lunedì 27 febbraio 2023

"Sei donne - Il mistero di Leila" dal 28 febbraio su Rai 1

 di Silvia Sottile



La scomparsa di una ragazzina, Leila, e del suo patrigno Gregorio, è il mistero attorno al quale si sviluppa il racconto della nuova serie Rai “Sei Donne – Il mistero di Leila”, una produzione IBC Movie in collaborazione con Rai Fiction, creata da Ivan Cotroneo e Monica Rametta, per la regia di Vincenzo Marra, in tre puntate da cento minuti. Su Rai 1 in prima visione e in prima serata da martedì 28 febbraio.

Un giallo psicologico nel quale la ricerca della verità si incrocia con le storie di sei donne di oggi – Anna, Michela, Alessia, Viola, Aysha, Leila – ciascuna con un proprio vissuto, ciascuna con i propri segreti, rappresentative di un universo femminile contemporaneo, tra determinazione e fragilità, amore e odio, costrizioni e libertà.

Un nuovo capitolo della scrittura televisiva di Ivan Cotroneo e Monica Rametta, che firmano un’avvincente trama mistery per indagare la psicologia di personaggi complessi e sfaccettati, con particolare attenzione al tema del riscatto femminile, già sperimentato in acclamate serie Rai come Un’altra vita, Sorelle, Mentre ero via.

La regia è affidata a Vincenzo Marra, pluripremiato regista cinematografico apprezzato anche all’estero (Tornando a casa, L’ora di punta, L’equilibrio) che firma la sua prima regia televisiva con una serie innovativa e corale che unisce un cast di grandi nomi a un approccio produttivo e narrativo autoriale.

Protagonista Maya Sansa, nel ruolo del pubblico ministero di Taranto Anna Conti, stimata e autorevole professionista con un problema di alcolismo, riaffiorato dopo la fine del suo matrimonio, che la rende dura nei rapporti interpersonali, soprattutto con il nuovo ispettore Emanuele (Alessio Vassallo), appena arrivato in Procura. Trovando nella sparizione di Leila (Silvia Pacente) delle analogie con il suo passato, Anna si butta senza tregua nella risoluzione del caso, inizialmente sottovalutato dalla Procura come un semplice allontanamento volontario, ma sul quale sembrano aleggiare bugie, incongruenze e testimonianze poco convincenti. 

 



Intorno al “mistero di Leila” ruotano le altre donne della serie: Michela (Ivana Lotito), la zia materna, chirurgo ortopedico, Alessia (Denise Tantucci), l’allenatrice di atletica, Aysha (Cristina Parku), la migliore amica di Leila e Viola (Isabella Ferrari), la vicina di casa.

Nulla è scontato e prevedibile in questo intreccio noir che si dipana, puntata dopo puntata, offrendo allo spettatore indizi, conferme, confessioni, inaspettati risvolti e giochi di ruolo capaci di condurlo, senza rassicurazioni né retorica, alla verità.

Arricchiscono il cast Maurizio Lastrico nel ruolo di Gregorio, il patrigno di Leila, Pier Giorgio Bellocchio nei panni di Roberto, l’ex marito di Anna, e Gianfelice Imparato, che interpreta il Procuratore capo Marcello Trifoni, molto vicino ad Anna, con lei duro e protettivo allo stesso tempo.

Realizzata con il contributo di Apulia Film Fund della Fondazione Apulia Film Commission, la serie restituisce la fotografia di una Taranto inedita e contemporanea, a fare da cornice a un racconto corale dove le storie dei protagonisti si intrecciano con un tessuto territoriale lontano da stereotipi.

 

NOTE DI REGIA - VINCENZO MARRA

Quando mi proposero di dirigere l’intera serie Sei donne – Il mistero di Leila come prima reazione rimasi sorpreso, erano tante le sfide da affrontare: oltre al formato seriale che fino a quel momento non avevo mai trattato, per la prima volta avrei dovuto dirigere una storia non scritta da me e confrontarmi con degli interlocutori nuovi.

L’entusiasmo e la spinta dei produttori nel volermi sono stati determinanti, mi fu chiesto un tocco autoriale a servizio di una storia popolare. Con il passare dei giorni la voglia di affrontare la sfida si fece più insistente dentro di me e decisi di accettare.

Ho approcciato questa materia con grande serietà, ho creato un’empatia con le protagoniste della storia, tutte donne sofferenti e con grosse ferite alle spalle, cercando di valorizzarne il lato umano più profondo, per poter restituire allo spettatore dei profili umani e popolari con cui potersi immedesimare.

Ho proposto e ottenuto di ambientare la storia in un caldo luogo di mare. Dalla prima lettura dei copioni, anche se non era prevista, ho sentito dentro di me che la presenza del mare, avrebbe offerto moltissimo all’anima del progetto.

Grazie alla bravura e generosità dell’intero cast tecnico ed artistico, che mi ha seguito durante la lunga e faticosa lavorazione, ho potuto realizzare questa storia come se fosse “un lungo film”, sono molto contento del risultato finale e spero che il pubblico potrà rimanere conquistato da questa storia.

 

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