mercoledì 17 maggio 2017

"The Dinner": feroce affresco sulla mostruosità della famiglia

di Alberto Leali



È un film che spiazza The Dinner di Oren Moverman, tratto dal romanzo omonimo di Hermann Koch, già portato liberamente sullo schermo da Ivano De Matteo con I nostri ragazzi.

È la storia di due fratelli, Stan (Richard Gere) e Paul (Steve Coogan), con qualche ruggine nel passato e dalle personalità opposte, che si ritrovano con le rispettive mogli, Katelyn (Rebecca Hall) e Claire (Laura Linney), in un esclusivo ristorante a risolvere un brutto guaio combinato dai loro figli adolescenti.

La lunga cena del titolo scandisce la narrazione con le sue ricercate pietanze, ognuna delle quali corrisponde ad un capitolo della storia. In ogni capitolo emergono, come prevedibile, accesi scontri fra i personaggi, accompagnati da immancabili egoismi ed ipocrisie che si celano dietro le maschere dei buoni borghesi. 

 
The Dinner è, però, soprattutto la storia degli errori dei padri che si ripercuotono sui figli: un affresco feroce e convincente sulla mostruosità e sulla crudeltà della famiglia. Meno efficace è, invece, il tentativo di unire al corpo principale della trama altre linee narrative parallele, che finiscono inevitabilmente per appesantire la pellicola e distogliere dal suo cuore tematico, anziché approfondirlo. L'impressione è, infatti, che ci sia troppa carne a cuocere e che il film ne risenta, a causa dei numerosi flashback, specie nella prima parte, e della lunga durata.

Il finale, comunque, è obiettivamente un bel pugno nello stomaco, inatteso e sconcertante. Un'opera ben scritta, con ottimi dialoghi e interpreti ineccepibili, che, però, non sempre azzecca i tempi cinematografici, entrando nel vivo troppo tardi e peccando nell'equilibrio tra le parti. Da rilevare come il regista modelli il romanzo di Koch sulla storia americana, inserendo tematiche fondamentali per gli Stati Uniti come il razzismo e la guerra civile, pur se, onestamente, poco necessarie allo sviluppo e all'esito della vicenda narrata.

Non siamo ai livelli di Carnage di Polanski, ma Moverman affonda il bisturi anche più in profondità dei suoi predecessori e il coraggio, indubbiamente, va premiato. 

Nelle nostre sale dal 18 maggio.

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