava poi nel rancore di Giovanni Brusca, che mal sopporta la sua
eterna condizione di latitante e sogna di costruire un castello – la sua villa
di Borgo Molara – e di scalzare Bagarella dal trono di capo dei capi. Si entra
infine nella soggettiva di Tony Calvaruso (Paolo Briguglia), giovane autista di
Bagarella che si illude di poter vivere e arricchirsi grazie alla mafia, senza
doversi sporcare le mani e la coscienza. Una serie, insomma, che non è solo la
storia di un cacciatore, ma è anche la storia delle sue prede.
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