lunedì 30 ottobre 2017

"Vittoria e Abdul": Judi Dench è la Regina Vittoria

di Silvia Sottile





Presentato in anteprima fuori concorso alla 74^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Vittoria e Abdul racconta, in maniera romanzata, una parte poco conosciuta della biografia della Regina Vittoria, poiché dopo la sua morte, la famiglia (in particolare il figlio Bertie, poi salito al trono col nome di Edoardo VII) fece di tutto per nasconderla.

Vittoria e Abdul è ispirato alla storia vera dell'improbabile amicizia tra il commesso indiano Abdul e la regina Vittoria, durante gli ultimi anni del suo regno. Abdul Karim (Ali Fazal) ha 24 anni quando sbarca in Inghilterra per servire a tavola durante il Giubileo d'oro della Regina (Judi Dench). Lo sguardo curioso del ragazzo fa breccia nel cuore dell'anziana monarca, stanca di protocolli e rituali di corte. Affascinata dai racconti esotici e spensierati di Abdul, la Regina preferisce la compagnia del domestico alla cerchia dei consiglieri reali, tanto che il giovane e inesperto commesso si ritrova ad essere l’assistente personale dell'imperatrice d'India. Ma la relazione sempre più intensa e controversa tra i due scatena una rivolta ai vertici della casa reale, che neanche la dispotica Vittoria, ormai alla soglia degli 82 anni, riuscirà a sedare tanto facilmente.


Il film del regista Stephen Frears (Florence Foster Jenkins, Philomena, The Queen) si regge principalmente sulla sontuosa interpretazione del premio Oscar Judi Dench, sempre straordinaria, che da sola vale il prezzo del biglietto. 

Per quanto privo di particolari guizzi e forse fin troppo tradizionale nell’impostazione, Vittoria e Abdul è un film delizioso, godibile, fresco, con un’elevata dose di ironia (o meglio, di humour inglese) che rasenta l’irriverenza, ma allo stesso tempo è anche delicato e commovente, specie nella parte finale, grazie ad un riuscito cambio di registro.


Dal punto di vista tecnico è tutto curato alla perfezione per immergere completamente lo spettatore nelle atmosfere dell’epoca: dalla fotografia ai paesaggi mozzafiato, dalle sontuose scenografie ai costumi impeccabili. 

Una frase, in particolare, pronunciata dal giovane Abdul, ci è rimasta nel cuore: “La vita è come un tappeto. Bisogna tessere avanti e indietro per fare un disegno”.

Dal 26 ottobre al cinema.

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