di Valerio Brandi
Un prologo molto particolare quello di Companion, nuovo film prodotto dalla New
Line Cinema (la casa che ha dato vita a Il
Signore degli Anelli di Peter Jackson), al cinema dal 30 gennaio, distribuito
da Warner Bros. Pictures.
Particolare perché non è solo, a modo suo, simpatico e
romantico, ma soprattutto per il fatto che rivela fin da subito un momento
fondamentale della trama. E per scoprire tutto questo non c’è bisogno di
aspettare l’uscita sul grande schermo per il semplice motivo che questa scena è
già presente nel trailer ufficiale, rilasciato un paio di settimane fa.
Se lo avete già visto, la sinossi e la nostra analisi
del primo lungometraggio cinematografico diretto da Drew Hancock non
costituiranno uno spoiler. Se invece difficilmente guardate i trailer
prima della visione in sala, potete fermarvi qui e rimandare la lettura a dopo,
gustandovi le rivelazioni fornite dal video di presentazione direttamente al
cinema.
“Nella mia vita ho vissuto due momenti di pura
felicità. Il primo quando ho conosciuto Josh. Il secondo... quando l’ho ucciso!”.
Queste sono le parole della protagonista, la giovane
Iris (Sophie Thatcher) che ricorda il momento in cui ha conosciuto il suo
attuale fidanzato Josh (Jack Quaid).
Perché si è arrivati a questo? Quello mostrato sembra
davvero il classico amore a prima vista tanto decantato nelle favole e nei
romanzi rosa. E la coppia nelle scene di vita quotidiana – mostrate
successivamente – sembra vivere felicemente e senza veri problemi. Tutto cambia
quando vengono invitati a trascorrere un fine settimana in una lussuosa ma
isolata baita in mezzo alle montagne.
Iris non è entusiasta della cosa perché non è mai
andata in genio a Kat (Megan Suri), l’attuale fidanzata del padrone di casa
Sergey (Rupert Friend), un uomo di origine russa abbastanza inquietante. Per
fortuna ci sono anche Patrick (Lukas Gage) ed Eli (Harvey Guillén), una coppia
omosessuale molto felice e simpatica. Forse le cose andranno meglio del
previsto... Ma naturalmente no!
Iris non solo deve difendersi da un tentato stupro da parte di Sergey, e quindi
è costretta ad ucciderlo, ma subito dopo la sua vita viene ulteriormente
sconvolta. Lei non è un essere umano ma un robot... ed è stata programmata per
amare Josh ma anche per mettere in atto un complotto ai danni di Sergey. E ora
come si arriverà al finale già annunciato?
Questo naturalmente lo scoprirete solo vedendo il film!
Companion
di Drew Hancock è un film di fantascienza che ha un pizzico di horror splatter.
Riguardo a quest’ultimo aspetto, niente di eclatante: a parte la scena della
protagonista tutta insanguinata che ricorda un po’ Carrie – Lo sguardo di Satana, per il resto abbiamo solo del sangue
dovuto a colpi di arma da fuoco o da taglio. Ma, come dicevamo prima, niente di
particolarmente pesante per coloro che non amano questo genere orrorifico: è
stata quindi scongiurata una nuova versione del controverso Terrifier 3.
La fantascienza è invece l’elemento che fa da padrone al lungometraggio: i
robot come Iris sono definiti “Sesso-Bot” e questo non può non farci pensare
all’iconico episodio della serie animata Futurama
“Sono uscito con un robot” in cui Fry
si fidanzava con la versione robotica di Lucy Liu.
Companion
è un altro film che ipotizza un futuro forse non troppo lontano in cui la
robotica verrà in aiuto non solo a coloro che sono perennemente sfortunati in
amore ma anche alla riduzione della sovrappopolazione mondiale (in maniera
decisamente più etica rispetto al modus operandi di Thanos, tanto per restare
in tema fantastico). Etica è anche la questione sulla vita di queste unità
avanzatissime, un ipotetico quesito morale già espresso in passato con
capolavori del calibro di A.I. –
Intelligenza artificiale (2001) di Steven Spielberg e che in Companion viene usato anche per parlare
di vita reale.
Il rapporto tra Iris e Josh può essere applicato anche alle relazioni tra
essere umani perché ad un certo punto viene fuori quanto sia tossico e
pericoloso questo rapporto per la protagonista, e quindi si finisce
indubbiamente a fare il tifo per lei. Companion
risulta dunque non solo un valido successore del film di Spielberg ma anche
decisamente migliore rispetto ad altri che hanno trattato questo argomento nel
recente passato, come ad esempio Ex
Machina di Alex Garland, pellicola decisamente più nichilista.
Per il resto siamo di fronte a una commedia brillante
perché i momenti di umorismo (anche nero) sono diversi e ben congegnati, quindi
in Companion non ci si annoia
praticamente mai.
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