lunedì 25 febbraio 2019

#UnescoMovie – Sabotatori (1942)

di Diletta Nicastro



Nell’immediato post-Oscar vogliamo parlare per #UnescoMovie di qualcuno che assurdamente l’Oscar non l’ha mai vinto (se non alla carriera nel 1968) nonostante 5 nomination e soprattutto sebbene sia riconosciuto universalmente come uno dei registi più grandi mai nati: Alfred Hitchcock (1899-1980).

Avevamo già parlato di un suo film la scorsa primavera con Io confesso, ed oggi ci concentriamo su un’altra pellicola, meno nota: Sabotatori, con Priscilla Lane, Robert Cummings e Otto Kruger, uscito negli Usa il 22 aprile 1942 (e in Italia nel 1949).



Il film, girato tra Hollywood e New York nel 1942, narra di un giovane che lavora in una fabbrica di munizioni e che viene accusato ingiustamente di sabotaggio. Tentando di provare la propria innocenza, vivrà mille avventure (ed incontrerà la bionda Priscilla Lane, che però non toccherà mai il cuore di Hitchcock essendogli stata imposta dalla produzione). Di primo acchito sembra quasi un titolo dimenticato, tuttavia “tutti sanno di che film si tratta appena si fa riferimento al finale che si svolge sulla Statua della Libertà”, come ricorda François Truffaut nel suo Il cinema secondo Hitchcock (1977).

La scena finale, infatti, ambientata sulla Statua della Libertà, Patrimonio Culturale dell’Unesco dal 1984, è così ricca di adrenalina e tensione (con il tipico tocco di Hitchcock) che è impossibile da dimenticare, anche se fosse stata vista solo una volta di sfuggita, con il cattivo sospeso nel vuoto e il dettaglio della giacca che inizia a scucirsi.


“C’è un grave errore in tutta la scena: non è il cattivo che sarebbe dovuto rimanere sospeso nel vuoto, ma il protagonista; in questo modo la partecipazione del pubblico sarebbe stata dieci volte maggiore”, commenterà in seguito il regista inglese a Truffaut.

Chissà come sarebbe stata la scena, se fosse stata girata come Hitchcock suggerisce nella sua analisi a distanza. Forse di impatto più forte. O forse no. Quel che è certo è che la tensione già così si vive fortissima. Così come è interessante sapere che per le riprese fu ricostruita in studio solo una piccola parte della testa della statua, e questo grazie alla meticolosità con cui Hitchcock definiva in anticipo ogni singola inquadratura. E il risultato finale, con riprese in studio ed immagini reali della statua, è magistrale.


Sabotatori non è, ovviamente, l’unico film in cui compare un monumento così noto come la Statua della Libertà (come dimenticare, tra gli altri, il frastornante ‘cameo’ della statua nel finale de Il pianeta delle scimmie, 1968?), ma è sicuramente una delle prime apparizioni in un ruolo così determinante come location. E di fatto è diventata essa stessa simbolo del film.

La motivazione per cui la Statua della Libertà è entrata nel Patrimonio Culturale nel 1984:

“Realizzato a Parigi dallo scultore francese Bartholdi, in collaborazione con Gustave Eiffel (responsabile per la struttura in acciaio), questo imponente monumento alla libertà è stato un regalo della Francia nel centenario dell’indipendenza americana. Inaugurata nel 1886, la scultura si trova all’ingresso del porto di New York e da allora accoglie milioni di immigrati negli Stati Uniti”.




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