di Silvia Sottile
Priscilla, scritto e diretto da Sofia Coppola, con Cailee Spaeny, Jacob Elordi e Dagmara Dominczyk, sarà al cinema dal 27 marzo, distribuito da Vision Distribution.
Tratto dal libro Elvis and Me di Priscilla Presley con Sandra Harmon, il film è stato presentato in Concorso all'80ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia dove Cailee Spaeny è stata premiata con la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile.
Quando l’adolescente Priscilla Beaulieu (Cailee Spaeny) incontra a una festa Elvis Presley (Jacob Elordi), l’uomo, che è già una superstar del rock’n’roll, nel privato le si rivela come qualcuno di completamente diverso: un amore travolgente, un alleato nella solitudine e un amico vulnerabile. Attraverso gli occhi di Priscilla, Sofia Coppola ci racconta il lato nascosto di un grande mito americano, nel lungo corteggiamento e nel matrimonio turbolento con Elvis. Una storia iniziata in una base dell’esercito tedesco e proseguita nella sua tenuta da sogno a Graceland. Una storia fatta di amore, sogni e fama.
Priscilla di Sofia Coppola è un biopic molto classico e convenzionale che si focalizza totalmente sulla storia d'amore tra Priscilla Beaulieu ed Elvis Presley, adottando esclusivamente il punto di vista di lei.
Il racconto è molto dettagliato (e dilatato) nel narrare gli inizi del loro rapporto, per poi scorrere troppo velocemente sull’ultimo
periodo insieme, tanto da non essere in grado di affrontare in maniera
approfondita i motivi della crisi. Tutto molto patinato, nel tipico stile della Coppola.
Per quanto delicato e a tratti gradevole, Priscilla non riesce mai a coinvolgere davvero lo spettatore, scorrendo senza particolari picchi emotivi, tanto da risultare nell’insieme piuttosto piatto e insapore.
A pesare nell’economia complessiva dell’opera è sicuramente il fatto che la storia sia raccontata dal punto di vista di Priscilla, partendo dalle memorie di Priscilla Presley in persona (e si vede), risultando quindi troppo ‘di parte’. Inoltre, mancano quasi completamente gli aspetti ‘lavorativi’ di Elvis, se non piccoli cenni strettamente funzionali alla love story.
Come si fa a parlare di Elvis Presley senza la sua musica? Non possiamo dunque neanche consolarci con la colonna sonora. Le stesse interpretazioni sono sicuramente di buon livello ma non memorabili: a nostro avviso risulta eccessivo il riconoscimento alla Spaeny a Venezia, mentre Elordi riesce sempre a spiccare e a conquistare grazie al suo fascino magnetico ma l’abbiamo decisamente apprezzato di più in Saltburn (2023) di Emerald Fennell.
Infine, è praticamente impossibile non paragonare Priscilla al recente (ed effervescente) Elvis (2022) di Baz Luhrmann (qui la nostra recensione), che raccontava a ritmo di musica e colori sgargianti il Re del Rock, impreziosito dalla strepitosa interpretazione di Austin Butler che gli è valsa BAFTA, Golden Globe e una nomination agli Oscar. Purtroppo la pellicola della Coppola esce inevitabilmente ed impietosamente sconfitta dal confronto.
Hai ragione, come si fa a parlare di Elvis e non mettere la sua musica nel film ??
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