di Silvia Sottile
Presentato in selezione ufficiale alla Festa del Cinema di
Roma 2016, accompagnato personalmente dalla divina Meryl Streep (che abbiamo
avuto il piacere di incontrare in conferenza stampa), Florence di Stephen Frears è una storia d’amore per la musica.
New York, anni ’40. Florence Foster Jenkins (Meryl Streep) è
una ricca ereditiera, amante dell’arte e in particolare della musica. Mecenate generosa,
protagonista dei salotti dell’alta società newyorkese, Florence è talmente
appassionata di musica classica da prendere lezioni di canto e organizzare
concerti in cui è lei stessa a cantare per intrattenere l’élite cittadina con
le sue performance. Il piccolo problema tecnico, non proprio un dettaglio, è
che Florence non si rende conto di essere orribilmente stonata tanto da
risultare ridicola. È qui che interviene l’amorevole marito inglese St. Clair
Bayfield (Hugh Grant) che seleziona accuratamente il pubblico e corrompe
critici compiacenti, in modo da proteggere questa donna – tanto forte all’apparenza,
quanto in realtà fragile e gravemente malata – da ogni possibile recensione
negativa. Tutto si complica, però, quando Florence decide di tenere un concerto
alla prestigiosa Carnegie Hall, fuori dalla portata del marito e quindi senza
invitati controllati. Ad accompagnare Florence al pianoforte c’è il Maestro
Cosmé McMoon (Simon Helberg).
Ispirato ad una storia vera (sui titoli di coda vediamo
infatti le foto d’epoca della vera Florence Foster Jenkins, cantante lirica
senza talento), Florence è un
delizioso film sulle illusioni che – se coltivate con passione e dedizione –
rendono la vita migliore e regalano gioia. In questo caso particolare, l’amore
per la musica riesce a far superare a Florence anche molte difficoltà legate
alla sua malattia. La pellicola è a tratti esilarante (specie durante gli
spettacoli canori, interpretati malissimo… ma con maestria!), divertente, ma anche
molto delicata, commovente e con uno sguardo dolce e affettuoso nei confronti
dei protagonisti, che comunque non nasconde una punta di amarezza.
Sicuramente è superfluo sottolineare la bravura di Meryl
Streep (tre volte premio Oscar: 1980, 1983 e 2012), davvero strepitosa, che
grazie a questo ruolo ha ottenuto la sua trentesima candidatura ai Golden
Globe, un record difficilmente battibile. Ci teniamo a ricordare che la Streep
ha in realtà un’ottima voce (come si evince ad esempio nel musical Mamma mia!), quindi non deve essere
stato semplice riuscire a “steccare” così meravigliosamente bene. Straordinaria
l’alchimia che si è creata sullo schermo con Hugh Grant, nella sua migliore
interpretazione degli ultimi anni, a dimostrazione che l’attore inglese, nel
ruolo giusto, è ancora in grado di stupire. Anche lui si è guadagnato la
nomination ai Golden Globe, sempre nella categoria miglior attore in un film
commedia o musicale che lo vide trionfare nel 1995 per Quattro matrimoni e un funerale. Perfetto nella parte anche
l’ironico Simon Helberg (noto al grande pubblico per il ruolo di Howard
Wolowitz nella serie tv The Big Bang
Theory).
In un film in cui la musica ha un ruolo fondamentale, la
colonna sonora non poteva essere da meno ed infatti è stata affidata al premio
Oscar Alexandre Desplat (Grand Budapest
Hotel). Anche trucco e acconciature, i costumi, la fotografia e le sfarzose
scenografie contribuiscono a ricreare l’ambiente dell’epoca.
Florence, nelle
nostre sale dal 22 dicembre, è un film che scalda il cuore.
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