venerdì 15 dicembre 2017

"La Ruota delle Meraviglie": amori e ossessioni a Coney Island

di Silvia Sottile


Diretto da Woody Allen e impreziosito dalla fotografia del Premio Oscar Vittorio Storaro, La Ruota delle Meraviglie è un racconto fatto di passione e tradimenti che ha per sfondo la pittoresca Coney Island degli anni '50.

Tra fragili speranze e nuovi sogni, le vite di quattro personaggi si intrecciano nel colorato e frenetico mondo del parco divertimenti. Ginny (Kate Winslet), ex attrice malinconica ed emotivamente instabile che lavora come cameriera, madre di un bambino con tendenze piromani, è sposata col rozzo Humpty (Jim Belushi). Insoddisfatta della sua vita, Ginny intreccia una relazione col giovane e attraente bagnino  Mickey (Justin Timberlake) che sogna di diventare scrittore. L’arrivo di Carolina (Juno Temple), la figlia che Humpty ha avuto dal primo matrimonio, costretta a nascondersi nell'appartamento del padre per sfuggire ad alcuni gangster, sconvolge i già precari equilibri.


La Ruota delle Meraviglie  è un film disincantato e dolente, dove a dispetto dei colori sgargianti e dall’atmosfera apparentemente gioiosa di un parco divertimenti, si consuma un’ineluttabile tragedia. Woody Allen ha spesso alternato – nella sua lunghissima filmografia – pellicole molto ironiche e leggere ad altre dai toni totalmente drammatici. Proprio a quest’ultimo genere appartiene La Ruota delle Meraviglie, film in cui Allen omaggia apertamente il grande teatro tragico americano.

Impostato come una pièce teatrale d’altri tempi, con una netta rottura della quarta parete (il personaggio interpretato da Justin Timberlake è anche la voce narrante del racconto), quest’ultimo lavoro del grande regista newyorkese si regge sulla sua straordinaria protagonista, un’intensa Kate Winslet.


Eppure neanche l’immensa prova di una delle più grandi attrici del panorama cinematografico attuale basta a nascondere l’affievolimento della vena creativa di Allen. Ancora una volta il regista mette in scena molto di sé, declinando in maniera leggermente diversa un copione simile a molti altri suoi lavori degli ultimi anni. 

Benché si intitoli La Ruota delle Meraviglie in omaggio alla ruota panoramica del parco di divertimenti di Coney Island, sempre visibile dall’appartamento di Ginny e Humpty, il titolo ha naturalmente un significato metaforico, anzi, più di uno. Per quanto i personaggi abbiano voglia di cambiare, alla fine continuano a perpetuare i loro comportamenti, ancora e ancora. Questo girare a vuoto e questa incapacità di cambiamento, si riflettono anche nella riuscita della pellicola, ingolfata, rallentata e appesantita da un’eccessiva verbosità. 


Splendido visivamente, La Ruota delle Meraviglie trova il suo punto di forza proprio nella strabiliante fotografia del nostro Vittorio Storaro (vincitore di tre premi Oscar per Apocalypse Now, Reds e L’Ultimo Imperatore), capace di giocare magistralmente con luci e colori, alternando tonalità calde tendenti al rosso/arancio, prerogativa del personaggio di Ginny, a quelle più fredde e bluastre che rappresentano meglio la personalità di Carolina. In questo modo lo spettatore si trova quasi immerso in un affascinante e poetico dipinto.

Dal 14 dicembre al cinema.

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