giovedì 28 dicembre 2017

"Coco": incontro con il regista, la produttrice e le voci italiane

di Silvia Sottile




Dal 28 dicembre è nelle nostre sale l’ultimo capolavoro Disney/Pixar, Coco, diretto da Lee Unkrich e Adrian Molina. Qui la nostra recensione.

Nel corso del tour promozionale del film, abbiamo avuto occasione di incontrare a Roma, in conferenza stampa, il regista Lee Unkrich (Toy Story 3), la produttrice Darla K. Anderson e i talent italiani Mara Maionchi, Matilda De Angelis, Valentina Lodovini (rispettivamente le voci di Mamà Coco, Zia Victoria e Mamà) e Michele Bravi che interpreta la canzone dei titoli di coda.
Ecco cosa ci hanno raccontato:

Lee Unkrich: “Per noi era estremamente importante realizzare una trasposizione del giorno dei morti che fosse quanto più vicina possibile allo spirito del Dia de Los Muertos messicano. Era importante che questo luogo rappresentato non fosse la destinazione finale, ecco perché appare come una sorta di Aldilà laico. Poi, ognuno, in base alle proprie credenze, può decidere dove andare successivamente. C’è un altro aldilà che lasciamo sia misterioso. Questo rappresentato nel film è un luogo dove si viene ricordati. Solo dopo, quando non si è più ricordati, si muore di nuovo. Essere ricordati dipende solo dalla persona.

 Lee Unkrich

Rappresentare visivamente il regno dei morti è stato molto difficile, non solo tecnicamente. Abbiamo fatto molte ricerche in Messico ma non siamo certo andati a visitare il regno dei morti! Tutto è basato sulla fantasia e sulla creatività e volevamo che fosse profondamente radicato nel Messico e nella loro realtà, abbiamo quindi scelto di rappresentarlo come una città in continua costruzione perché ci sono sempre persone che passano a miglior vita. Il team tecnico di artisti creativi ha lavorato sodo per qualcosa che pochi anni fa non sarebbe stato possibile creare. Hanno realizzato qualcosa che è andato ben oltre ogni possibilità.

Sapevamo che c’era una tradizione precedente di film con scheletri (da La Sposa Cadavere di Tim Burton a Il Libro della Vita di Jorge R. Gutierrez) e abbiamo cercato di ritagliarci un nostro spazio originale. Abbiamo preso la decisione di riempire il film di musica in modo che fosse impossibile separare il film dalla musica basandoci proprio sulla cultura musicale messicana. Noi facciamo i film che piacciono a noi, non indirizzati nello specifico ai bambini, ma poi ci assicuriamo che possano essere adatti ai bambini e che abbiano un messaggio positivo”.

 Darla K. Anderson

Darla K. Anderson: “Il film parla della famiglia e parla anche del seguire le proprie passioni. Volevamo seguire questi discorsi. Era importante esplorare i temi dei rapporti tra le generazioni vista l’importanza della famiglia nella tradizione messicana. E abbiamo messo anche tutto l'amore per la musica messicana nel film. Per noi è stato molto gratificante lavorare in un film che ha affrontato tutti questi temi. Questo ragazzo che ama la sua famiglia e vuole renderla felice e la sua famiglia lo ama. È stato bello esplorare tutto questo. La cosa più importante è ricordare i propri antenati perché se non lo si fa verranno dimenticati per sempre. La famiglia è la cosa più importante, vanno tenuti tutti nel cuore. 

Gli eredi di Frida Kahlo ci hanno dato una grande mano, molti suggerimenti, hanno partecipato all’anteprima di Città del Messico. Sono state persone piacevoli con cui lavorare. Il personaggio di Ernesto de la Cruz è stato creato prendendo ispirazione da diversi cantanti messicani e c'è anche un tocco di Elvis”.

Mara Maionchi

Mara Maionchi: “Sono contenta di doppiare questo personaggio perché è incredibilmente più vecchio di me! Io sono molto stonata ma sono stati così bravi da far cantare pure me. All’inizio è stato un dramma ma poi mi sono rilassata. Io sono nata impiegata, ho fatto tanto lavori, poi sono approdata alla musica ma non sono un’artista. Non canto perché sono realista ma aiuto gli altri a realizzarsi artisticamente.

La morte fa paura ed io che ho una certa età la sento più vicina. Ma l’ironia toglie la paura. Mi piace molto la passione del ricordo. L'effettiva cosa che fa paura è quando si sparisce per sempre perché si è dimenticati”.

 Matilda De Angelis

Matilda De Angelis: “Massimiliano Manfredi in sala di doppiaggio è stato un angelo che mi ha aiutata molto. Sono contenta di aver doppiato uno scheletro visto che mi dicono che ho una voce molto più adulta della mia età. A proposito dei sogni: io sono convinta che avere un sogno è qualcosa che ti fa svegliare la mattina. Anche l'entusiasmo con cui vivi per realizzare un sogno o un obiettivo come il bambino che vive e si sveglia perché ha il sogno della musica. Non deve per forza avere un fine. Ti porta del bene questa forza perché lui non può mettere a tacere la sua voce e la sua musica. Io mi ci ritrovo”.

Valentina Lodovini

Valentina Lodovini: “Io ho messo nel doppiaggio molta dolcezza, come se stessi parlando ai miei nipoti. Nel mio paese, in Umbria, si dice che se le farfalle entrano in casa sono le anime dei familiari, delle persone care che non ci sono più, quindi la farfalla è il mio animale guida. Il sogno è qualcosa di molto puro, incosciente, inconsapevole. Forse c'è chi sceglie di essere determinato ma a volte semplicemente accade, prendi la tua strada senza neanche accorgertene.

Le radici ti permettono di affrontare la vita. Io sono orgogliosa delle mie radici. Quando è morto qualcuno di caro mi è sempre stato detto ‘Guarda il cielo e sorridi’ che non vuol dire non provare un dolore ma è esattamente quello che Coco descrive. Mi piace l'idea di immaginare che i miei cari siano nel mondo di Coco. È un cartone per adulti e per bambini. Noi li proteggiamo i bambini ma loro capiscono forse di più. Bisogna educare i bambini a non avere paura della morte. È una cosa che ci porta sofferenza ma fa parte della vita. E i bambini sono più lontani dalla morte”.

 Michele Bravi

Michele Bravi: “La mia canzone, ‘Ricordami’, è la chiusa del film, io ho pianto tutto il tempo. Era importante mantenere il senso di dolcezza della canzone originale, mantenere quello spirito per cui è nata che già ti porta lacrime e commozione. Nel film, inoltre, si evidenzia la contrapposizione tra il cantante e chi vive di musica, tra chi vuole scrivere canzoni per il mondo e chi invece scrive una canzone per dedicarla a una persona cara”.

Copyright foto © Silvia Sottile

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