di Silvia Sottile
Arsa di Masbedo con Gala Zohar Martinucci, Jacopo Olmo Antinori, Giovanni Cannata, Luca Chikovani, Michele Sinisi, Maziar Firouzi, Matilde Schiaretta e con Lino Musella e Tommaso Ragno, sarà al cinema dal 24 aprile, distribuito da Fandango.
Il film esplora il tema del lutto e della perdita
attraverso un confronto tra due giovani, Arsa e Andrea. Arsa ha integrato la
figura paterna nel suo mondo interiore, elaborando il lutto attraverso il suo
rapporto con l’immaginazione e la creatività. Andrea, invece, non ha ancora
affrontato il dolore della perdita, e la sua presenza sull’isola rompe
l’equilibrio di Arsa, costringendola a confrontarsi con nuove emozioni e
pulsioni.
Distanti nel sentire, si incontrano nel mare, intenti
a nuotare verso una statua antica precedentemente scoperta da Arsa. Metafora
della figura paterna, la statua è un segno tangibile di un legame lontano e
irraggiungibile.
Arsa
è
anche una riflessione critica sulla società contemporanea e sul consumismo. Arsa
vive gli antipodi della società, recuperando gli scarti che il mare restituisce
alla terra trasformandoli in qualcosa di nuovo e significativo. Questo atto di
recupero e trasformazione è per noi un gesto di resistenza, un modo per
indagare la vita in uno spazio e tempo altro, nell’imperfetto e nel
dimenticato.
Ogni scelta di regia, di immagine, di direzione degli
attori, è stata fatta tenendo a mente il limite sottile tra sogno e realtà, il
suo mondo è la soglia. Arsa resta, alla fine, sospesa. Questa scelta porta con
sé un’azione forte: il desiderio di restare al di là di ogni forza oppositiva.
Arsa crea, produce una nuova realtà; partendo dallo scarto, dal rifiuto, la sua
arte sublima la fatica e il dolore.
Qui il trailer ufficiale:
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