sabato 8 marzo 2025

"La Città Proibita" di Gabriele Mainetti

 di Valerio Brandi



Gabriele Mainetti sta per tornare al cinema con una nuova storia che sarà ricca non solo di azione ed umorismo ma anche di colpi di scena. Alcuni di questi sono purtroppo già visibili nel trailer ufficiale quindi, a meno che non siate amanti degli spoiler, evitate di vederlo.  

Anche se il titolo non si riferisce davvero al celebre complesso residenziale dell’ex Celeste Impero, il prologo de La città proibita è comunque ambientato nella Cina di qualche decennio fa. Nel giro di pochi minuti cambia tutto, sia lo spazio che il tempo: non solo siamo ai giorni nostri ma soprattutto a Roma.  

Mei (Yaxi Liu), la protagonista di questa storia, è arrivata nella Città Eterna in cerca della sorella da tempo scomparsa. Dopo un tentativo presso l’attività malavitosa di Mister Wang (Chunyu Shanshan), nuovi indizi la portano al ristorante di Alfredo (Luca Zingaretti). 

Quest’ultimo non è presente, così è costretta a mettere sotto torchio suo figlio Marcello (Enrico Borello). Nonostante le differenze linguistiche i due giovani riescono a stabilire una comunicazione, ed entrambi si metteranno alla ricerca dei loro parenti scomparsi.  

Antico e moderno. Roma e... Roma Est! 




In poco più di due ore Gabriele Mainetti ha saputo inserire davvero tanti elementi all’interno del suo nuovo lungometraggio. Abbiamo già citato la comicità romanesca, con una serie di battute brillanti (al primo posto quella su Asterix) della stessa qualità di quelle presenti in Lo chiamavano Jeeg Robot (2015), e l’azione (focalizzata sulle arti marziali asiatiche come nei migliori film di Bruce Lee), ma La città proibita offre anche altri omaggi, riferimenti ed importanti discussioni socio-politiche.  

Non sarà affascinante come loro ma Marcello è comunque un degno erede di Joe Bradley (Vacanze Romane) e Marcello Rubini (La dolce vita), personaggi cinematografici in grado di conquistare il cuore di belle ragazze anche attraverso il fascino della capitale italiana. Molto romanesco anche Annibale (Marco Giallini), un dinosauro con la battuta pronta e pieno di sfaccettature, al centro delle tematiche su immigrazione ed integrazione presenti ne La Città Proibita.  

Un cast importante che si avvale non solo di una Sabrina Ferilli davvero ispirata, ma anche di Paolo Buglioni, grande attore e doppiatore italiano (per restare in tema di romanità, è la voce del gorilla di una nota pubblicità di un aperitivo analcolico) nei panni di un cameriere del ristorante di Alfredo. 




Un vero impero di emozioni: non solo l’ilarità e l’adrenalina dei combattimenti (con un pizzico di splatter qua e là) ma anche tanta commozione, perché vi è inoltre molta drammaticità, sia per via delle ingiustizie sociali che per i discorsi relativi alla famiglia, con i rapporti padre/figlio in primo piano.  

Significativa anche la colonna sonora che accontenta un po’ tutti: canzoni più datate come quelle di Fabrizio De André che si alternano a stili di musica tanto amati dalle nuovissime generazioni.  

L’unico difetto – se tale lo si può considerare – de La città proibita è che trattandosi di un film d’azione con continui combattimenti a colpi di Kung Fu, lo spettatore dovrà affidarsi parecchio, in certe scene, alla sospensione dell’incredulità: non siamo ai livelli del genere Wuxia ma neanche troppo lontani.

La città proibita sarà al cinema dal 13 marzo, distribuito da PiperFilm, dopo le anteprime esclusive dell’8 marzo.



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