giovedì 24 agosto 2017

"Cattivissimo Me 3": recensione e incontro stampa con i doppiatori italiani

di Silvia Sottile




Tornano al cinema dal 24 agosto le avventure di Gru e della sua famiglia in Cattivissimo Me 3, distribuito da Universal Pictures, terzo episodio della saga campione di incassi di cui fa parte anche lo spin-off Minions (2015) dedicato ai simpaticissimi e adorabili piccoli aiutanti gialli dal linguaggio incomprensibile ma sempre protagonisti delle gag più spassose.

In Cattivissimo Me 3, diretto da Pierre Coffin, Kyle Balda ed Eric Guillon, l’ex cattivo Gru (doppiato in originale da Steve Carell e in italiano da Max Giusti), convertito al bene per amore di Lucy (Arisa) e delle loro tre bambine, Margo, Edith e Agnes,  si trova ad affrontare un momento di difficoltà quando viene licenziato in tronco dalla Lega Anti Cattivi insieme alla moglie per essersi lasciati sfuggire  Balthazar Bratt (Paolo Ruffini), un folle super cattivo rimasto agli anni ’80, che ha rubato un preziosissimo diamante. Nel frattempo anche la vita privata presenta risvolti inaspettati: se Lucy prova in tutti i modi ad essere una buona madre, Gru scopre inaspettatamente di avere un fratello gemello di cui ignorava l’esistenza, Dru (sempre Max Giusti), identico a lui in tutto e per tutto a parte la fluente chioma bionda e la voglia di essere cattivo.


Dunque proprio la famiglia è al centro di questo divertente e coloratissimo film d’animazione che vanta anche un irresistibile cattivo, particolarmente riuscito, Balthazar Bratt, ex bambino prodigio della tv, poi finito nel dimenticatoio e diventato un criminale. Armato di tutina viola con spalline imbottite, palloni di Big Babol e di un repertorio dance anni ’80 (che caratterizza tutta la scoppiettante colonna sonora del film), questo personaggio consente di giocare molto sulla nostalgia di quegli anni indimenticabili. 

Naturalmente non mancano i simpatici Minions – anche se in questa occasione hanno uno spazio un po’ più limitato – che regalano momenti decisamente esilaranti.

Cattivissimo Me 3 è rivolto a tutta la famiglia: i bambini, come sempre, si divertiranno, ma anche i genitori troveranno il film piacevole e interessante. Si tratta di un franchise che pur giocando sul sicuro ha la capacità di rinnovarsi sempre, con idee originali, donando freschezza a questo terzo episodio che a nostro avviso, in una classifca ideale, si posiziona appena al di sotto di Cattivissimo Me 2 (che resta il migliore della saga) ma è nettamente più riuscito rispetto al caotico Minions. Sembra proprio che la Illumination Entertainment (suoi anche Sing e Pets – Vita da animali) abbia trovato la strada giusta per il successo.


In occasione del “Cattivissimo Me Day” abbiamo anche incontrato i doppiatori italiani della pellicola: Max Giusti (Gru e Dru), Arisa (Lucy) e Max Ruffini che dà la voce a Balthazar Bratt. 

Si è parlato innanzitutto degli anni ’80 e naturalmente di doppiaggio ma anche di famiglia e di quanto faccia bene vedere cartoni animati non banali.

Ecco cosa ci hanno raccontato:

Max Giusti: “Ho ritrovato facilmente la voce di Gru. È un personaggio che mi è molto caro e si è evoluto, ha una voce da cattivo ma anche dolce. Quella di Dru è più immediata però è stato molto difficile costruire la doppia voce. Doppiare Gru mi fa sentire un comico che ha vinto perché mi sono sentito figo nella mia famiglia, per i miei bambini. Il mondo dei bambini profuma, aiuta e pulisce, è stata una grossa opportunità professionale ma anche umana”.
 
Paolo Ruffini: “Adoro gli anni ’80, io sono rimasto lì. E anche il mio personaggio. Doppiarlo è stato impegnativo, è un cattivo molto sfaccettato perché in realtà è un infelice. Purtroppo oggi manca l’ironia, ci si prende troppo sul serio. Questo film ti racconta veramente qualcosa in più sul raggiungimento dei tuoi sogni, c’è una sorta di catarsi ellenica. La guerra dance dovrebbero farla i politici”.

Arisa: “Lucy per me è stata un esempio. È una donna che cerca di conciliare carriera e famiglia. Bisogna acuire i percettori dei nostri sentimenti e circondarsi di persone a cui vogliamo bene, le persone care, senza pensare al tipo di legame. La famiglia è importante comunque sia composta”.







Copyright foto © Silvia Sottile

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