mercoledì 24 maggio 2017

"Cuori Puri": un nuovo amore sboccia nella periferia romana

di Alberto Leali



Agnese (Selene Caramazza) ha 18 anni, frequenta assiduamente la Chiesa e vive con una madre (Barbora Bobulova) devota e intransigente che vuole che resti pura fino al matrimonio. Stefano (Simone Liberati), invece, ha 25 anni, una famiglia che rischia lo sfratto e che gli chiede continuamente soldi e fa il custode in un parcheggio adiacente a un campo rom. Tra i due ragazzi nascerà un sentimento forte e inatteso. 

Un bell'esordio nel lungometraggio quello del fotografo e video-artist Roberto De Paolis, che con Cuori Puri, in cartellone alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes, racconta, con sensibilità ed efficacia, lo sbocciare dell'ennesimo amore giovanile in un milieu di desolante difficoltà. Se la tematica religiosa fa subito pensare al recente La ragazza del mondo di Marco Danieli, Cuori Puri tocca, però, numerosi altri argomenti: il baratro della precarietà, il razzismo e la paura del diverso, la periferia sorda e fustigatrice, l'incertezza del futuro, famiglie disastrate e figli cresciuti troppo in fretta o tenuti sotto una campana di vetro per paura del mondo... 


In Cuori Puri sono riscontrabili una maturità e una sicurezza sorprendenti nel rappresentare quello che il regista definisce un "percorso sul timore dell'altro", ma anche sulla necessità di rompere dogmi e schemi per sfuggire ad un'identità che opprime. Lo sfondo sociale della periferia romana di Tor Sapienza, con i centri di accoglienza e i campi rom, serve a indagare sulle incertezze e le angosce dei protagonisti, ingabbiati in un contesto che li respinge e desiderosi di aggrapparsi a qualcosa di bello, che possa dare una svolta alle loro vite (un po' come ha fatto Claudio Giovannesi con il suo Fiore). 

Stefano proietta la sua paura di essere escluso dalla società sui suoi vicini rom, a cui è legato da un controverso rapporto di repulsione; Agnese, invece, vuole vivere, fare esperienze, non precludersi l'amore e nemmeno il sesso, ma il peso delle paure, dei sensi di colpa e delle costrizioni si fa sentire ogni volta più forte. I cuori dei due giovani sono puri perché incapaci di tendere all'altro, rinchiusi nelle loro corazze di difesa, ma bramosi di aprirsi, di sporcarsi, di evadere da sé.


De Paolis segue con camera a mano fluida e mobilissima ogni gesto, ogni passo, ogni sguardo dei suoi protagonisti, interpretati dai promettenti Selene Caramazza e Simone Liberati, lasciandoli liberi di muoversi, di improvvisare, di sentire. E ne coglie le reciproche trasformazioni con una naturalezza e una sincerità inedite, rinunciando a inquadrature, a spazi determinati e alla luce artificiale. In Cuori Puri c'è l'osservazione quasi documentaristica della quotidianità, ci sono attori professionisti (Stefano Fresi, Antonella Attili, Barbora Bobulova, Edoardo Pesce) mescolati a giovani non professionisti in una rete ben articolata di storie e microstorie, c'è una regia empatica che non giudica, nemmeno laddove è più facile farlo, e non si pone mai con superiorità rispetto a ciò che filma. 

Un'opera senz'altro riuscita, a cui si può rimproverare solo una durata un po' eccessiva, che appesantisce la fruizione della parte finale, illuminata, comunque, da sequenze che restano in testa. Da non perdere.

Nelle nostre sale dal 24 maggio.

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