giovedì 28 giugno 2018

"Sea Sorrow - Il dolore del mare": incontro con Vanessa Redgrave

di Silvia Sottile



Sea Sorrow - Il dolore del mare è un documentario del 2017, diretto da Vanessa Redgrave, con Ralph Fiennes e Emma Thompson. Al cinema dal 20 giugno 2018, distribuito da Officine UBU.

Quest'opera segna il debutto alla regia di Vanessa Redgrave con una personalissima e ampia meditazione sull'attuale crisi globale dei rifugiati. Una profonda riflessione sull'importanza dei diritti umani narrata attraverso gli occhi e le voci di attivisti e bambini, mescolando passato e presente, documentario e dramma. Al film danno il loro contributo Emma Thompson, che legge scritti di Sylvia Pankhurst, e Ralph Fiennes, che recita versi de La Tempesta di William Shakespeare.

Nel corso della dodicesima Festa del Cinema di Roma abbiamo avuto il piacere di incontrare la regista (accompagnata dal figlio, Carlo Nero, in veste di produttore).

Ecco cosa ci ha raccontato Vanessa Redgrave:


Abbiamo lavorato tutti per i profughi. Ecco il perché questo esordio alla regia. Stiamo vivendo in un tempo pericoloso per la democrazia. I nostri governi, in Italia come Inghilterra, non vogliono dare aiuto. Vanno contro la legge che dice di aiutare i profughi.

Tutti hanno visto il bambino affogato a Bodrum, nella spiaggia vicino a quella dove vanno i ricchi. Una foto che ci ha sconvolto. Il crimine è stato non dargli i biglietti per attraversare il mare: solo 4 km verso la salvezza! Un esempio orrendo di disumanità dei nostri governi tutti e dei nostri tempi. 

Ci sono alcuni governi di onestà civile. Ad esempio la Merkel è una donna di grande responsabilità.

Siamo tutti in grande pericolo. Il modo in cui trattano i profughi è come saremo trattati noi o come siamo già trattati. Senza salute, istruzione, pensione… ciò che fanno ai profughi è ciò che potrebbero fare a noi o ce lo stanno già facendo!


Sto raccontando la storia del mio paese che è anche la storia del vostro. È stato un viaggio per il mondo. È un peso e una responsabilità profonda raccontare queste storie. Bisogna scavare a fondo quando c'è una situazione così importante.

Abbiamo legato Shakespeare. Ad esempio, ne ‘La Tempesta’, chiunque, anche un re, può essere un profugo.

La gente è stata trattata così male per anni che non sa come andare avanti e in più i governi mettono tanti ostacoli. Nonostante questo, ci sono tanti che aiutano.

L'assistenza sociale non esiste quasi più. Nel documentario si parla anche di baby prostituzione minorile dei profughi. Questa è una verità che non bisogna dimenticare. Io gestisco con mio figlio ‘Safe Passage’, una Ong per aiutare e non lasciare affondare i profughi”.

Copyright foto © Silvia Sottile

Nessun commento:

Posta un commento