mercoledì 12 febbraio 2025

"September 5 – La diretta che cambiò la storia"

 di Valerio Brandi


Notte del 5 settembre 1972 a Monaco di Baviera, città della Repubblica Federale di Germania dove si stanno svolgendo i giochi della ventesima Olimpiade. Essendo l’alba ancora lontana, le gare sono al momento ferme e molti giornalisti sono a letto.

Molti, ma non tutti, così alcuni lavoratori presso gli studi locali della ABC riescono a sentire in tempo reale degli spari provenienti dal villaggio olimpico. Nel giro di pochissimo tempo si arriverà a scoprirne l’origine: un commando appartenente all’organizzazione terroristica palestinese Settembre Nero ha preso in ostaggio alcuni membri della squadra Olimpionica Israeliana. 

Di fronte alla possibilità che la zona venga presto circoscritta dalle autorità, il capo della sala di controllo Geoffrey Mason (John Magaro) e il Presidente della ABC Sports Roone Arledge (Peter Sarsgaard) decidono di organizzarsi – tramite l’acquisto di fasce orarie prolungate ed inviati sul luogo – per garantire al pubblico la diretta più dettagliata della situazione.  

Nonostante si sia trattato di un gravissimo episodio di cronaca con importanti implicazioni socio-politiche, gli eventi di quel 5 settembre 1972 non sono noti a tutti. Molte delle persone che per ovvi motivi anagrafici non erano presenti nella città bavarese o davanti alla tv in quella fatidica giornata, oltre alle letture personali (attraverso ad esempio quotidiani o libri specifici sull’argomento), magari ne sono venute a conoscenza tramite il mercato audiovisivo. 




Nel 1977 è andato in onda (su distribuzione proprio della ABC) il film televisivo 21 ore a Monaco (con protagonisti William Holden e Franco Nero) ma molto più noto al pubblico internazionale è senza dubbio Munich del 2005. Il film di Steven Spielberg è focalizzato soprattutto sulle conseguenze dovute a quell’attacco, anche se ha comunque dedicato qualche minuto, tra video originali e momenti ricostruiti, ai telegiornali della ABC e al rapimento degli ostaggi israeliani.  

September 5 – La diretta che cambiò la storia è invece un lavoro completamente diverso dai suoi predecessori. Sono presenti anche qui immagini d’archivio (con la riproposizione dei servizi di Jim McKay, come nel film di Spielberg) ma per il resto il regista Tim Fehlbaum ha ricreato magistralmente la vicenda dal punto di vista dei giornalisti.  

La rappresentazione di un mondo lavorativo che oggi (purtroppo o per fortuna, a seconda dei singoli elementi) non c’è più: molto meno legato alla tecnologia e più all’apporto umano, con effetti visivi davvero artigianali e – proprio per questo motivo – affascinanti.

  



September 5 – La diretta che cambiò la storia mostra poi tutti i lati della figura del giornalista, anche quelli che a un occhio esterno possono sembrare parecchio oscuri. Il comportamento di quei reporter in alcuni frangenti è stato davvero corretto dal punto di vista deontologico? Quanto opportunismo si è nascosto nel loro diritto di mostrare semplicemente la verità attraverso una telecamera? Sarebbe stato forse meglio evitare di mandare in diretta certe immagini o di riportare con troppo anticipo certe notizie, considerando che davanti alla tv c’erano anche i familiari degli ostaggi?  

Tutti interrogativi importanti che faranno riflettere lo spettatore dal 13 febbraio 2025, quando September 5 sarà al cinema (dopo la presentazione all’81ª Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia), distribuito da Eagle Pictures.  

Un film che arriverà nelle nostre sale anche in versione doppiata, effettuata presso lo studio Iyuno Italy di Roma, con la direzione di Daniela Inserra, l’assistenza al doppiaggio di Raffaella Borghese, i dialoghi di Paola Paglini, Alfonso Guaraldi come fonico di doppiaggio e Andrea Roversi come fonico di mix.  

Cast artistico ricco di professionisti visti i tanti personaggi messi in scena nel lungometraggio, con nomi del calibro di Gianluca Cortesi (Geoffrey Mason), Guido Di Naccio (Jim McKay), Fabrizio Picconi (Roone Arledge), Stefano Alessandroni (Marvin Bader), Francesco Cavuoto (Peter Jennings), Luisa D’Aprile (Marianne Gebhardt) e Fabio Gervasi (Donald).



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