mercoledì 4 aprile 2018

#UnescoMovie: "Mademoiselle Anne"

di Diletta Nicastro



In primavera esce in Giappone Una Ragazza alla Moda Edizione Cinematografica – Seconda Parte – Grande Storia d’Amore a Tokyo (Gekijoban Haikara-san ga Toru Kohen – Hana no Tokyo Dai Roman) di Toshiaki Kidokoro. Si tratta del secondo di due lungometraggi prodotti dalla Nippon Animation che ripercorrono la storia del manga Mademoiselle Anne (ovvero Una ragazza alla moda di Waki Yamato, 1975-1977 – vincitore del Kodansha Manga Award come shojo dell’anno ed edito in Italia dalla Star Comics), già deliziosamente narrata in un memorabile anime del 1978 (Haikara-san ga tōru, traduzione letterale “passa la ragazza dal collo lungo”, che esprime il concetto di persona alla moda), anch’esso prodotto dalla Nippon Animation.


E’ indubbio che la storia di Benio (questo il nome originale di Anne) stia affascinando da almeno due generazioni gli appassionati del genere (l’Italia è sicuramente ai primi posti tra gli anime dipendenti, come dimostra la XXIII edizione del ROMICS che parte proprio domani a Roma e che ospita quest’anno Tsukasa Hojo, creatore di manga quali Occhi di gatto e City HunterQui programma e ospiti).


Le vicende di Mademoiselle Anne hanno insegnato a tutti gli spettatori-lettori italiani l’esistenza di un periodo Taisho nella storia giapponese (1912-1926), momento di grandi mutamenti soprattutto per quanto riguarda l’inizio dell’emancipazione femminile, ed hanno approfondito i risvolti storici della spedizione in Siberia (1918) dell’esercito imperiale giapponese per sostenere il capo dell’Armata Bianca, ammiraglio Aleksandr Kolčak, contro l’Armata Rossa bolscevica (in questa spedizione Shinobu, protagonista maschile del manga, verrà dato per morto e Anne/Benio si troverà a vestire i panni di una vedova prima ancora di sposarsi).

Tra le tanti tradizioni che Mademoiselle Anne ha narrato, quella che ci interessa per la nostra rubrica #UnescoMovie, è il kabuki, teatro classico giapponese sorto nel XVII secolo. 

 Ranmaru

Ranmaru, amico d’infanzia di Anne/Benio e da sempre innamorato della ragazza, è infatti un attore di questo tipo particolare di teatro, la cui parola è formata da tre ideogrammi: ka (canto), bu (danza) e ki (abilità). All’inizio recitato solo da donne, in seguito alla proibizione per motivi di morale, esso fu interpretato solo da uomini anche per le parti femminili. Gli attori specializzati nei ruoli femminili sono chiamati onnagata (Ranmaru fa parte di questa categoria).

Fin dalle prime battute del manga e dell’anime si entra in confidenza con gli abiti tradizionali e il trucco sgargiante che ricopre interamente il volto degli attori, e si rimane affascinati da questa tradizione entrata a far parte del Patrimonio Immateriale dell’Unesco nel 2008. Le abilità di Ranmaru nell’interpretare ruoli femminili permetteranno poi al ragazzo ad entrare in casa Yuin (la famiglia di Shinobu) nei panni di una cameriera, per seguire da vicino la sua amata Anne/Benio (e per poi aiutarla a cercare il suo perduto amore).

 Ranmaru

Ecco la motivazione per cui il kabuki è entrato a far parte del Patrimonio Immateriale: 

“Il Kabuki ha avuto origine durante il periodo Edo e fu particolarmente popolare tra gli abitanti delle città. I copioni kabuki narrano eventi storici e i conflitti morali nelle relazioni di cuore. Gli attori recitano con voce monotona e sono accompagnati da strumenti tradizionali. (…) Keshÿ è il nome del trucco caratteristico che arricchisce tutti gli attori e che fornisce uno stile facilmente riconoscibile anche a chi è poco familiare con questa forma d’arte. (…) Oggigiorno il kabuki è il più popolare tra le formi tradizionali di teatro giapponese”.


 

Nessun commento:

Posta un commento