Dal 28 dicembre è nelle nostre sale l’ultimo
capolavoro Disney/Pixar, Coco,
diretto da Lee Unkrich e Adrian Molina. Qui la nostra recensione.
Nel corso del tour promozionale del film, abbiamo
avuto occasione di incontrare a Roma, in conferenza stampa, il regista Lee
Unkrich (Toy Story 3), la produttrice
Darla K. Anderson e i talent italiani Mara
Maionchi, Matilda De Angelis, Valentina Lodovini (rispettivamente le voci di Mamà
Coco, Zia Victoria e Mamà) e Michele Bravi che interpreta la canzone dei titoli
di coda.
Ecco cosa ci hanno
raccontato:
Lee Unkrich: “Per noi
era estremamente importante realizzare una trasposizione del giorno dei morti
che fosse quanto più vicina possibile allo spirito del Dia de Los Muertos messicano. Era
importante che questo luogo rappresentato non fosse la destinazione finale, ecco perché appare come una
sorta di Aldilà laico. Poi, ognuno, in base alle proprie credenze, può decidere
dove andare successivamente. C’è un altro aldilà che lasciamo sia misterioso.
Questo rappresentato nel film è un luogo dove si viene ricordati. Solo dopo,
quando non si è più ricordati, si muore di nuovo. Essere ricordati dipende solo
dalla persona.
Lee Unkrich
Rappresentare visivamente il regno dei
morti è stato molto difficile, non solo tecnicamente. Abbiamo fatto molte
ricerche in Messico ma non siamo certo andati a visitare il regno dei morti!
Tutto è basato sulla fantasia e sulla creatività e volevamo che fosse
profondamente radicato nel Messico e nella loro realtà, abbiamo quindi scelto
di rappresentarlo come una città in continua costruzione perché ci sono sempre
persone che passano a miglior vita. Il
team tecnico di artisti creativi ha lavorato sodo per qualcosa che pochi anni
fa non sarebbe stato possibile creare. Hanno realizzato qualcosa che è andato
ben oltre ogni possibilità.
Sapevamo
che c’era una tradizione precedente di film con scheletri (da La Sposa Cadavere
di Tim Burton a Il Libro della Vita di Jorge R. Gutierrez) e abbiamo cercato di
ritagliarci un nostro spazio originale. Abbiamo preso la decisione di riempire il film di musica in modo che fosse
impossibile separare il film dalla musica basandoci proprio sulla cultura musicale
messicana. Noi facciamo i film che piacciono a noi, non indirizzati nello
specifico ai bambini, ma poi ci assicuriamo che possano essere adatti ai
bambini e che abbiano un messaggio positivo”.
Darla K. Anderson
Darla K. Anderson: “Il
film parla della famiglia e parla anche del seguire le proprie passioni. Volevamo
seguire questi discorsi. Era importante esplorare i temi dei rapporti tra le
generazioni vista l’importanza della famiglia nella tradizione messicana. E abbiamo
messo anche tutto l'amore per la musica messicana nel film. Per noi è stato
molto gratificante lavorare in un film che ha affrontato tutti questi temi. Questo
ragazzo che ama la sua famiglia e vuole renderla felice e la sua famiglia lo
ama. È stato bello esplorare tutto questo. La
cosa più importante è ricordare i propri antenati perché se non lo si fa
verranno dimenticati per sempre. La famiglia è la cosa più importante, vanno
tenuti tutti nel cuore.
Gli eredi di Frida Kahlo ci hanno dato
una grande mano, molti suggerimenti, hanno partecipato all’anteprima di Città
del Messico. Sono state persone piacevoli con cui lavorare. Il personaggio di
Ernesto de la Cruz è stato creato prendendo ispirazione da diversi cantanti
messicani e c'è anche un tocco di Elvis”.
Mara Maionchi
Mara Maionchi: “Sono
contenta di doppiare questo personaggio perché è incredibilmente più vecchio di
me! Io sono molto stonata ma sono stati così bravi da far cantare pure me. All’inizio
è stato un dramma ma poi mi sono rilassata. Io sono nata impiegata, ho fatto
tanto lavori, poi sono approdata alla musica ma non sono un’artista. Non canto
perché sono realista ma aiuto gli altri a realizzarsi artisticamente.
La morte fa paura ed io che ho una certa
età la sento più vicina. Ma l’ironia toglie la paura. Mi piace molto la
passione del ricordo. L'effettiva cosa che fa paura è quando si sparisce per
sempre perché si è dimenticati”.
Matilda De Angelis
Matilda De Angelis: “Massimiliano
Manfredi in sala di doppiaggio è stato un angelo che mi ha aiutata molto. Sono contenta
di aver doppiato uno scheletro visto che mi dicono che ho una voce molto più
adulta della mia età. A proposito dei sogni: io sono convinta che avere un
sogno è qualcosa che ti fa svegliare la mattina. Anche l'entusiasmo con cui
vivi per realizzare un sogno o un obiettivo come il bambino che vive e si
sveglia perché ha il sogno della musica. Non deve per forza avere un fine. Ti
porta del bene questa forza perché lui non può mettere a tacere la sua voce e
la sua musica. Io mi ci ritrovo”.
Valentina Lodovini
Valentina Lodovini: “Io
ho messo nel doppiaggio molta dolcezza, come se stessi parlando ai miei nipoti.
Nel mio paese, in Umbria, si dice che se le farfalle entrano in casa sono le
anime dei familiari, delle persone care che non ci sono più, quindi la farfalla
è il mio animale guida. Il
sogno è qualcosa di molto puro, incosciente, inconsapevole. Forse c'è chi
sceglie di essere determinato ma a volte semplicemente accade, prendi la tua
strada senza neanche accorgertene.
Le radici ti permettono di affrontare la
vita. Io sono orgogliosa delle mie radici. Quando è morto qualcuno di caro mi è
sempre stato detto ‘Guarda il cielo e sorridi’ che non vuol dire non provare un
dolore ma è esattamente quello che Coco descrive. Mi piace l'idea di immaginare che
i miei cari siano nel mondo di Coco. È un cartone per adulti e per bambini.
Noi li proteggiamo i bambini ma loro capiscono forse di più. Bisogna educare i
bambini a non avere paura della morte. È una cosa che ci porta sofferenza ma fa
parte della vita. E i bambini sono più lontani dalla morte”.
Michele Bravi
Michele Bravi: “La mia
canzone, ‘Ricordami’, è la chiusa del film, io ho pianto tutto il tempo. Era
importante mantenere il senso di dolcezza della canzone originale, mantenere quello
spirito per cui è nata che già ti porta lacrime e commozione. Nel film, inoltre,
si evidenzia la contrapposizione
tra il cantante e chi vive di musica, tra chi vuole scrivere canzoni per il
mondo e chi invece scrive una canzone per dedicarla a una persona cara”.
Copyright foto © Silvia Sottile
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