lunedì 4 marzo 2019

#UnescoMovie – Tess dei d’Uberville (2008)

di Diletta Nicastro



E’ notizia di pochi giorni fa che, secondo una ricerca pubblicata sul giornale archeologico Antiquity, è stata identificata l’origine di alcune pietre che formano l’emblematico cerchio in pietra di Stonehenge (quelle di ardesia grigio-blu): si tratta di due cave gallesi situate a Preseli Hills, approssimativamente a 230 km di distanza dall’altopiano dal Salisbury Plain, dove si trova Stonehenge. Un bel tragitto che fa nascere ora molte nuove congetture sul monumento megalitico più famoso d’Europa e patrimonio dell’Umanità dal 1986.

Questa località non ha, tuttavia, attratto solo studiosi e archeologi, ma anche turisti e artisti di ogni generazione (vi è anche un meraviglioso acquarello di Turner che immortala i megaliti al tramonto). Lo stesso può dirsi, ovviamente, per il cinema e la televisione.


E’ notizia recentissima, per esempio che Steven Spielberg (produttore) e Sam Mendes (regista) abbiano scelto il Salisbury Plain (ad una distanza che va dalle 2 alle 5 miglia da Stonehenge ma adiacente ai confini della buffer zone) come base per girare il film 1917 nel corso di 35 settimane (fonte The Guardian). Le riprese dovrebbero iniziare ad aprile e dovrebbero accogliere circa 500 persone tra cast tecnico e cast artistico. Il Wilshire Council Archaelogy ha criticato la proposta perché potrebbero essere danneggiate delle rovine “non precedentemente identificate”, così come si è opposto il Wiltshire Council’s landscape and design department, perché in zona vivono molte specie protette che potrebbero essere danneggiate. Cosa accadrà? Vinceranno i soldi di Hollywood o la protezione di un’area unica al mondo? (35 settimane sono davvero tante).


Se bisognerà attendere qualche tempo per avere una risposta a questa domanda, di certo vi sono altri film o telefilm che hanno avuto l’autorizzazione di mostrare le meraviglie di Stonehenge. Si va dall’inglese I ragazzi del retrobottega del 1949 all’episodio La Pandorica di apre della quinta stagione di Doctor Who (2010). Ma quello di cui vogliamo parlare è Tess dei d’Uberville, miniserie in quattro episodi firmata BBC andata in onda in Gran Bretagna dal 14 settembre al 5 ottobre 2008 ed arrivata in Italia nel 2015 su LaEffe. Diretta da David Blair, è interpretata da Gemma Arterton (Quantum of Solace, Il romanzo di Amanda) e dal premio Oscar Eddie Redmayne (La teoria del tutto, The Danish Girl, Animali fantastici e dove trovarli).

A Stonehenge, infatti, è stata girata la scena più suggestiva di tutto lo sceneggiato (e del romanzo di Thomas Hardy). “L’addio di Tess e Angel alle prime luci del mattino a Stonehenge è la scena più commovente della letteratura inglese e ricrearla all’alba, nella stessa location e nel corretto periodo dell’anno è stato tremendamente emozionante”, ha dichiarato all’epoca lo sceneggiatore David Nicholls.


La stessa Gemma Arterton è rimasta emozionata dalla scena, come ha dichiarato a Whats On Tv. “Eravamo tutti sopraffatti pensando che, wow, era esattamente dove Hardy aveva immaginato che dovesse svolgersi la scena”.

Curiosità: anche il film tv inglese del 1998 con Justine Waddell e Jason Flemyng è stato girato a Stonehenge, mentre così non fu per il più celebre Tess (1979) di Roman Polanski con Nastassja Kinski e Peter Firth. Polanski, infatti, non poteva entrare in Inghilterra per paura della possibile estradizione negli Stati Uniti a causa delle note vicende processuali che lo dichiararono colpevole nel 1977 di un rapporto con una tredicenne. Fu quindi ricostruita una replica di Stonehenge in Francia, dove venne interamente girato il film (che vinse poi tre oscar per fotografia, scenografia e costumi).

 Tess (1979)

La motivazione per cui Stonehenge, Avebury e siti associati sono entrati nel Patrimonio Culturale nel 1986:

“Stonehenge e Avebury, nel Wiltshire, sono tra i gruppi di megaliti più famosi al mondo. I due santuari sono costituiti da cerchi di menhir disposti secondo uno schema il cui significato astronomico è ancora in fase di studio. Questi luoghi sacri e i vicini siti neolitici sono una testimonianza incomparabile dei tempi preistorici”.

 Tess (1998)

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