giovedì 1 giugno 2017

"Wonder Woman": finalmente un cinecomic al femminile!

di Silvia Sottile




Dal 1° giugno arriva finalmente nelle nostre sale Wonder Woman, il primo cinecomic dedicato ad una supereroina donna e diretto da una donna, Patty Jenkins  (Monster, che fece vincere l’Oscar a Charlize Theron).  Arriva, dunque, per la prima volta sul grande schermo l’iconica Wonder Woman/Diana Prince, (personaggio dei fumetti DC Comics creato nel 1941 da William Moulton Marston) già interpretata nella serie televisiva degli anni ’70 dalla splendida Lynda Carter.

Per incarnare al cinema l’eroina femminile (e femminista) per eccellenza è stata scelta la modella israeliana Gal Gadot che abbiamo già visto all’opera nello stesso ruolo in Batman V Superman di Zack Snyder (2016) per una breve ma convincente apparizione.




Prima di diventare Wonder Woman, Diana (Gal Gadot) era la principessa delle Amazzoni, figlia della Regina Hippolyta (Connie Nielsen, Il Gladiatore), cresciuta a Themyscira, un’isola segreta e paradisiaca donata alle Amazzoni direttamente da Zeus. Diana viene addestrata fin da piccola dalla zia, il Generale Antiope (Robin Wright, House of Cards), per diventare una guerriera invincibile. Quando il pilota americano Steve Trevor (Chris Pine, Star Trek) precipita al largo dell’isola e racconta di un enorme conflitto bellico scoppiato nel mondo esterno, Diana decide di abbandonare la propria casa e di seguirlo, convinta di poter porre fine alla minaccia. Combattendo al fianco dell’uomo sui campi di battaglia più strazianti mai conosciuti prima, portando con sé il coraggio e i suoi ideali, Diana scoprirà i suoi pieni poteri e il suo vero destino.

Ci troviamo dunque di fronte ad una vera e propria origin story, con una prima parte (fin troppo esplicativa) ricca di richiami mitologici e ambientata in una location mozzafiato caratterizzata da un mare cristallino. Non stupisce, infatti, che sia stata girata in Italia, tra la Costiera Amalfitana, le spiagge del Cilento e Matera.  Netto il distacco, anche a livello di fotografia, con il passaggio alla Londra del 1918: si passa da colori sgargianti, luminosi, pastello, a tonalità cupe, opache, grigie e fumose, tipiche dei film di guerra. Sì, perché il resto della pellicola è ambientato durante la prima Guerra Mondiale (e non la seconda, come invece accade nel fumetto). 



Interessante questa decisione di modificare la datazione storica che consente di far emergere in maniera ancora più netta la figura di Diana in un periodo in cui le donne conducevano ancora le prime battaglie per il diritto di voto ma anche sui veri e propri campi di battaglia, dato che la guerra di trincea risulta naturalmente più adatta a valorizzare la spettacolarizzazione dei combattimenti, ottimamente coreografati. Siamo dunque nella Grande Guerra, anche se in realtà i villain, il Generale Ludendorff (Danny Huston) e la D.ssa  Maru/Dottor Poison (Elena Anaya) alle prese con gas letali, richiamano molto i nazisti.

Il cuore della pellicola è lei, la protagonista. Gal Gadot si rivela la scelta migliore possibile di casting: è assolutamente convincente nei panni di una Diana fiera, coraggiosa, combattiva, ma anche ingenua, spaesata, quasi una bambina che scopre gli orrori della guerra. Ha un animo gentile, ideali nobili e un cuore d’oro, sempre propenso a donare aiuto, amore o pietà.  E poi è meravigliosamente bella, ha un’innata presenza scenica e catalizza ogni istante lo sguardo dello spettatore. Ottimo anche Chris Pine.

Wonder Woman affascina particolarmente a livello visivo con scene davvero spettacolari (nonostante una CGI non impeccabile)  e alcune immagini sono molto potenti anche emotivamente. C’è poi spazio per la delicata storia d’amore tra Diana e Steve Trevor, che, per quanto convenzionale, scalda il cuore. Nell’insieme i 141 minuti della pellicola scorrono gradevolmente, senza mai annoiare.


Tutto perfetto, quindi? No, purtroppo. I difetti sono principalmente a livello di scrittura: la sceneggiatura è debole, i dialoghi sono molto banali, a tratti desolanti (ma forse è un problema della traduzione italiana), i cattivi e i comprimari non sono stati caratterizzati al meglio e infine riteniamo che l’attore scelto per il personaggio di Ares (non citiamo il nome per evitare di fare spoiler) non sia assolutamente adatto al ruolo (senza nulla togliere alla sua professionalità).

Comunque, nonostante questi aspetti negativi, Wonder Woman, nelle nostre sale dal 1° giugno, è un film godibile, che si guarda con piacere, appassiona, intrattiene, regala un punto di partenza per la figura femminile nel mondo dei supereroi e fa ben sperare per il futuro (in prospettiva Justice League), sempre a condizione che in casa DC/Warner facciano tesoro delle critiche costruttive.


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