mercoledì 14 giugno 2017

"Lady Macbeth": una gotica dark lady

di Alberto Leali



Nell'Ottocento inglese, la giovane Katherine (Florence Pugh) viene venduta in moglie a un uomo molto più grande di lei, che la trascura e la umilia. Ma durante una delle lunghe assenze del marito, la ragazza inizia una relazione clandestina e passionale con un giovane stalliere (Cosmo Jarvis), che ben presto diventa ossessione amorosa. 

Ispirato ad un racconto del russo Nikolaj Leskov, Lady Macbeth segna il debutto alla regia di William Oldroyn, che stupisce sia per la forza delle immagini messe in scena che per la perfetta caratterizzazione della protagonista, interpretata sorprendentemente dalla britannica Florence Pugh. Ignorata, umiliata e maltrattata dall'uomo che l'ha comprata in sposa, Katherine diviene il doloroso emblema della condizione femminile in un Ottocento cupo e violento. 


La pittorica fotografia utilizza candele e luci naturali, sfruttando abilmente l'asprezza della brughiera inglese; mentre la regia alterna efficacemente riprese con la camera a mano ed inquadrature fisse. La sceneggiatura è perfetta nel delineare con credibilità il passaggio della protagonista da vittima ingenua e repressa a dark lady sensuale e carnefice. 

E se inizialmente non possiamo che parteggiare per Katherine, le cui azioni, seppur terribili, appaiono come legittimi e liberatori mezzi di difesa, in seguito veniamo assaliti da un'inquietudine e da un timore crescenti per ciò che potrà compiere il suo animo ormai corrotto. E il film ci getta nel dubbio, rendendoci quasi incapaci di giudicarla, immersa com'è in un mondo meschino, brutale e sopraffattore. A suo modo, infatti, Katherine diventa un'oscura e perversa eroina che lotta per l'indipendenza e per essere artefice del proprio destino, attraverso l'uso di una violenza che diviene presto inarrestabile. 

Un'opera stringata, rigorosa, che non alza mai i toni, ma che incide nel profondo. Un pugno nello stomaco e un film che rimane in testa. Dal 15 giugno al cinema.

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