martedì 19 febbraio 2019

#UnescoMovie – Due vite in gioco (1984)

di Diletta Nicastro



L’#UnescoMovie di oggi è dedicato a Due vite in gioco (Against all odds, 1984), film d’azione diretto da Taylor Hackford (Ufficiale e gentiluomo, L’avvocato del diavolo, Rapimento e riscatto ed Oscar nel 1978 con il corto Teenage Father) con Jeff Bridges (Seabiscuit, Il grinta e Oscar con Crazy Heart), Rachel Ward (Uccelli di rovo) e Richard Widmark (Vincitori e vinti, Assassinio sull’Orient Express).

Remake del noir Le catene della colpa (1947) con Robert Mitchum e Jane Greer (che in questo film interpreta la madre di Rachel Ward), Due vite in gioco è stato il primo film ad essere stato autorizzato dal Governo messicano a girare tra le celebri rovine della città maya di Chichen-Itza, Patrimonio Culturale dal 1988 (quindi da quattro anni dopo l’uscita del film).






La prima parte del film, infatti, è quasi interamente girata in Messico (una scena si svolge a Tulum, altra città maya, questa volta accanto ad una spiaggia) e la scena madre è ambientata proprio a Chichen-Itza. Qui infatti i protagonisti commettono un omicidio per legittima difesa che poi sconvolgerà l’evolversi degli eventi.

Nel corso delle scene girate tra le rovine è riconoscibile il campo del gioco della palla (Jeff Bridges, giocatore di football americano, lo osserva affascinato), il tempio di Kukulkan detto El Castillo (all’interno del quale vi è una scena alquanto hot tra i due protagonisti e dove, in seguito, viene commesso il delitto con frenetica fuga di Rachel Ward sulle ripidissime scale), il Sacred Cenote (il lago dove viene gettato da Jeff Bridges il corpo) e panoramica intera della città.

Il film è stato un piccolo cult negli Anni Ottanta e in molti hanno progettato viaggi per seguire le orme dei due protagonisti, itinerari che culminavano, ovviamente, proprio a Chichen-Itza, e ancora oggi è possibile imbattersi su Internet in agenzie viaggio che ripercorrono i siti toccati dai protagonisti.



Curiosità: l’importanza di Chichen-Itza è messa in evidenza non solo dal poster in cui sono ritratti Jeffes Bridges e Rachel Ward appassionatamente abbracciati di fronte ad un tempio (scena che di fatto non c’è nel film), ma anche nel video musicale del main theme del film, Against all odds (Take a look at me now) di Phil Collins (che ricevette una nomination agli Oscar come miglior canzone originale ma perdette contro I just called to say I love you di Stevie Wonder da La signora in rosso). Il video, infatti, diretto sempre da Taylor Hackford, oltre che includere ovviamente scene della pellicola, comprese quelle a Chichen-Itza, mostra una maschera maya che si trasforma nel volto di Phil Collins.



Curiosità due: nel thriller archeologico The Death Relic di Chris Kuzneski del 2011 (mai tradotto in Italia) si fa cenno al film e alle riprese avvenute in Messico, sullo sfondo delle rovine maya.

La motivazione per cui la città Pre-Ispanica di Chichen-Itza è entrata nel Patrimonio Culturale nel 1988:

“Questo sito sacro era uno dei maggiori centri maya della penisola dello Yucatan. Durante i suoi quasi 1.000 anni di storia, diversi popoli hanno lasciato il segno sulla città. La visione Maya e Tolteca del mondo e dell’universo si rivela nei loro monumenti di pietra e opere artistiche. La fusione di tecniche di costruzione maya con nuovi elementi dal Messico centrale rende Chichen-Itza uno degli esempi più importanti della civiltà Maya-Tolteca nello Yucatán. Diversi edifici sono sopravvissuti, come il Tempio dei Guerrieri, El Castillo e l’osservatorio circolare noto come El Caracol”.

Nessun commento:

Posta un commento