di Silvia Sottile
La Trama Fenicia, scritto e diretto da Wes Anderson, è al cinema dal 28 maggio, distribuito da Universal Pictures.
La storia di una famiglia e di
un’impresa familiare. Con Benicio del Toro nei panni di Zsa-zsa Korda, uno
degli uomini più ricchi d’Europa; Mia Threapleton è Suor Liesl, sua figlia;
Michael Cera è Bjorn, il loro tutore. Nel cast anche Riz Ahmed, Tom Hanks,
Bryan Cranston, Mathieu Amalric, Richard Ayoade, Jeffrey Wright, Scarlett
Johansson, Benedict Cumberbatch, Rupert Friend, Hope Davis.
La Trama Fenicia è senza ombra di dubbio un film di Wes Anderson al
100%, nel suo tipico stile molto particolare. Agli inizi sicuramente originale
ma ormai, da un po’ di tempo a questa parte, fin troppo uguale a se stesso.
Esteticamente impeccabile,
con inquadrature e montaggio curatissimi, ineccepibile fotografia nei colori
pastello, raffinati costumi, la colonna sonora di Alexandre Desplat e nessun
dettaglio fuori posto, La Trama Fenicia è una summa dell’iconico ed inconfondibile cinema di Anderson. Ma al di là della perfetta confezione
patinata, cosa resta?
Purtroppo ben poco. I suoi
ultimi film, per quanto sempre ricchi di dialoghi affilati e fortemente ironici, valorizzati
da questa estetica artificiosa ed estremamente curata, sembrano l’uno la copia dell’altro.
Anche La Trama Fenicia
non fa eccezione, rivelandosi interiormente vuoto. La storia di questo tycoon
che riesce sempre a sfuggire alla morte e prova ad incrementare i suoi
interessi con svariati progetti, narrata come una grottesca parabola anticapitalista, non
decolla mai davvero. E soprattutto non coinvolge emotivamente. Che Anderson
abbia un po’ smarrito la sua eccellente vena creativa? Ha ancora qualcosa da
dire? O forse siamo noi ad esserci definitivamente stancati?
Naturalmente non manca la solita carrellata di star, presenti anche solo per un piccolo cameo (in qualche caso, addirittura brevi sketch fuori contesto). Per il resto la pellicola è tutta saldamente sulle spalle dell’onnipresente e quasi eroico Benicio del Toro che però poco può contro la scrittura del suo ruolo (tra l’altro da protagonista assoluto) di Zsa-zsa Korda, decisamente monodimensionale, tanto da apparire quasi finto. Stupisce invece positivamente l’interpretazione di Michael Cera e, ancor di più, quella di Mia Threapleton (figlia di Kate Winslet) che dona profondità e spessore emotivo al suo personaggio. Davvero una piacevole sorpresa.
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