di Silvia Sottile
1.13 ottobre - Teatro Cometa
Off - Roma
GOLDENART PRODUCTION IN
COPRODUZIONE CON
ACCADEMIA NAZIONALE D’ARTE
DRAMMATICA SILVIO D’AMICO
presentano
OTELLO
di William Shakespeare
con Francesco Sferrazza Papa, Gianluigi Rodrigues, Zoe Zolferin
Laurence Mazzoni, Eleonora
Pace, Luca Carbone
scena Luigi Siracusa, Francesco
Esposito
costumi Francesco
Esposito
luci Pasquale Mari
musiche Oragravity
progetto grafico Giulia
Pagano
regia e adattamento di LUIGI
SIRACUSA
Otello, generale al servizio
di Venezia, conquista l’amore della bella e nobile Desdemona, che sposa in gran
segreto. Suscita anche l’odio di Iago per non essere stato nominato suo
luogotenente. Ruolo per il quale il Moro ha scelto Cassio. Nella notte in cui
il padre di Desdemona apprende del matrimonio della figlia, ad Otello viene
affidato dal Doge il compito di comandare l’esercito della Serenissima contro i
turchi nell’isola di Cipro. Il Moro, allora, parte per la missione con Cassio,
Desdemona, Iago e sua moglie Emilia, che avrà il compito di tenere compagnia a
Desdemona. A loro si accoda Roderigo, che sin dall’inizio ha servito, ignaro,
il furbo Iago nel suo perfido piano. È proprio a Cipro, infatti, che Iago
instilla nel Moro il dubbio del tradimento di Desdemona. La donna, però, è
innocente, come lo è il buon Cassio a cui viene attribuito falsamente il ruolo
di amante.
Otello è ormai schiavo della
gelosia e, fuori di sé, compie la più tragica delle azioni: uccide la donna che
ama e poi anche lui si toglie la vita.
NOTE DI REGIA
L’ispirazione ha origine
in My Bed, opera dell’artista inglese Tracey Emin. L’installazione
raggruppa tutti quegli oggetti che, nel 1998, rappresentavano la vita
dell’artista inglese e la fine della sua relazione sentimentale. È l’immagine
di un letto disfatto, la fotografia di un istante che rappresenta un capitolo
della sua esistenza.
Perché ispirarsi a My Bed per raccontare di Otello e
Desdemona? Ciò che mi ha incuriosito accostando le due opere, quella di W.
Shakespeare e quella di T. Emin, è come entrambe abbiano nella loro profonda
essenza il racconto del legame sentimentale tra due persone e il processo che
ne porta alla fine. In Otello, nonostante il vero mattatore della narrazione
sia Iago, che di fatti ne muove le fila, ciò che veramente sta al centro è il
legame tra Otello e Desdemona e come questo si sfaldi atto per atto, sospetto
dopo sospetto, gelosia su gelosia.
A Venezia, abbiamo una immagine salda e appassionata della coppia. È il loro
tempo felice, quello della conoscenza, dell’innamoramento e della decisone di
sposarsi. A Cipro si assiste lentamente all’amore che sbiadisce, quasi un
dimenticarsi di essersi amati, un non riconoscersi più come le persone con cui
si è deciso affrontare la vita nel bene e nel male, poiché accecati dalla
gelosia e dai silenzi e dalle distanze. È il tempo della separazione e del
delitto. Il percorso visivo e drammaturgico dello spazio passa, quindi,
attraverso l’accumulo di frammenti di vita insieme intorno al nucleo centrale
del letto per raccontare la storia della coppia, fino al ripulirlo da ogni
traccia di ciò che si è stato per raccontare l’assenza di ogni memoria che
porta solo a lasciare delle lenzuola anonime su cui consumare il delitto e così
la fine.
Come in My Bed ciò che resta è un pezzo di storia,
l’istantanea di un tempo passato, una testimonianza di ciò che è stato, di ciò
che siamo; così alla fine della narrazione della storia di Otello e Desdemona
ciò che resta è solo il luogo dove tutto è iniziato e finito, è la
testimonianza di un amore possibile e intenso, naufragato per le insidie, le
manipolazioni, le insinuazioni, i sospetti di terzi che portano alla distanza,
alla separazione, alla gelosia, al delitto. Il letto, quindi, come opera
testimone di amore e morte, di passione e delitto. Il letto è un’opera
memoria. E lo spazio, in quest’ottica, solo alla fine si riscopre quello di
un museo o meglio lo si evoca, senza eccessive ambientazioni realistiche, come
contenitore di memoria, di testimonianza, di opere d’arte – nel nostro caso il
letto di Otello e Desdemona – che ci spingono a rileggerci, a ripensarci, a
interrogarci, a comprenderci, a conoscerci. Come, in fondo, fa anche il teatro.
Da martedì 1 a domenica 13
ottobre 2024
Dal martedì al venerdì ore
21:00 – sabato ore 19.00 – domenica ore 18:00
Lunedì riposo
Biglietti: Intero Botteghino: € 18.50 (comprensivo di
diritti di prevendita)
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