lunedì 30 dicembre 2024

"Maria" - La donna, oltre il palcoscenico, oltre il mito.

 di Silvia Sottile


Maria, di Pablo Larraín, in Concorso ufficiale all’81^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, arriverà nelle nostre sale dal 1° gennaio, distribuito da 01 Distribution. 

La donna, oltre il palcoscenico, oltre il mito. Un ritratto intimo e sublime di Maria Callas firmato da Pablo Larraín e scritto da Steven Knight (Spencer, Peaky Blinders, Eastern Promises).

Maria è il racconto della vita tumultuosa, bella e tragica della più grande cantante d’opera del mondo, rivissuta e reimmaginata durante i suoi ultimi giorni nella Parigi degli anni '70. A interpretare la Callas è una incredibile Angelina Jolie, al fianco di Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher, Kodi Smit-McPhee e Valeria Golino.




Dopo Jacqueline Kennedy in Jackie del 2016 (qui la nostra recensione) e Lady Diana in Spencer (2021), Larraín completa la sua trilogia di donne al contempo tragiche e mitizzate con la figura di Maria Callas. Ritratti intimi focalizzati sempre in un momento ben preciso della vita di ognuna di queste donne, in un certo senso tutte e tre vittime di un ruolo pubblico opprimente, legato a doppio filo con il proprio dolore privato. Curioso che sul finale di Maria ci sia un incontro sfiorato con Jackie, quasi a chiudere un immaginario cerchio. Ad accomunare le due donne, le cui vite sono state per un periodo strettamente intrecciate, il magnate Aristotele Onassis: grande amore della Callas nonché secondo marito della vedova di John Fitzgerald Kennedy.

Maria è un film intimo e malinconico, un’ode alla Diva e alla sua meravigliosa voce che accompagna tutta la pellicola attraverso i nastri dei suoi iconici brani. Ma è anche e soprattutto un tentativo di andare oltre il mito della Callas, indagando l’animo lacerato di Maria negli ultimi giorni della sua vita. Una donna devastata dalla perdita dell’amore della sua vita ma ancor di più della sua voce: non riesce a cantare e, nel rendersi conto che ha definitivamente perso ciò che per lei è stato l’unico scopo da che ha memoria, ovvero la musica, comprende di essere davvero giunta alla fine del suo personale spettacolo.




Nei suoi ultimi giorni, affiancata solo dai fedeli Ferruccio (Favino) e Bruna (Rohrwacher), mentre tenta invano un’ultima volta di poter scrivere un gran finale, si ritrova a convivere con dolorosi ricordi (numerosi sono infatti i flashback, anche in bianco e nero) e fantasmi, sogni e incubi a occhi aperti, tanto da non riuscire più a comprendere ciò che è reale da ciò che è un’allucinazione, logorata nel corpo e nella mente dall’abuso di farmaci.

Il fascino del film, oltre alla colonna sonora ricchissima di opera lirica, e a una impeccabile quanto azzeccata fotografia anni ’70, risiede naturalmente nell’intensa e drammatica interpretazione di Angelina Jolie, assolutamente straordinaria. Una Diva per dare vita a una Diva. La Jolie riesce a incarnare ogni sfumatura fisica ed emotiva della Callas, con rispetto, sobrietà e senza mai strafare. Restituendo un’immagine tragica e dolente, tanto commovente quanto straziante.




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