sabato 11 febbraio 2023

"Fiori sopra l'inferno" dal 13 febbraio su Rai 1

 di Silvia Sottile



Tre prime serate ad alta tensione su Rai 1 a partire da lunedì 13 febbraio alle 21.25. Un’Elena Sofia Ricci come non l’abbiamo mai vista, alle prese con una storia che ha appassionato i lettori con il romanzo d’esordio di Ilaria Tuti. Fiori sopra l’inferno è infatti una fiction thriller tratta dall’omonimo libro, edito da Longanesi.

Un piccolo paese di montagna. Paradiso apparente che nasconde tra i suoi vicoli silenzi e inconfessabili segreti. Un killer che si lascia alle spalle una scia di sangue per difendere un gruppo di bambini ignorati e maltrattati da chi dovrebbe proteggerli. Teresa Battaglia (Elena Sofia Ricci) è un’esperta profiler di quasi sessant’anni, arrivata dalla città assieme alla sua squadra, composta dall’ispettore capo Giacomo Parisi (Gianluca Gobbi) e dal giovane Ispettore Massimo Marini (Giuseppe Spata), in fuga da sé stesso e dal proprio passato. Forte, tagliente e caparbia, trovare le risposte è il mestiere di Teresa. Ma cosa accade quando, a causa dei primi sintomi dell’Alzheimer, sono le domande a sparire? 

Una co-produzione Rai Fiction-Publispei, per la regia di Carlo Carlei, con il sostegno della Friuli Venezia Giulia Film Commission e la collaborazione della Polizia di Stato.

 


SINOSSI DI SERIE

Travenì. Un piccolo paese arroccato nel cuore delle Alpi italiane fatto di neve, montagna e silenzio. Una serie di delitti all’apparenza inspiegabili, portati a termine con lucida violenza, scuote le coscienze. Presto, l’ombra del maniaco si stende tra i vicoli del paese.

Teresa Battaglia, profiler in forze alla Polizia di Udine, è l’unica che può dare un volto, un nome ma soprattutto un perché a quell’assassino. Mentre la spirale di violenza continua, il legame tra Teresa, Marini e Parisi, la sua squadra, si cementa sempre di più. Una relazione difficile, fatta di incomprensioni e durezza come avviene spesso in una famiglia, quando si ha a che fare con persone dai caratteri forti. Perché, per Teresa, di una famiglia si tratta. Una famiglia alla quale nasconde il segreto della malattia che ha appena scoperto e che rischia di distruggerla: l'Alzheimer.

Un peso che va a sommarsi al mistero che Teresa è chiamata ad affrontare, quello di un killer atipico che sfugge al suo intuito di profiler. Un mistero che affonda le radici in un esperimento che, ammantato dal velo pretestuoso della ricerca scientifica, celava tutta la sua disumana sconsideratezza. Materializzata nell’indifferenza e nell’insensibilità di cui, oggi, sono vittime Mathias, Oliver, Diego e Lucia, i bambini trascurati dai propri genitori, o vittime della violenza di adulti.

I delitti che sconvolgono Travenì, a poco a poco, sembrano stringere un cerchio attorno a loro. Si potrebbe addirittura pensare che il killer li stia proteggendo. Assurdo. Ma non per Teresa Battaglia che ha conosciuto e provato sulla sua stessa pelle tutto il peso e le contraddizioni dell’animo umano. Ha imparato a scavare a fondo, nelle persone. Fino a raggiungere la verità. È questo il suo dono con cui, spesso, è difficile fare i conti. Un dono che la spingerà a creare un legame particolare con quei bambini che, con le armi del coraggio e della vitalità dei loro dieci anni, cercano ugualmente di dare un volto e un senso a ciò che sta accadendo.

Un gioco pericoloso che insegnerà loro il valore dell'amicizia, quella vera che sa consolare e salvare donandoti la forza di affrontare tutti i tuoi mostri, veri o immaginati che siano. Un legame unico al quale parteciperà anche Teresa capace, come nessun altro, di spezzare il muro di reticenza e silenzio dietro cui si sono nascosti. Dimostrarsi davvero interessata a loro. Proteggerli. Capire che dietro al Fantasma si nasconde proprio il killer.

Anche stavolta Teresa finirà per identificarsi con lui, per tentare di comprenderne le ragioni e fermarlo. Fino a giungere faccia a faccia con il Fantasma che, come Teresa ha imparato a proprie spese, possiede ferite, ragioni e giustificazioni molto più umane e profonde delle sue stesse vittime.




NOTE DI REGIA

I progetti che amo di più sono quelli che sotto la superficie narrativa nascondono segreti non solo in termini di storia e personaggi, ma anche a livello di tematiche e contenuti. Ne è un esempio mirabile il best-seller di Ilaria Tuti “Fiori sopra l’inferno”, un bellissimo thriller che racconta il tramonto esistenziale di Teresa Battaglia, una brillante detective che deve fare i conti con la concreta possibilità che le sue capacità deduttive possano presto sgretolarsi a causa di una malattia devastante come l’Alzheimer.

Sotto la neve di questo racconto invernale e con venature alla Stephen King, pulsa il cuore caldo del tema della maternità, della fondamentale importanza che la presenza di una madre ha nella formazione della personalità degli esseri umani e degli effetti devastanti generati dalla sua assenza. L’elemento dark rappresentato dalla presenza di un killer misterioso che vive nei boschi viene controbilanciato nella storia dall’energia vitalistica di quattro ragazzini, ognuno alle prese con problematiche familiari diverse, che nel corso dell’indagine aiuteranno la protagonista a mettere insieme i pezzi mancanti del complicatissimo puzzle.

Teresa, madre mancata trent’anni prima, instaura con i quattro bambini un rapporto di affetto e fiducia reciproci. Questo connubio inedito di forze in campo rappresenta una delle caratteristiche più originali di questa serie e mi ha spinto a visualizzarla attraverso un’estetica spettacolare che omaggia grandi film d’avventura americani degli anni ‘80 che hanno avuto bambini come protagonisti, quali Stand By Me, I Goonies, E.T., Gremlins.

A fronte di un cambiamento epocale nell’ambito delle modalità di fruizione di film e serie televisive, Fiori sopra l’inferno ambisce a essere una serie Rai non vincolata agli stilemi classici nazional-popolari e si rivolge anche a un pubblico internazionale, sia in termini di suspense che di linguaggio visivo e ritmo narrativo.

Un’ impresa di grande ambizione che poggia sulle spalle forti di una straordinaria attrice come Elena Sofia Ricci, che ha qui il coraggio di spogliarsi di qualsiasi cliché rassicurante per calarsi nei panni di un personaggio fuori dagli schemi, in apparenza idiosincratica ma dotata di uno spessore morale, di un’umanità e di una capacità di intuito del tutto eccezionali.

Carlo Carlei

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