di Silvia Sottile
Negli Anni 70 in Italia, Pasquale Abatangelo, un ex hippy e rapinatore di banche di Firenze, lotta per i diritti dei detenuti in Italia ed è presente in tutte le principali rivolte che hanno scosso le carceri italiane.
È ispirato a
queste vicente il docufilm Pensando
ad Anna scritto e diretto da Tomaso Aramini arriva nei cinema
dal 17 gennaio con No Mad Entertainment con prima al Nuovo Cinema Aquila di
Roma alle ore 18.30 presenza del cast con dibattito organizzato da Collettivo
Militant, Csoa Ex Snia, Laboratorio politico Granma, De Lollis Underground. Già
in concorso al Festival dei Popoli 2024, l’opera verrà proiettata per eventi in
tutta Italia anche in realtà associative dato l’alto interesse storico e socio
culturale.
«Inizia un lungo tour che porterà Pensando ad Anna in tutta Italia –
spiega il regista Aramini – Molte già le
richieste avanzate attorno a un progetto coraggioso, nato dalla curiosità di
raccontare gli Anni '70 da una prospettiva inedita, quella del carcere.
Attraverso la storia unica di Pasquale Abatangelo, ricca di snodi esistenziali
e politici articolati complessi, ho ripercorso le più importanti rivolte
carcerarie cercando di alimentare un dibattito storico rigoroso su un’epoca
molto spesso raccontata ancora come cronaca. È un film di impegno civile, per
un pubblico che vuole comprendere, approfondire, dibattere. Perché dal carcere
si misura la qualità della nostra democrazia».
Pensando ad Anna è
stato realizzato mediante la tecnica dell'etnografia performativa immergendo
Abatangelo in un'esperienza meta-teatrale per riportare in essere il suo
vissuto, al fine di una comprensione più profonda della sua persona sia a
livello umano che sociale. Lui fu uno dei tredici detenuti politici di cui le
BR chiesero la scarcerazione in cambio del rilascio di Aldo Moro: un uomo di
salde convinzioni che non si è mai pentito né dissociato, e il cui unico
momento di fragilità è il ricordo della donna amata, compagna di una vita di
lotta.
La narrazione si
svolge su tre piani. L'intervista "en scène" - che Aramini e il
giornalista Fulvio Bufi hanno realizzato con l’ausilio di Pasquale Abatangelo,
dopo tre anni di scrupolosa ricerca - la performance drammatica e il materiale
d'archivio. Tutto per consentire di esplorare concetti politici, il suo privato
e analizzare il contesto storico.
La macchina da presa,
condotta da Peter Zeitlinger, ha inseguito i movimenti e le reazioni
dell’intervistato con brevi piani-sequenza a ottica grandangolare, per
immergere lo spettatore nella dinamica dell’esperimento, costruendo un
montaggio interno che ha misurato le emozioni, e le oscillazioni della
coscienza di Pasquale, alternando mimesi e straniamento brechtiano a seconda
del respiro del racconto, e della necessità di dialettizzarci o sensibilizzare
lo spettatore.
«Queste scelte – si legge nelle note di regia - hanno portato a un documentario in cui il reale è il processo stesso
del suo costruirsi, ovverosia l’auto-posizionarsi della coscienza di Pasquale,
tra durezze e commozione, e di riflesso il posizionarsi della coscienza dello
spettatore, in questo stadio di vigilanza continua nei confronti dello
“spettacolo” stesso, per maturare, spero, una riflessione radicale sul ruolo
dei delinquenti politicizzati all’interno delle lotte sociali negli anni '70, e
in modo più circoscritto sul sistema giudiziario italiano, sul tema della
punizione e sulla qualità della nostra democrazia».
Le scene, girate in
due settimane tra le celle dell'ex ospedale psichiatrico giudiziario di Napoli,
vedono gli attori Luca Iervolino e Tiziana De Giacomo interpretare Abatangelo e
la sua Anna scomparsa nel 2018. Il tutto valorizzato dalla colonna sonora originale
di Eugenio Vatta.
Prodotto da Tomaso
Aramini per Method, Gaetano Di Vaio e Giovanna Crispino per Bronx Film, Silvia
Vas Zeitlinger e Peter Zeitlinger per Mali Pegasus, in collaborazione con
Studio Tumminelli Consulenza del Lavoro & Coaching HR, sostenuto da Fondo
Audiovisivo FVG, Regione Campania, Campania Film Commission.
SINOSSI
Pensando ad Anna ripercorre la storia delle
più importanti rivolte carcerarie in Italia negli anni '70 attraverso la
testimonianza di Pasquale Abatangelo, un ex deliquente politicizzato, diventato
uno dei fondatori dei NAP (Nuclei Armati Proletari), un’organizzazione armata
di sinistra profondamente coinvolta nella lotta per i diritti dei detenuti. Il
film intreccia interviste, ricostruzioni performative e materiale d'archivio,
facendo interagire in un esperimento live Abatangelo stesso, il regista Tomaso
Aramini, il giornalista Fulvio Bufi, attori e oggetti scenici, interrogandosi
se sia necessaria o meno la violenza politica per il cambiamento della società.
Qui il trailer ufficiale:
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