di Silvia Sottile
Dopo “Buongiorno notte” Marco Bellocchio torna sul caso Moro sperimentando per la prima volta la serialità, una forma narrativa dall’ampio respiro per affrontare la molteplicità dei punti di vista dei personaggi che di quella tragedia furono protagonisti e vittime.
Scritta da Marco
Bellocchio, Stefano Bises, Ludovica Rampoldi, Davide Serino, diretta da Marco Bellocchio,
nel cast Fabrizio Gifuni nei panni di Aldo Moro, Margherita Buy, Toni Servillo,
Fausto Russo Alesi, Gabriel Montesi e Daniela Marra, “Esterno Notte” è una
serie Rai prodotta da Lorenzo Mieli per The Apartment, società del gruppo
Fremantle, con Simone Gattoni per Kavac Film, in collaborazione con Rai
Fiction, in coproduzione con Arte France. Il distributore internazionale è
Fremantle.
Dopo la presentazione ai Festival di Cannes, New York e Londra, “Esterno Notte” sarà premiato a dicembre agli EFA, gli Oscar europei, con l’ Award for Innovative Storytelling (il premio per la narrazione più innovativa) a Marco Bellocchio.
“Esterno Notte” andrà in onda su Rai 1 il 14, 15 e 17 novembre, in prima
serata.
SINOSSI
1978. L’anno tra i più tormentati e ingombranti per la storia del nostro Paese. Violenza di piazza, rapimenti, gambizzazioni, scontri a fuoco, attentati. L’anno del rapimento e dell’omicidio del presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, da parte delle Brigate Rosse, l’organizzazione terroristica italiana di estrema sinistra costituitasi nel 1970 per propagandare e sviluppare la lotta armata rivoluzionaria per il comunismo. L’anno in cui sta per insediarsi, per la prima volta in un paese occidentale, un governo sostenuto dal Partito Comunista (PCI), in una storica alleanza con la Democrazia Cristiana. Aldo Moro, il suo Presidente, è il principale fautore di questo accordo che segna un passo decisivo nel reciproco riconoscimento con il più grande partito comunista in Occidente guidato da Enrico Berlinguer. Proprio nel giorno dell’insediamento del Governo che con la sua abilità politica è riuscito a costruire, il 16 marzo 1978, sulla strada che lo porta in Parlamento, Aldo Moro e gli uomini della sua scorta cadono in un agguato in via Fani a Roma.
Il presidente della Dc viene rapito e l’intera scorta sterminata. È un attacco diretto al cuore dello Stato. La sua prigionia durerà cinquantacinque giorni, scanditi dalle lettere di Moro e dai comunicati dei brigatisti. Cinquantacinque giorni di speranza, paura, trattative, fallimenti, buone e cattive azioni. Cinquantacinque giorni al termine dei quali il suo cadavere verrà abbandonato in un’automobile in via Caetani, esattamente a metà strada tra la sede della Democrazia Cristiana e quella del Partito Comunista Italiano.
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