domenica 23 aprile 2017

“La Tenerezza” esplora l’inquietudine e la profondità dei sentimenti

di Silvia Sottile




La Tenerezza di Gianni Amelio è un film sulla vecchiaia e sul difficile rapporto tra un padre e una figlia, fatto di non detti e sentimenti trattenuti per non soffrire. Ma è anche un film intimo, ricco di piccoli e grandi gesti quotidiani, fonte di dolore o di amore. 

A dispetto della locandina che mette in primo piano Elio Germano, protagonista assoluto della pellicola è Renato Carpentieri che fornisce una straordinaria prova d’attore regalandoci un’interpretazione struggente e malinconica.

Liberamente ispirato al romanzo La tentazione di essere felici di Lorenzo Marone, edito da Longanesi, La Tenerezza esplora infatti la quotidianità, ma anche (e soprattutto) i sentimenti inquieti e le emozioni di Lorenzo (Carpentieri), un anziano avvocato che ha appena superato un infarto. Vedovo di una moglie che non amava e tradiva, padre di due figli a cui ha negato per anni il suo affetto (Saverio/Arturo Muselli ed Elena/Giovanna Mezzogiorno) convive con il suo senso di colpa e ama parlare col nipotino Francesco (Renato Carpentieri jr) perché “ai bambini si può dire tutto”. Lorenzo si affeziona alla giovane coppia che si stabilisce nell’appartamento accanto al suo, un palazzo antico della Napoli borghese, per una volta lontana dalle periferie. Si tratta una famigliola all’apparenza felice, composta da Fabio (Elio Germano),  inquieto ingegnere del nord che non riesce a comunicare con i figli, Michela (Micaela Ramazzotti), intensa, solare, una forza della natura, e i loro due bambini. Finché un giorno una tragedia, frutto di una disperazione interiore, sconvolge la vita di tutti. Eppure, persino dal dolore più angosciante può nascere una speranza. Nel cast anche Greta Scacchi, Giuseppe Zeno e Maria Nazionale. 


Indubbiamente La Tenerezza è un film drammatico, caratterizzato da un ritmo lento che può risultare faticoso per chi non è abituato, ma in realtà si tratta di una meravigliosa pellicola d’autore, profonda, introspettiva e molto commovente, fatta di gesti, dialoghi, espressioni e sguardi così intensi da toccare l’anima. Renato Carpentieri riempie ogni scena, è la colonna portante della storia. Bravissima anche Giovanna Mezzogiorno, nei panni di una figlia all’apparenza dura ma con la voglia di recuperare il rapporto col padre. Sempre impeccabile la Ramazzotti. Poche e brevi le scene interpretate da Elio Germano, eppure grazie al suo talento sono sicuramente tra le più intense e significative. La colonna sonora accompagna magistralmente la trama ed i suoi snodi cruciali. Dal punto di vista tecnico merita assolutamente di essere sottolineata la fotografia che porta la firma del grande Luca Bigazzi (La grande bellezza).


Abbiamo chiesto al regista in sede di conferenza stampa una sua definizione di “tenerezza” e queste sono le sue parole: “non so come definirla, la tenerezza può essere un sentimento o un gesto. Papa Francesco ne ha parlato recentemente, sottolineandone  il valore liberatorio. La tenerezza è qualcosa di cui abbiamo bisogno per scacciare l’ansia in questo mondo fatto di inganni e trappole. Fare un gesto di tenerezza, considerato debole, è qualcosa che contrasta col nostro desiderio di essere forti. Ho dato questo titolo pensando alla scena finale” che appunto vede un commovente gesto di tenerezza: “mani che si prendono e si toccano... c’è voluto un percorso per scardinare la figura di questo padre e guarirlo. Si nota un richiamo a ‘Ladri di biciclette’ di Vittorio De Sica, uno dei finali più straordinari della storia del cinema”.

Gianni Amelio torna dunque al cinema con una pellicola riuscitissima in cui mette al centro i temi a lui cari: “un film sui sentimenti che sono la cosa più forte e più fragile che abbiamo, sono a rischio e ci mettono a rischio”. 

La Tenerezza sarà nelle nostre sale dal 24 aprile. 

Ecco i nostri scatti in conferenza stampa:

 Gianni Amelio

 Renato Carpentieri

 Giovanna Mezzogiorno

 Elio Germano

 Micaela Ramazzotti

 Copyright foto © Silvia Sottile

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