mercoledì 14 febbraio 2018

"Black Panther": un cinecomic politico

di Silvia Sottile




Black Panther, diretto da Ryan Coogler (Creed – Nato Per Combattere, Prossima Fermata Fruitvale Station) è il primo cinecomic all black dell’universo cinematografico Marvel, interamente dedicato alla figura di T’Challa, alias Pantera Nera, personaggio che fece la sua prima apparizione nei fumetti Marvel nel 1966. 

Dopo aver brevemente conosciuto T’Challa (Chadwick Boseman) in Captain America: Civil War, in Black Panther lo ritroviamo al suo rientro in Wakanda, isolata nazione africana, all’apparenza tra le più povere del pianeta ma in realtà ricchissima e ipertecnologica grazie ai giacimenti di Vibranio.


Dopo la morte del padre T’Chaka, Re del Wakanda, T’Challa deve succedergli al trono e prendere il suo posto come legittimo re. Ma quando un vecchio e potente nemico farà ritorno, il suo ruolo come sovrano e la sua identità come Black Panther verranno messe alla prova e T’Challa sarà trascinato in un tremendo conflitto che metterà a rischio il destino del Wakanda e di tutto il mondo. Costretto ad affrontare tradimenti e pericoli, il giovane Re dovrà radunare i suoi alleati e scatenare tutto il potere di Black Panther per sconfiggere i suoi nemici, mantenere il Wakanda al sicuro e preservare lo stile di vita del suo popolo.


Oltre a Boseman, il cast è ricco di star di colore: il premio Oscar Lupita Nyong’o (Star Wars – Il Risveglio della Forza, 12 Anni Schiavo), il premio Oscar Forest Whitaker (L’ultimo re di Scozia), Angela Bassett, Daniel Kaluuya (candidato all’Oscar come miglior attore protagonista per il film rivelazione Scappa – Get Out), Michael B. Jordan (Creed – Nato Per Combattere) e Letitia Wright. Gli unici due bianchi del cast sono Martin Freeman e un grandioso Andy Serkis in una sorta di divertente reunion de Lo Hobbit, in cui interpretavano rispettivamente i personaggi di Bilbo Baggins e Gollum. 

'Black power', dunque, ma anche 'girl power' in questo Black Panther, grazie alla presenza delle Dora Milaje, le forze speciali del Wakanda, composte da leali guerriere che si occupano della difesa del Re.

A differenza dell’ultimo film Marvel uscito in sala (Thor: Ragnarok) in cui l’ironia e i toni comici avevano preso il sopravvento, Black Panther è un cinecomic che si distingue nettamente dai precedenti, in particolare per il tono estremamente serio e per il forte e marcato messaggio politico, già evidente fin dalla scelta di dare vita a un film incentrato sul personaggio di Pantera Nera. 


I temi toccati sono decisamente troppo impegnativi per una pellicola di intrattenimento: la critica all’isolazionismo, la scelta di utilizzare le proprie risorse per fornire aiuti e fare del bene, il messaggio di dividere la ricchezza e lottare contro lo sfruttamento. Tutti argomenti indubbiamente nobili e coraggiosi che però indeboliscono Black Panther proprio a livello di intrattenimento e coinvolgimento. Non mancano di certo le scene spettacolari e gli effetti speciali ma, nell’insieme, il film si rivela lento, riflessivo, cupo e a tratti noioso. Sicuramente ci sono elementi affascinanti (come la coesistenza di una tecnologia avveniristica con le tradizioni africane, evidenti soprattutto nella cerimonia di incoronazione e sottolineate  dalla colonna sonora, uno dei tanti richiami a Il Re Leone) ma l’eccessiva politicizzazione appesantisce la visione, probabilmente anche a causa della durata eccessiva (2 h e 15’), e ne risentono anche le interpretazioni dei protagonisti che appaiono un po’ ingessati. Non è un caso, infatti, che a brillare più di tutti sia  Andy Serkis, nei panni del folle criminale Ulysses Klaue (già visto in Avengers: Age Of Ultron).

Black Panther è nelle nostre sale dal 14 febbraio.

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