di Silvia Sottile
Debutto in anteprima mondiale all’81esima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove è stata presentata il 5 settembre, fuori concorso, per la nuova serie Sky Original M – Il Figlio Del Secolo, dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati vincitore del Premio Strega e bestseller internazionale (edito da Bompiani) che racconta la nascita del fascismo in Italia e l'ascesa al potere di Benito Mussolini.
La serie, che al Lido di Venezia è stata mostrata in
tutti i suoi 8 episodi e arriverà nel 2025 in esclusiva su Sky e in streaming
solo su NOW, è diretta da Joe
Wright (L’ora più buia, Espiazione, Cyrano)
e prodotta da Sky Studios e
da Lorenzo Mieli per The Apartment, società del gruppo Fremantle, in co-produzione
con Pathé, in associazione con Small Forward Productions, in collaborazione con
Fremantle, CINECITTÀ S.p.A.. La distribuzione internazionale è di Fremantle.
A interpretare il Duce uno fra i più apprezzati attori
italiani, Luca Marinelli,
vincitore del David di Donatello, del Nastro d’Argento, della Coppa Volpi a
Venezia e del prestigioso Shooting Stars Award al Festival di Berlino.
Come il romanzo, la serie racconterà la storia di un
Paese che si è arreso alla dittatura e la storia di un uomo che è stato capace
di rinascere molte volte dalle sue ceneri. Ripercorrerà la Storia dalla
fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 fino al famigerato discorso di Mussolini
in Parlamento nel 1925, dopo l'omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti.
Offrirà, inoltre, uno spaccato del privato di Mussolini e delle sue relazioni
personali, tra cui quelle con la moglie Rachele, con l’amante Margherita
Sarfatti e con altre figure iconiche dell'epoca.
Scritta da Stefano Bises (Gomorra – La Serie, The New Pope,
ZeroZeroZero, Speravo de morì prima) e Davide Serino (1992, 1993, Il Re, Esterno Notte), con
soggetto di serie e soggetti di puntata firmati da Stefano Bises, Davide Serino
e Antonio Scurati, la serie racconterà gli accadimenti che portarono Mussolini
a impossessarsi dell’Italia e a fondare la dittatura in modo storicamente
accurato, ampiamente documentato e testimoniato da più fonti.
La colonna sonora è composta da Tom Rowlands, noto anche per essere
parte del duo britannico di musica elettronica The Chemical Brothers, tra i
pionieri che hanno portato il big beat in prima linea nella cultura pop,
scalando le classifiche di tutto il mondo. Pluripremiati, hanno all’attivo 6
Grammy Awards, 1 Brit Award, 1 MTV Europe Music Award e un NMA Award.
Accanto a Marinelli nel cast Francesco Russo (Call My Agent
– Italia, A classic horror story, Freaks Out), che
interpreta Cesare Rossi; Barbara
Chichiarelli (Suburra – La serie, The Good Mothers, Favolacce)
nei panni di Margherita Sarfatti; Benedetta
Cimatti (Ricordi?, Tina Anselmi – Una vita per la
democrazia) in quelli di Donna Rachele; Federico Majorana (Prisma, Favolacce, Padre
Pio) interpreta Amerigo Dumini; Lorenzo Zurzolo (EO, Prisma, Baby)
è invece Italo Balbo. E ancora Federico
Mainardi (Il ritorno di Casanova, Il mammone)
che interpreta Albino Volpi; Maurizio
Lombardi (The Young Pope, The New Pope, 1992, Ripley)
nei panni di Emilio De Bono; Gianmarco
Vettori (La Belva, Briganti, Padrenostro)
in quelli di Dino Grandi; Gaetano
Bruno (Martin Eden, Indivisibili, Il
Cacciatore, Doc – Nelle tue mani) che interpreta Giacomo
Matteotti; Paolo Pierobon (Rapito, Esterno
notte, Qui rido io, 1994) nei panni di Gabriele
D’Annunzio; Elena Lietti (Il
Miracolo, Anna, Il sol dell’avvenire, Siccità)
è Velia Titta, moglie di Giacomo Matteotti; Gianluca Gobbi (Fabrizio De Andrè – Principe Libero)
nel ruolo di Cesare Maria de Vecchi; Gabriele Falsetta (Io sono l’amore) in quello di
Roberto Farinacci. Vincenzo
Nemolato (La chimera, Tutto chiede salvezza, Supersex) interpreta
Vittorio Emanuele III.
