di Valerio Brandi
Mickey Barnes (Robert Pattinson) e Timo (Steven Yeun) sono due amici sin dall’infanzia costretti a un certo punto... a cambiare pianeta!
Hanno chiesto un prestito alla persona sbagliata e se
non restituiranno il denaro entro un mese verranno uccisi brutalmente. Per loro
fortuna c’è Kenneth Marshall (Mark Ruffalo), un politico fallito ma facoltoso
intenzionato a colonizzare insieme alla sua eccentrica e manipolatrice moglie
Ylfa (Toni Collette) un nuovo pianeta di nome Nilfheim.
Timo viene assunto come pilota, mentre Mickey diventa
un sacrificabile, ossia una cavia umana per esperimenti e missioni
pericolose. Il protagonista di questa storia accetta perché, anche se il
rischio di morire in questi casi è altissimo, c’è una pratica e collaudata
soluzione: quando succederà potrà essere clonato, o meglio,
ristampato.
Già durante la traversata spaziale Mickey muore e
viene rigenerato più volte. Condizioni lavorative dure, dolorose e anche
umilianti, ma grazie all’amore di Nasha Barridge (Naomi Ackie) riesce ad andare
avanti e persino ad essere felice, almeno fino al giorno in cui non arriva un
intoppo con la sua diciassettesima ristampa...
Basato sul romanzo di fantascienza Mickey7, pubblicato nel 2020 da Ashton
Edward, il principale cambiamento nel film Mickey
17 di Bong Joon-ho sembra essere soprattutto nel titolo. Sono dunque
aumentate le ristampe del protagonista, perché la sinossi del racconto è
praticamente uguale a quella del lungometraggio. Adattamento fedele ma il tocco
cinematografico del regista premio Oscar (proprio nel 2020) si vede eccome.
La necessità dei due amici di lasciare il pianeta per
sfuggire a pericolosi creditori ricorda molto il pluripremiato Parasite (2019), un film che al pari
della serie Netflix Squid Game ha
mostrato al mondo una parte della società sudcoreana, caratterizzata da persone
che pur di diventare ricchi ed importanti decidono di fare un passo più lungo
della gamba dal punto di vista economico.
Un pianeta circondato da ghiaccio e bufere ci ha
riportato in mente un altro capolavoro di Bong Joon-ho come Snowpiercer, mentre gli alieni di
Nilfheim hanno qualcosa del supermaiale Okja. Questo perché gli Striscianti sono forse la versione più ‘pucciosa’
di un Graboid (non sarebbe male una linea di gadget dedicati a loro, visti i
tanti appassionati di Tremors nel
mondo). L’elemento più convincente di Mickey
17 ma questo non significa che il resto del lungometraggio non sia degno di
promozione.
Non vi è solo il discorso
naturalistico e sociopolitico riguardo all’invasione terrestre sul pianeta
degli Striscianti ma torna in ballo la discussione etica – anche se ancora
fantascientifica – sulla clonazione. Chi ha amato Il sesto giorno (2000)
di Roger Spottiswoode gradirà sicuramente anche Mickey 17.
L’interpretazione migliore va assegnata a Mark Ruffalo: la sua versione di Kenneth Marshall richiama in maniera inequivocabile Elon Musk, il miliardario intenzionato a colonizzare lo spazio e tanto amato dalla politica statunitense più estremista. L’attore, noto soprattutto per aver interpretato Hulk nel Marvel Cinematic Universe, ci ha mostrato con questo personaggio una parodia in stile Charlie Chaplin ne Il grande dittatore (1940), così Mickey 17 si può definire come il classico film capace di far ridere ma anche riflettere.
L’ilarità è inoltre trasmessa dal personaggio di Toni Collette e anche da battute e situazioni piccanti sulla clonazione, ideali a mantenere vivo l’interesse dello spettatore perché, se vogliamo trovare un difetto in questo ultimo lavoro di Bong Joon-ho, si tratta dell’eccessiva durata, o meglio, alcune scene sono alla fine ripetitive e qualche taglio nel montaggio finale avrebbe potuto renderlo ancor più convincente.
Prodotto da Plan B Entertainment e distribuito da
Warner Bros. Pictures, Mickey 17 sarà
al cinema dal 6 marzo 2025.
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