di Silvia Sottile
Il mio vicino Adolf è un film di Leon Prudovsky con David Hayman, Udo Kier, Kineret Peled.
Colombia, maggio 1960. Il Signor Polsky, un solitario e scontroso sopravvissuto all’Olocausto, vive nella sua remota abitazione nella campagna colombiana e trascorre le sue giornate giocando a scacchi e curando i suoi amati cespugli di rose. Un giorno, quando un misterioso anziano di origine tedesca si trasferisce nella casa accanto alla sua, inizierà a sospettare che il suo nuovo vicino sia… Adolf Hitler.
Dato che nessuno gli crederà, sarà lui ad imbarcarsi in prima persona in una missione investigativa per trovare le prove. Per riuscirci però dovrà essere più vicino al suo prossimo di quanto vorrebbe. Così vicino che i due potrebbero quasi diventare amici.
Dal 3 novembre al cinema, distribuito da I Wonder Pictures.
NOTE DI REGIA
Mia nonna era una donna ansiosa, acida e senza pazienza. Non rideva quasi mai ed era sempre tesa, come se una tragedia fosse sempre dietro l’angolo. Come molti altri sopravvissuti all’Olocausto, non ha mai superato il trauma, non ha mai fatto pace con la perdita né ha mai smesso di odiare i tedeschi.
Ne Il mio vicino Adolf ho provato a raccontare una parabola chassidica con l’umorismo ironico, tragico e non convenzionale che caratterizzava il mondo ebraico prima dell’Olocausto. Una parabola che percorre il sottile confine tra dolore e ridicolo, realismo e assurdo, delicatezza acuta e sfrontatezza grottesca.
Il mio vicino Adolf esplora la natura dell'ostilità. Cosa succede se conosci il tuo peggior nemico e scorgi l’umanità che si cela dietro il tuo odio più puro? E se finite per diventare amici? L'odio è più forte del bisogno di amicizia? O lascia spazio alla riconciliazione?
Credo che le domande poste da questa parabola siano universali ed eterne e siano valide per qualsiasi conflitto, in qualsiasi luogo e in qualsiasi periodo storico. E, magari, oggi più che mai, è necessario trovare delle risposte.
(Leon Prudovsky)
Qui il trailer ufficiale:
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