mercoledì 20 luglio 2022

"Persuasione" (2022) - Come distruggere Jane Austen

 di Silvia Sottile

 


Persuasione, diretto da Carrie Cracknell, è il nuovo adattamento cinematografico targato Netflix del celebre romanzo di Jane Austen che vede Dakota Johnson nei panni della protagonista, Anne Elliott. Nel cast anche Cosmo Jarvis, Henry Golding, Richard E. Grant. Dal 15 luglio è disponibile su Netflix.

La sinossi recita così: Anne Elliot è una giovane anticonformista dalla sensibilità moderna che vive con l'altezzosa famiglia sull'orlo del crollo finanziario. Quando nella sua vita ritorna Frederick Wentworth, l'affascinante giovane da lei allontanato anni prima, Anne deve scegliere tra gettarsi il passato alle spalle o ascoltare il suo cuore e aprirsi a una seconda possibilità.

Partiamo dal presupposto che non sentivamo la necessità di questo nuovo adattamento. Dallo stesso delicato romanzo di Jane Austen erano già stati tratti due meravigliosi film: uno del 1995 (qui il nostro articolo Unesco Movie), diretto nientemeno che da Roger Michell (Notting Hill) con Amanda Root e Ciaràn Hinds, e uno del 2007 (qui l'articolo Unesco Movie e qui quello per la rubrica Cinemozioni), interpretato dalla candidata all’Oscar Sally Hawkins e Rupert Penry-Jones, che ha colpito al cuore tutte le appassionate della straordinaria scrittrice inglese.

 

 

Veniamo dunque a questa nuova trasposizione. Ammetto che partivo prevenuta: amo Jane Austen e mi reputo una “purista”, ovvero amante degli adattamenti fedeli ai suoi romanzi ma ho anche apprezzato versioni più moderne e con spunti originali che però mantenevano intatto lo spirito di Zia Jane. Ecco, non è questo il caso. Purtroppo il film ha superato ogni aspettativa… in negativo, ovviamente!

È un adattamento “modernizzato”, dovrebbe essere una sorta di “Persuasione 2.0”, ambientato però sempre in epoca regency, peccato però che dell’epoca regency non abbia nulla! Partiamo dal blackwashing, ovvero dall’inserimento (a cui ha dato il via Bridgerton) di personaggi di colore in posizioni sociali improbabili per l’epoca e non è questa la sola inesattezza storica. Il linguaggio è anacronistico, ci sono innumerevoli scene e comportamenti talmente implausibili da far venire i brividi.

In particolare, il personaggio di Anne, la protagonista, è totalmente stravolto: dovrebbe essere una donna dal carattere dolce, riservata, sensibile, malinconica, mentre qui appare spigliata, pasticciona, inopportuna, addirittura alcolizzata, quasi una versione ottocentesca di Bridget Jones! Parla di “ex”, si attacca alla bottiglia e tiene i capelli sciolti, inconcepibile per l’epoca! Neanche il Capitano Wentworth se la passa meglio, con la barba incolta e i modi da campagnolo. E si danno del tu. Ma il limite si raggiunge e si supera con Lady Russell che va in Europa per fare turismo sessuale!

 

 

Risulta quindi evidente che le incongruenze storiche sono il male minore. Qui siamo di fronte a un prodotto inguardabile, di cattivo gusto, profondamente sbagliato e imbarazzante, che tradisce completamente lo spirito e la penna di Jane Austen. Hanno fatto uno scempio. Il meraviglioso romanzo viene violentato e ridicolizzato con scene, linguaggio e allusioni che fanno inorridire, un film lontanissimo dal sentire dell’autrice. Viene usato un registro quasi comico ma privo di mordente e di quell’ironica arguzia della scrittrice (che comunque scrisse quest'opera al termine della sua vita, quindi con uno stato d'animo molto più malinconico, qui assente).

Il problema è che non è solo un brutto film, persino noioso, un adattamento pessimo, ma lede l'immagine di Zia Jane. Ho fatto davvero fatica a guardarlo. Probabilmente anche per il fastidioso abbattimento della quarta parete con Anne che parla guardando direttamente in camera. Per non parlare di tutte le smorfie che fa. Sono riusciti persino a rovinare l’appassionata lettera del Capitano Wentworth non facendola leggere al doppiatore italiano Andrea Mete (la cui voce è l’unica cosa azzeccata) ma a Dakota Johnson tra le lacrime (tranne almeno l’ultima frase).

La cosa drammatica è che non si salvano neanche i costumi, banali, e le scenografie, inconsistenti, che almeno nel film Emma. (2020) di Autumn De Wilde (qui la nostra recensione), che non ci aveva particolarmente impressionato, erano splendidi, curatissimi e una gioia per gli occhi.

Davvero una delusione, peggio ancora di quanto temessi. Mancano totalmente le emozioni trasmesse dal romanzo, che invece si ritrovavano pienamente nelle due versioni precedenti. Viene da chiedersi perché mai si debba prendere un classico per poi distruggerlo in questo modo: non sarebbe meglio fare un film ex novo? È che probabilmente si vuole sfruttare il nome di Jane Austen e il seguito che ha. Salvo solo una cosa: l’immagine del mare su cui finisce il film (anche per la gioia che lo strazio sia terminato). Non mi resta che rivedere per la millesima volta il delicato e fedele adattamento del 2007.

 

 





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