Nell’immediato post-Oscar vogliamo parlare per
#UnescoMovie di qualcuno che assurdamente l’Oscar non l’ha mai vinto (se non
alla carriera nel 1968) nonostante 5 nomination e soprattutto sebbene sia
riconosciuto universalmente come uno dei registi più grandi mai nati: Alfred
Hitchcock (1899-1980).
Avevamo già parlato di un suo film la scorsa
primavera con Io confesso, ed oggi ci
concentriamo su un’altra pellicola, meno nota: Sabotatori, con Priscilla Lane, Robert Cummings e Otto Kruger,
uscito negli Usa il 22 aprile 1942 (e in Italia nel 1949).
Il film, girato tra Hollywood e New York nel 1942,
narra di un giovane che lavora in una fabbrica di munizioni e che viene
accusato ingiustamente di sabotaggio. Tentando di provare la propria innocenza,
vivrà mille avventure (ed incontrerà la bionda Priscilla Lane, che però non
toccherà mai il cuore di Hitchcock essendogli stata imposta dalla produzione).
Di primo acchito sembra quasi un titolo dimenticato, tuttavia “tutti sanno di che film si tratta appena si
fa riferimento al finale che si svolge sulla Statua della Libertà”, come
ricorda François Truffaut nel suo Il
cinema secondo Hitchcock (1977).
La scena finale, infatti, ambientata sulla Statua
della Libertà, Patrimonio Culturale dell’Unesco dal 1984, è così ricca di
adrenalina e tensione (con il tipico tocco di Hitchcock) che è impossibile da
dimenticare, anche se fosse stata vista solo una volta di sfuggita, con il
cattivo sospeso nel vuoto e il dettaglio della giacca che inizia a scucirsi.
“C’è
un grave errore in tutta la scena: non è il cattivo che sarebbe dovuto rimanere
sospeso nel vuoto, ma il protagonista; in questo modo la partecipazione del
pubblico sarebbe stata dieci volte maggiore”, commenterà in
seguito il regista inglese a Truffaut.
Chissà come sarebbe stata la scena, se fosse stata
girata come Hitchcock suggerisce nella sua analisi a distanza. Forse di impatto
più forte. O forse no. Quel che è certo è che la tensione già così si vive
fortissima. Così come è interessante sapere che per le riprese fu ricostruita
in studio solo una piccola parte della testa della statua, e questo grazie alla
meticolosità con cui Hitchcock definiva in anticipo ogni singola inquadratura.
E il risultato finale, con riprese in studio ed immagini reali della statua, è
magistrale.
Sabotatori
non
è, ovviamente, l’unico film in cui compare un monumento così noto come la
Statua della Libertà (come dimenticare, tra gli altri, il frastornante ‘cameo’
della statua nel finale de Il pianeta
delle scimmie, 1968?), ma è sicuramente una delle prime apparizioni in un
ruolo così determinante come location. E di fatto è diventata essa stessa
simbolo del film.
La motivazione per cui la Statua della Libertà è
entrata nel Patrimonio Culturale nel 1984:
“Realizzato
a Parigi dallo scultore francese Bartholdi, in collaborazione con Gustave
Eiffel (responsabile per la struttura in acciaio), questo imponente monumento alla
libertà è stato un regalo della Francia nel centenario dell’indipendenza
americana. Inaugurata nel 1886, la scultura si trova all’ingresso del porto di
New York e da allora accoglie milioni di immigrati negli Stati Uniti”.
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