venerdì 9 febbraio 2018

"Ore 15:17 - Attacco al treno": Clint Eastwood racconta la storia di tre eroi americani

di Silvia Sottile




Dopo lo splendido Sully (2016), interpretato da uno straordinario Tom Hanks, Clint Eastwood con Ore 15:17 – Attacco al treno torna a parlare di eroi americani, esagerando però con la retorica – che già aveva abbondantemente pervaso American Sniper (2014) – e questa volta il risultato cinematografico è davvero deludente.

Il film racconta la vera storia di tre ragazzi (Anthony Sadler, Alek Skarlatos e Spencer Stone, interpretati da loro stessi) le cui gesta li hanno resi degli eroi.

Nelle prime ore della sera del 21 agosto del 2015, il mondo ha assistito stupefatto alla notizia divulgata dai media, di un tentato attacco terroristico sul treno Thalys 9364 diretto a Parigi, sventato da tre coraggiosi giovani americani in viaggio in Europa. Ore 15:17 - Attacco al treno ripercorre le vite di questi tre amici, dai problemi dell'infanzia, alla ricerca del loro posto nel mondo, fino alla serie di sfortunati eventi che hanno preceduto l'attacco. Durante quell'esperienza che li ha messi a dura prova, la loro amicizia non ha mai vacillato, diventando la loro arma più potente che ha consentito loro di salvare le vite di oltre 500 passeggeri presenti a bordo.


L’eroico trio è formato dallo studente Anthony Sadler, da Alek Skarlatos, membro della Guardia Nazionale dell’Oregon e da Spencer Stone, membro dell’Air Force statunitense, che nel film interpretano loro stessi. Clint Eastwood sceglie, dunque, la strada dell’estremo realismo, quasi documentaristico, in una commistione con la finzione cinematografica (le attrici Judy Greer e Jenna Fisher interpretano le madri di Stone e Skarlatos). Scelta che non convince e rende la pellicola un ibrido non ben delineato: né un documentario (forse sarebbe stato preferibile seguire totalmente questa strada), né cinema. 

In realtà, per quanto non particolarmente brillanti, i tre ragazzi, per non essere attori professionisti, non se la cavano neanche così male. Ciò che delude è proprio la costruzione della pellicola che parte da una sceneggiatura povera, debole, che non riesce a creare la giusta tensione. Privo di un avvincente ritmo narrativo, il film relega ai soli minuti finali (e ad alcuni brevi flash iniziali, probabilmente le sequenze migliori) l’episodio clou dello sventato attacco terroristico. Ed è un peccato, perché si tratta sicuramente della parte più riuscita che avrebbe meritato molto più spazio per sprigionare tutto il suo potenziale drammatico. Troppo spazio viene invece dedicato al racconto della vita dei tre ragazzi (focalizzandosi principalmente su Stone, una sorta di "predestinato"), dall’infanzia a scuola, alla scelta di arruolarsi, fino a quella che a nostro avviso è la parte decisamente peggiore, la vacanza in Europa, tra Italia, Olanda e Germania, infarcita di cliché, incontri e dialoghi inutili e una quantità esagerata di selfie, oltretutto girata come fosse un filmino amatoriale. 

A tutto questo si aggiunge l’intento eccessivamente patriottico e politico di Eastwood che infarcisce la pellicola di retorica americana (in particolare religiosa) ed esaltazione della guerra.

Ore 15:17 - Attacco al treno è nelle nostre sale dall’8 febbraio, distribuito da Warner Bros. Pictures.

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