Presentato in anteprima fuori concorso alla 74^
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Vittoria e Abdul racconta, in maniera romanzata, una parte poco conosciuta
della biografia della Regina Vittoria, poiché dopo la sua morte, la famiglia
(in particolare il figlio Bertie, poi salito al trono col nome di Edoardo VII)
fece di tutto per nasconderla.
Vittoria e Abdul è ispirato alla
storia vera dell'improbabile amicizia tra il commesso indiano Abdul e la regina
Vittoria, durante gli ultimi anni del suo regno. Abdul Karim (Ali Fazal)
ha 24 anni quando sbarca in Inghilterra per servire a tavola durante il
Giubileo d'oro della Regina (Judi
Dench). Lo sguardo curioso del ragazzo fa breccia nel cuore dell'anziana
monarca, stanca di protocolli e rituali di corte. Affascinata dai racconti
esotici e spensierati di Abdul, la Regina preferisce la compagnia del domestico
alla cerchia dei consiglieri reali, tanto che il giovane e inesperto commesso
si ritrova ad essere l’assistente personale dell'imperatrice d'India. Ma la relazione sempre più intensa e controversa tra i due scatena una
rivolta ai vertici della casa reale, che neanche la dispotica Vittoria, ormai
alla soglia degli 82 anni, riuscirà a sedare tanto facilmente.
Il film del regista Stephen Frears (Florence Foster Jenkins, Philomena, The Queen) si regge principalmente sulla sontuosa interpretazione
del premio Oscar Judi Dench, sempre straordinaria, che da sola vale il prezzo
del biglietto.
Per quanto privo di particolari guizzi e forse fin
troppo tradizionale nell’impostazione, Vittoria
e Abdul è un film delizioso, godibile, fresco, con un’elevata dose di
ironia (o meglio, di humour inglese) che rasenta l’irriverenza, ma allo stesso
tempo è anche delicato e commovente, specie nella parte finale, grazie ad un
riuscito cambio di registro.
Dal punto di vista tecnico è tutto curato alla
perfezione per immergere completamente lo spettatore nelle atmosfere dell’epoca:
dalla fotografia ai paesaggi mozzafiato, dalle sontuose scenografie ai costumi
impeccabili.
Una frase, in particolare, pronunciata dal giovane
Abdul, ci è rimasta nel cuore: “La vita è come un tappeto. Bisogna tessere
avanti e indietro per fare un disegno”.
Dal 26 ottobre al cinema.
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