di Valerio Brandi
Presentato per la prima volta al Sundance Film Festival 2025, Opus – Venera la tua stella è uscito in sala negli Stati Uniti lo scorso 14 marzo, mentre per quel che riguarda il nostro Paese bisognerà aspettare giovedì 27 marzo quando verrà distribuito grazie a I Wonder Pictures.
Prodotto dalla A24 e primo lungometraggio diretto da
Mark Anthony Green, Opus – Venera la tua
stella è una storia ricca di sorprese almeno per quel che riguarda la prima
parte.
Per una buona mezz’ora sembra una normalissima satira
della società, volta a denunciare il mondo giornalistico e editoriale che
spesso e volentieri impedisce ai giovani redattori emergenti come Ariel
Ecton (Ayo Edebiri) l’occasione di sfondare in questo campo ma anche della
cultura pop in generale.
Il cantautore Alfred Moretti (interpretato da un
ipnotico John Malkovich) sembra una parodia di artisti del passato come Michael
Jackson, capaci non solo di coinvolgere milioni di persone con la loro musica
ma anche di essersi costruiti un piccolo regno sulla Terra (la tenuta di
Moretti può ricordare un po’ il famoso Neverland Ranch) dove vivere isolati e
lasciare che il resto del mondo cominci a diffondere leggende metropolitane su
ciò che avviene al suo interno (e in questo film ne abbiamo una simpatica
con protagonisti Chuck Norris e Muhammad Alì).
Tutto questo non sarebbe possibile senza appunto i
fan, e anche Alfred Moretti ne ha di fedelissimi, tanto da appostarsi fuori
dalla sua tenuta in mezzo al deserto statunitense pur di riuscire soltanto a intravederlo.
Ma dopo circa trenta minuti si intuisce che la storia
potrebbe evolversi in qualcos’altro. Una cosa accennata anche nel trailer,
quindi, se lo avete già visto o non temete gli spoiler, potete benissimo andare
avanti con la lettura.
Sia per via della scelta della location (isolata
e quasi impossibile da abbandonare senza mezzi motorizzati) ma anche per le
disposizioni del personale (divieto assoluto di utilizzo dei cellulari) la
dimora di Moretti sembra molto simile all’isola dello Chef Julian
Slowik (Ralph Fiennes) del film The
Menu (2022) di Mark Mylod. Che ci sia qualcosa di losco lo si intuisce anche dagli
atteggiamenti dello staff, inquietanti e onnipresenti, come la concierge Belle
(Amber Midthunder, che sarà al cinema dal 27 marzo anche con Mr. Morfina - qui la nostra recensione), ma le conferme aumentano
quando Moretti, intervistato frequentemente da Ariel, comincia sempre di più ad
autocelebrarsi e identificarsi come il santone di una setta.
Ariel a parte che, come accennato sopra, è una giornalista
praticamente sconosciuta per via degli atteggiamenti narcisistici e
prevaricatori del suo principale Stan (Murray Bartlett), gli altri
invitati (interpretati da Juliette Lewis, Mark Sivertsen, Stephanie
Suganami e Melissa Chambers) a questa terribile fabbrica di
cioccolato sono tutte persone che in passato con il loro lavoro hanno
creato malcontento a Moretti.
Film come Opus –
Venera la tua stella e The Menu ci lasciano dunque un importante insegnamento, valido soprattutto per i
giornalisti e i critici di vario genere: dato che molte persone importanti non
sembrano davvero accettare le critiche, allora è meglio rifiutare ogni tipo di invito da parte di coloro che avete un tempo in qualche modo criticato.
C’è poi un ulteriore insegnamento nel finale (decisamente diverso dal film di Mark Mylod) ma quello lo scoprirete solo andando al cinema dal 27 marzo.
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