Tornano al cinema dal
24 agosto le avventure di Gru e della sua famiglia in Cattivissimo Me 3, distribuito da Universal Pictures, terzo episodio della saga campione di incassi di
cui fa parte anche lo spin-off Minions
(2015) dedicato ai simpaticissimi e adorabili piccoli aiutanti gialli dal
linguaggio incomprensibile ma sempre protagonisti delle gag più spassose.
In Cattivissimo Me 3, diretto da Pierre Coffin, Kyle Balda ed Eric
Guillon, l’ex cattivo Gru (doppiato in originale da Steve Carell e in italiano
da Max Giusti), convertito al bene per amore di Lucy (Arisa) e delle loro tre
bambine, Margo, Edith e Agnes, si trova
ad affrontare un momento di difficoltà quando viene licenziato in tronco dalla
Lega Anti Cattivi insieme alla moglie per essersi lasciati sfuggire Balthazar Bratt (Paolo Ruffini), un folle
super cattivo rimasto agli anni ’80, che ha rubato un preziosissimo diamante. Nel
frattempo anche la vita privata presenta risvolti inaspettati: se Lucy prova in
tutti i modi ad essere una buona madre, Gru scopre inaspettatamente di avere un
fratello gemello di cui ignorava l’esistenza, Dru (sempre Max Giusti), identico
a lui in tutto e per tutto a parte la fluente chioma bionda e la voglia di
essere cattivo.
Dunque proprio la
famiglia è al centro di questo divertente e coloratissimo film d’animazione che
vanta anche un irresistibile cattivo, particolarmente riuscito, Balthazar Bratt,
ex bambino prodigio della tv, poi finito nel dimenticatoio e diventato un
criminale. Armato di tutina viola con spalline imbottite, palloni di Big Babol e
di un repertorio dance anni ’80 (che caratterizza tutta la scoppiettante
colonna sonora del film), questo personaggio consente di giocare molto sulla
nostalgia di quegli anni indimenticabili.
Naturalmente non
mancano i simpatici Minions – anche se in questa occasione hanno uno
spazio un po’ più limitato – che regalano momenti decisamente esilaranti.
Cattivissimo
Me 3
è rivolto a tutta la famiglia: i bambini, come sempre, si divertiranno, ma
anche i genitori troveranno il film piacevole e interessante. Si tratta di un
franchise che pur giocando sul sicuro ha la capacità di rinnovarsi sempre, con
idee originali, donando freschezza a questo terzo episodio che a nostro avviso, in una classifca ideale, si posiziona appena al di sotto di Cattivissimo Me 2 (che resta il migliore della saga) ma è nettamente più riuscito rispetto al caotico Minions.
Sembra proprio che la Illumination Entertainment (suoi anche Sing e Pets – Vita da animali) abbia trovato la strada giusta per il
successo.
In occasione del “Cattivissimo
Me Day” abbiamo anche incontrato i doppiatori italiani della pellicola: Max
Giusti (Gru e Dru), Arisa (Lucy) e Max Ruffini che dà la voce a Balthazar
Bratt.
Si è parlato
innanzitutto degli anni ’80 e naturalmente di doppiaggio ma anche di famiglia e
di quanto faccia bene vedere cartoni animati non banali.
Ecco cosa ci hanno
raccontato:
Max Giusti: “Ho ritrovato facilmente la voce di Gru. È un
personaggio che mi è molto caro e si è evoluto, ha una voce da cattivo ma anche
dolce. Quella di Dru è più immediata però è stato molto difficile costruire la
doppia voce. Doppiare Gru mi fa sentire un comico che ha vinto perché mi sono
sentito figo nella mia famiglia, per i miei bambini. Il mondo dei bambini
profuma, aiuta e pulisce, è stata una grossa opportunità professionale ma anche
umana”.
Paolo Ruffini: “Adoro gli anni ’80, io sono rimasto lì. E anche
il mio personaggio. Doppiarlo è stato impegnativo, è un cattivo molto
sfaccettato perché in realtà è un infelice. Purtroppo oggi manca l’ironia, ci
si prende troppo sul serio. Questo film ti racconta veramente qualcosa in più
sul raggiungimento dei tuoi sogni, c’è una sorta di catarsi ellenica. La guerra
dance dovrebbero farla i politici”.
Arisa: “Lucy per me è stata un esempio. È una donna
che cerca di conciliare carriera e famiglia. Bisogna acuire i percettori dei
nostri sentimenti e circondarsi di persone a cui vogliamo bene, le persone
care, senza pensare al tipo di legame. La famiglia è importante comunque sia
composta”.
Copyright foto © Silvia Sottile
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