SINOSSI
M
– Il Figlio del Secolo racconta l’ascesa politica di
Mussolini e della sua creatura: il fascismo. Prima un movimento, poi un partito
che Mussolini conduce fino al vertice del governo italiano per poi sovvertire
la democrazia e instaurare la dittatura.
Attraverso un linguaggio contemporaneo – con Mussolini
che rompe la quarta parete e si rivolge direttamente a noi per rivelarci i suoi
pensieri più inconfessabili e commentare le svolte della Storia – la serie offre
un ritratto originale, “pop”, a tratti pregno di umorismo nero, dell’uomo che,
pur avendo tradito ideali, persone e istituzioni, pur essendosi macchiato di
atti di violenza inaudita, fece innamorare di sé l’Italia intera, diventandone
l’incontrastato Duce.
NOTE DI REGIA
Ben prima di accettare di dirigere M – Il Figlio
del Secolo, prima ancora di sentirne parlare, c’è stato un momento in cui
ero stato molto affascinato da quel periodo storico, sentivo come una
connessione. Mio padre è nato nel 1906, quindi ha vissuto in prima persona quel
periodo, e credo che la mia fascinazione per il periodo tra le due guerre e poi
per la Seconda guerra mondiale derivi dalla mia voglia di capire meglio mio
padre, di capire il mondo in cui lui ha vissuto.
Lorenzo Mieli, produttore di M, mi ha suggerito di
leggere la sceneggiatura di Stefano Bises e Davide Serino. Incuriosito, ho poi
letto il libro di Antonio Scurati e ho iniziato a volerne leggere di più. Ma
sorprendentemente, c'è molto poco su Mussolini, per i “profani”, in inglese.
Per gli inglesi è un personaggio periferico, è visto per lo più in chiave
caricaturale, come una buffonesca spalla di Hitler. Invece fu l’inventore del
populismo moderno, nonché modello per Hitler.
Ho avuto il privilegio di apportare un punto di vista
esterno a questa storia, potendo guardare alla figura di Mussolini molto
chiaramente, con un occhio non condizionato. Ho sempre pensato che il miglior
documentatore della vita britannica fosse Bill Brandt, il fotografo tedesco,
quindi ho tenuto presente lui quando ho avuto dubbi sul mio diritto di
raccontare questa storia. Ma non spetta a me dare lezioni agli italiani sulla
loro storia, non ho nulla da insegnare agli italiani. Tutto ciò che posso fare
è metterli davanti a uno specchio.
Sono molto orgoglioso della serie. Il formato seriale
mi ha dato il tempo di scavare davvero nei personaggi, soprattutto lavorando
con Luca Marinelli, che trovo sia un genio. Avere il tempo e lo spazio per
scavare davvero dentro il personaggio Mussolini con lui è stato un grande
privilegio.
All'inizio, la sceneggiatura presentava molti
parallelismi tra la nostra storia e la politica contemporanea, ma a un certo
punto abbiamo avuto la sensazione che stessimo adottando un atteggiamento quasi
paternalistico nei confronti dell'intelligenza del pubblico. Meglio fare solo
il nostro lavoro e presentare i fatti, raccontare la storia nel modo più
accessibile e appassionante possibile e lasciare che il pubblico ne facesse ciò
che voleva.
Non credo che la serie necessariamente convincerà mai un fascista ad abbandonare il fascismo. Ma allo stesso tempo non volevo predicare ai convertiti, non volevo sfondare una porta già aperta. Quello che mi interessa di più è parlare alle persone che si trovano nel mezzo, agli indecisi o a coloro che non ci hanno pensato granché, e presentargli la storia, sperando di incoraggiarli a pensarci di più e a non lasciarsi sedurre dalla politica della paura.
Joe Wright
Qui la prima clip e il teaser:
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